Sono le 15.30 e siamo tutti vivi. Kiev: diario di una guerra
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Sono le 15.30 e siamo tutti vivi. Kiev: diario di una guerra

Sono le 15.30 e siamo tutti vivi. Kiev: diario di una guerra
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"La guerra è cominciata. È mezzanotte passata, e di sicuro non dormirò..." È il 24 febbraio 2022 quando l'Europa viene colta di sorpresa da qualcosa che nessuno avrebbe davvero immaginato possibile: una vera e propria invasione nel cuore di un continente che sembrava avere gli anticorpi contro l'eventualità, anche remota, che una guerra in piena regola scoppiasse sul suo territorio. E invece è successo. E Yevgenia Belorusets, scrittrice, fotografa, attivista ucraina che vive tra Kiev e Berlino, è rimasta lì, dal 24 febbraio al 5 aprile, quando ha preso la via per Varsavia, documentando giorno per giorno - in un diario inizialmente pubblicato in tedesco sullo Spiegel, e che oggi sta facendo il giro del mondo - lo stupore, lo spavento, l'incredulità, e... la vita. La vita di tutti i giorni, quella che continua nonostante le città distrutte che perdono i loro nomi ucraini, lo zoo bombardato con i cervi sventrati, i papà e le mamme in fuga con i loro bambini. La vita di Kiev fatta di piccole cose, che Yevgenia, come già in " La donna con l'ombrello rotto e altre storie ucraine", scritto quando la guerra era solo un'eco di bombe nell'angolo orientale del Donbass, documenta e racconta, e vive in prima persona, armata dell'occhio speciale della macchina fotografica che non abbandona mai. Una testimonianza unica nel suo genere; un diario in presa diretta della vita a Kiev; una voce intima, speciale: quella di una scrittrice e fotografa in cerca della vita vera sotto il frastuono delle bombe.
 

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