Libri di D. Giansanti

La Boemia vanta un ricco patrimonio leggendario, in cui è particolarmente interessante il ciclo relativo alla formazione dello stato ceco e alla fondazione della città di Praga. Queste leggende, che costituiscono una testimonianza delle tradizioni degli slavi occidentali al tempo delle loro migrazioni nelle valli dell'Elba e della Moldava, sono ben conosciute in patria grazie alle rielaborazioni romantiche, ma rimangono poco note fuori della Boemia. Storie caratterizzate da una ricca e variegata presenza femminile: Libuse, la profetessa, decisa a non perdere il controllo della sua tribù, con le sue sorelle Kazi e Tetka, l'incantatrice e la sacerdotessa; Vlasta, condottiera di un'agguerrita comunità di amazzoni; Sárka, la simulatrice; e Drahomíra e Ludmila, tra cui si consumerà il confronto tra paganesimo e cristianesimo. Senza per questo dimenticare le gure maschili: il giudice Krok; Premysl, il principe aratore; il pavido Neklan, che la sorte ha messo sul trono nel momento di maggior pericolo per la Boemia, e l'eroe Styr, a lui somigliantissimo, chiamato a sostituirlo sul campo di battaglia.

Sebbene il Kalevala abbia fornito una sorta di fisionomia "ufficiale" al mondo mitico e magico degli antichi finni, esso non può essere utilizzato come fonte per la nostra conoscenza della religione baltofinnica proprio a causa del pesante adstrato interpretativo imposto dal suo compilatore, Elias Lönnrot. Bisogna allora risalire alle fonti letterarie pre-kalevaliane per riscoprire parte degli aspetti originali degli dèi e degli eroi della tradizione finlandese e careliana. Il più antico documento sulla religione finnica è un peritesto poetico scritto da Mikael Agricola (1510-1557), primo vescovo finlandese della Riforma, come prefazione a una sua traduzione di alcuni salmi dell'Antico Testamento. Non solo vi traspare un quadro vivido delle divinità adorate in Häme e in Carelia, ma viene anche fornito un ritratto inedito di alcuni dei futuri eroi del Kalevala.

Questo romanzo breve, scritto in una lingua poetica ed evocativa dal padre riconosciuto del genere fantasy, William Morris, narra l'esperienza magica di Florian della Casata dei Gigli. Il racconto si apre su uno scenario fosco, nel bel mezzo di una faida che legherà indissolubilmente il destino di tutti coloro che vi hanno parte. Ma, proprio durante uno scontro sanguinoso, mentre la vita di Florian è appesa sull'orlo di un precipizio, accade qualcosa: Florian cade nel canyon, ma non muore: si risveglia in un reame magico, la Terra Cava, dove conoscerà il suo vero amore... Ma qualcosa, all'improvviso, muterà. Florian si risveglierà come da un bel sogno, invecchiato e lacero, e dovrà nuovamente inseguire il miraggio della Terra Cava, dovrà, in qualche modo, attraversare il Purgatorio di un mondo buio e lugubre, fino ad accedere nuovamente al Paradiso perduto, nuovamente giovane; nuovamente felice, insieme alla sua amata Margaret.

Questo romanzo breve, narra l'esperienza magica di Florian De Liliis. Il racconto si apre su uno scenario fosco, nel mezzo di una faida che legherà il destino di tutti coloro che vi hanno parte. Proprio durante uno scontro sanguinoso Florian cade in un canyon, ma non muore: si risveglia in un reame magico, la Terra Cava, dove conoscerà il suo vero amore... Poi qualcosa, all'improvviso, muterà. Florian si risveglierà come da un bel sogno, invecchiato e lacero, e dovrà nuovamente inseguire il miraggio della Terra Cava, dovrà, in qualche modo, attraversare il Purgatorio di un mondo buio e lugubre, fino ad accedere nuovamente al Paradiso perduto, nuovamente giovane; nuovamente felice, insieme alla sua amata Margaret. Uno dei libri più evocativi che il fantasy abbia prodotto.