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Mimesis: Centro internazionale insubrico. Libri fotografici

1934-1937. Un album banfiano

1934-1937. Un album banfiano

Antonia Pozzi

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2025

pagine: 174

Come è noto, Antonia Pozzi (Milano 1912 – 1938) è una eminente poetessa del Primo Novecento italiano, nonché una grande fotografa. Con la riproduzione anastatica di questo suo secondo Album banfiano, dedicato agli anni cruciali del 1934-37, viene nuovamente offerta l’opportunità di ripercorrere un frammento decisivo della biografia intellettuale e sentimentale di questa poetessa della Scuola di Milano, una scuola cresciuta attorno alla parola e al magistero del filosofo Antonio Banfi. Per Antonia l’incontro con Banfi, e con l’ambiente degli allievi banfiani, è stato fondamentale, perché ha contribuito, in modo decisivo, alla sua stessa maturazione critica che l’ha infine proiettata, consapevolmente, all’interno della complessa e tragica realtà storico-sociale in cui è vissuta. In quest’album fotografico, predisposto dalla poetessa, emergono i suoi “luoghi dell’anima” (non solo l’amatissima Pasturo, ma anche il lago di Monate, meta di escursioni compiute con gli amici banfiani per incontrare la condiscepola Alba Binda), nonché il suo intenso amore per la montagna (per alpinisti come Emilio Comici, ma anche per località come Misurina, le Cime di Lavaredo, Monte Piana, la Val Formazza e l’Ossola), per la natura, per il mare, per i giovani, per gli anziani, per i bambini, per gli animali (cavalli, cani, capre, mucche, etc.), per il padre e la madre, così come per i discepoli banfiani, tra i quali emerge la specchiata e nobile figura di Remo Cantoni. Dunque, siamo di fronte a un Album banfiano. Ma questo Album è banfiano soprattutto perché Antonia, tramite il suo uso critico, artistico e creativo della macchina fotografica, riesce a cogliere la ricchezza della Lebenswelt in cui è stata catapultata dalla vita. In queste foto ben emerge il lievito dell’imprinting banfiano, nonché la capacità fenomenologica distopica con cui Antonia riesce a entrare in sintonia critica con l’infinita ricchezza del vissuto, cercando sempre di individuare l’anima dell’anima di ciò che fotografa poeticamente.
36,00

«Ho fatto un film». Catalogo fotografico dei film di Gianfranco Brebbia

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2023

pagine: 428

L'Archivio filmico di Gianfranco Brebbia (Varese 1923-1974), filmmaker di cinema sperimentale degli anni Sessanta-Settanta del Novecento, è stato riscoperto di recente. Le pellicole 8mm. e Super8 di Brebbia sono oggi oggetto di studio, proponendo la rivoluzione estetica del cinema sperimentale dell'epoca e realizzando un rilancio delle avanguardie che, con i loro linguaggi, hanno saputo proiettare nel futuro una visione alternativa di cinema. I quarantasei film di Brebbia ritrovati, sebbene il filmmaker varesino ne avesse realizzati circa duecento – da quanto si ricava dal suo Archivio – rivelano lo spirito di contestazione e complessivo sommovimento dell'epoca, inserendosi nella storia politica, sociale e culturale di quegli anni. Questo catalogo fotografico dei film, curato dalla figlia Giovanna, e impreziosito da saggi di approfondimento di alcuni differenti autori, vuole essere un mezzo per rendere più strutturale lo studio del cinema sperimentale in generale e di Brebbia, in particolare. Il volume contiene le schede tecniche di tutti i film ritrovati. Molti film sono andati perduti, ma attraverso la ricerca realizzata sui documenti dello stesso archivio e in letteratura, è stato possibile ricostruire i contenuti della maggior parte delle pellicole disperse. Prefazioni di Fabio Minazzi e Mauro Gervasini.
50,00 47,50

