Ist. Italiano Studi Filosofici: Saggi
La logica del capitale. Ripartire da Marx
Roberto Fineschi
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2021
pagine: 400
La teoria del capitale di Marx è un'analisi della modernità nel suo complesso: economia, ideologia, conflitto sociale, metodo scientifico, ecc. sono aspetti di una articolazione unitaria. L'indagine della sua struttura logica è l'oggetto di questa ricerca. In tale prospettiva l'autore affronta temi tradizionali tra cui la teoria del valore e della trasformazione, la sussunzione del processo lavorativo sotto il capitale, il "capitale in generale" e i cambiamenti del piano originario, la caduta tendenziale del saggio del profitto, la dimensione finanziaria del capitale sviluppato e il metodo dialettico ed il suo svolgimento. La ricerca è stata svolta alla luce della nuova edizione storico-critica delle opere di Marx ed Engels (Marx-Engels-Gesamtausgabe – MEGA); essa ha messo a disposizione per la prima volta migliaia di pagine di manoscritti inediti che hanno modificato radicalmente il panorama interpretativo.
Essere e non essere. Felicità, natura e conoscenza nel pensiero di Leopardi
Antonio Di Meo
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2021
pagine: 248
Nel pensiero di Giacomo Leopardi è presente una notevole dimensione filosofica, o meglio di "critica della filosofia", sulla quale sono state avanzate numerose ipotesi. La presente ricerca è un lavoro di scavo sui materiali teorici che si sono rivelati decisivi per la costruzione di quello che il poeta stesso definiva «il mio sistema»: ossia il pensiero naturalistico e scientifico, con le annesse problematiche filosofiche, morali e teologiche. Ne emerge una immagine della Natura quale risultato delle scienze moderne, una precisa concezione dello statuto e dei limiti della conoscenza, e, soprattutto, una chiara nozione del carattere problematico della felicità umana. Con queste idee Leopardi ingaggia un continuo confronto critico, che mette in luce il contrasto fra matematizzazione della realtà e vita, fra calcolo e misura (cioè limite) e desiderio illimitato di felicità. Di qui l’idea finale che, di necessità, nel mondo «Tutto è male». Di qui, ancora, la dialettica fra essere e non essere e la preferenza nei confronti del non essere.
Nietzsche e Schumann. Musica, scrittura, forma e creazione
Franco Gallo, Paolo Zignani
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2021
pagine: 360
Amore giovanile di Nietzsche, poi oggetto di critiche aspre e di un rifiuto senza appello, Schumann fu probabilmente per il filosofo di Röcken un'esperienza più importante e duratura di quanto normalmente non si riconosca. Mediante un paragone con l'elaborazione e organizzazione delle forme brevi in Schumann, la prima parte del volume propone una lettura della filosofia nietzscheana e della sua predilezione per la forma breve collegandole coerentemente con l'istanza della polemica antifilistea propria anche di Schumann e analizzandone potenziale e contraddizioni nel quadro di una teoria dell'emancipazione, contro ogni lettura strettamente formalistica della scrittura nietzscheana. La seconda parte esamina la posizione di Schumann nel quadro di una riflessione complessiva sulla musica che fa i conti con la tensione tra norma e trasgressione, ordine e demonico, controllo ed eccesso. Con ampie analisi che vanno da Bach a Nietzsche, individua così nella musica schumanniana il centro di un'operazione di scrittura che non è più evocazione di affetti ma loro metamorfosi in sorgenti del linguaggio musicale. La creatività schumanniana, lungi dal poter essere allora classificata (seguendo Nietzsche) come reattività e piccineria nazionale, appare piuttosto alternativa profonda e radicale, per quanto non aproblematica, all'oltrepassamento dionisiaco nietzscheano.
Pensare la soggettività pratica. Percorsi tra Ricoeur e Fichte
Angela Renzi
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2021
pagine: 368
Il volume prende spunto dalla contemporanea “epoca agitata” nella quale l’identità soggettiva risulta messa in gioco nel suo contenuto, nei suoi limiti e nelle sue possibilità. Pertanto, esso vuole ripensare i lineamenti di un’ontologia della soggettività, nella forma di un’ontologia relazionale dell’identità, che vede il soggetto costituirsi come soggettività pratica in grazia del riconoscimento reciproco e della relazione con l'altro. A tal fine - facendo interloquire criticamente le istanze più contemporanee che nascono in seno al pensiero di Ricoeur (1913-2005) con il contributo dell’approccio trascendentale di Fichte (1762-1814) - il volume istituisce dei percorsi che procedono dal problema della soggettività - attraversando il campo della riflessione, della necessaria riappropriazione del sé e della coscienza come compito - alla relazione della soggettività con alcune dimensioni dell'alterità - il corpo proprio, l'alterità dell'altro e l'estraneità interiore - fino alla definizione di una soggettività pratica nella prospettiva etica del riconoscimento, della persona e dell'ontologia relazionale.
«Profonda magia». Vincolo, natura e politica in Giordano Bruno
Giulio Gisondi
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2020
pagine: 384
"Profonda magia" è un percorso a ritroso nella filosofia naturale e politica di Giordano Bruno, che ricostruisce la nozione di vincolo dagli ultimi scritti magici ai dialoghi italiani e alle prime opere latine. L’esigenza che muove la ricerca è quella di rintracciare nell’esperienza intellettuale e biografica del Nolano quale sia e come si costituisca la relazione tra filosofia naturale e politica. L’autore indaga se la riflessione politica possa essere slegata dallo studio della natura, o se trovi piuttosto la sua origine e il suo sviluppo nel cuore stesso della physis. Per compiere quest’operazione egli isola e analizza quale sia la funzione che la nozione di vincolo assume tra la riflessione filosofico naturalistica e politico-antropologica. Ne risulta una ridefinizione della magia che è profonda non perché tesa verso il prodigioso, l’occulto e il soprannaturale, ma perché è la natura stessa, forza vincolante che lega e riconduce i suoi molteplici volti alla sua infinita unità.
Jacob Bernays e l'interpretazione medica della catarsi tragica
Gherardo Ugolini
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2020
pagine: 264
Nel 1857 il grecista tedesco di origine ebraica Jacob Bernays pubblicò il saggio "Lineamenti del trattato perduto di Aristotele sull’effetto della tragedia" in cui proponeva – in polemica con una secolare tradizione ermeneutica – un’interpretazione fortemente innovativa del concetto di catarsi tragica. Per lo studioso la categoria di katharsis utilizzata da Aristotele nella Poetica non ha alcuna valenza di tipo morale o estetico, ma va intesa in un senso medico-biologico come “depurazione”, “liberazione da un’affezione patologica”. In tale prospettiva il meccanismo catartico consisterebbe nel produrre artificialmente sul pubblico a teatro un eccesso di passioni per poi provocarne l’eliminazione, così da neutralizzare lo sconvolgimento dell’animo e ristabilire un’armonia emotiva. L’interpretazione di Bernays suscitò vivaci polemiche in quanto liquidava i modelli ermeneutici prevalenti di Lessing (catarsi aristotelica come processo di purificazione morale con effetti edificanti sullo spettatore) e di Goethe (catarsi come fenomeno puramente estetico). La grande maggioranza degli specialisti di tragedia greca respinse la spiegazione dell’effetto catartico come fenomeno medico-biologico.
L'assoluto in Hegel tra autorappresentazione e logiche del diritto
Leonardo Di Carlo
Libro
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2020
pagine: 272
Contro le letture immanentistiche e coscienzialistiche del sistema hegeliano, più o meno ispirate dalle varie filosofie della prassi succedutesi tra '800 e '900, qui, invece, si propone una lettura metafisica che riporta indietro la filosofia hegeliana a modelli spinoziani e neoplatonici in generale. Tale prospettiva vede il Concetto rilasciare il mondo oggettivo della natura e dello spirito, dal quale la coscienza, rappresentando se stessa senza soluzione di continuità, ritorna al Concetto in quella forma suprema di autocoscienza che è la filosofia. Momento insostituibile di questo processo di produzione dell'autorappresentazione rimane l'analisi hegeliana del sistema giuridico che dà adito ad una teoria dell'autocoscienza prodotta dall'intersezione di tre movimenti concettuali: il diritto come realizzazione progressiva della libertà; la relazione di riconoscimento come logica della filosofia del diritto e, infine, la teoria della validità normativa quale senso precettivo della norma anche al di là della sanzione penale originariamente ad essa connessa.