Il lago dei poveri. Archivio dei Laghi varesini

Il lago dei poveri. Archivio dei Laghi varesini

Amerigo Giorgetti

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2020

pagine: 450

"Il lago dei poveri" racconta la storia dei laghi varesini che ha per protagonisti i popoli della riva, sopravvissuti per vari secoli esercitando la libera pesca comunitaria sui laghi e il pascolo promiscuo nelle terre comuni. Tutti questi “usi civici” convissero a lungo con il dominio della nobiltà del contado, anch’essa tenacemente radicata nei luoghi e nei laghi. Per tutto questo periodo, e oltre, pesca e agricoltura furono le due attività complementari delle varie comunità di villaggio. Con l’avvento dello Stato moderno accentrato tutto cambiò, poiché i beni un tempo comuni divennero soggetti a imposta, e infine privatizzati. La libera proprietà fu l’esito tormentato di una storia ormai contemporanea. Tutta questa vicenda viene narrata direttamente dalla fonte archivistica, che si avvale della raccolta di varie centinaia di documenti originali, riordinati, inventariati e informatizzati nell’Archivio Storico del Territorio dei Laghi Varesini, a disposizione dei ricercatori presso il Centro Internazionale Insubrico “C. Cattaneo” e “G. Preti” di Varese. Le tre parti in cui il testo è suddiviso segnano tre tappe di un’unica ricerca storica: la prima in cui viene alla luce l’antichissima epoca delle stanghe, in cui la pesca è un’agricoltura con altri mezzi; la seconda parte che scopre l’età della modernizzazione dei laghi con la nascita della pesca di mercato; la terza che esamina la definitiva espropriazione dei beni comuni nella terra della Brabbia, che dei laghi è il naturale complemento. “Il lago dei poveri” non è un’espressione poetico-patetica, ma un termine giuridico con cui nei documenti antichi si indica il campo della libera pesca comunitaria. I poveri sono quei paesani che per la loro sopravvivenza devono far conto e godere di vari usi civici che interessano le terre e le acque comuni.
42,00

1938 primo album

1938 primo album

Antonia Pozzi

Libro: Libro in brossura

editore: Mimesis

anno edizione: 2019

pagine: 114

Antonia Pozzi (Milano 1912-1938) non è solo un’eminente poetessa, ma anche una grande fotografa. Con la riproduzione di questo suo album fotografico del 1938, per la prima volta viene offerta l’opportunità di ripercorrere, in modo sistematico, quel fecondo intreccio tra vita-di-poesia e vita-di-immagini, ben documentato dagli album predisposti dalla Pozzi. Attraverso la scoperta di questi album è possibile accostarsi allo sguardo della poetessa-fotografa per ripercorrere la sua originalissima esperienza della visione (fenomenologica e banfiana) del mondo e della vita. In questa chiave ermeneutica parole ed immagini costituiscono una relazione correlativa che, nella ricerca di Antonia Pozzi, tocca, nel 1938, un vertice di straordinaria maturazione. Per Carlo Meazza le fotografie della Pozzi «ci parlano di un animo quieto, in pace e buono» perché la loro caratteristica «è quella della sincerità, quella di esprimere cose vere, sentite» costituendo, in tal modo, «una forma di resistenza alla retorica e al trionfalismo del fascismo». Per Marina Lazzari la fotografia della Pozzi ha l’originalità di riportare «la cosa in immagine, in una forma del darsi della sua stessa determinazione essenziale». In questa prospettiva poesia e fotografia documentano la capacità dello sguardo di Antonia «di protendersi verso l’essenzialità delle cose». Per questa ragione, rileva Fabio Minazzi, «possiamo scorgere in queste foto la sua anima ed anche la sua disperata ricerca di senso tramite la quale Antonia sa sempre trasvalutare criticamente il mondo» ponendo in essere una fotografia e una poesia in re, tali da prestare un’attenzione particolare «alla realtà ed alla sua specifica pregnanza fisica e materiale». Il che costituisce un gesto anti-retorico ed essenziale, di quell’essenzialità che scarnifica uomini e cose per farci meglio conoscere il mondo.
16,00

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