Libri di A. Della Rocca

Quanto può essere difficile essere gay e innamorati? Cosa ci spinge l'uno fra le braccia dell'altro? L'amicizia resiste ai sentimenti? Si possono amare due persone contemporaneamente? E i vecchi amori possono ancora contare qualcosa? Kotaro Takemoto, autore attivo fin dagli anni '90 sulla rivista Barazoku, prova a darsi e darci delle risposte in un volume composto da 10 storie brevi che vi toccheranno il cuore, realizzate con uno stile che ricorda tanto i cartoni animati degli anni '80.

Yoshio Tanaka ha 22 anni, fa il cameriere in un locale di karaoke e ha una chioma priva di qualsiasi senso logico. Questo lo rende piuttosto ridicolo alle esponenti del gentil sesso, compresa Aiko, la collega di cui è follemente innamorato. Nel Sol Levante odierno - in cui tra i giovani "apparire" è sempre più sinonimo di "essere" - Yoshio è uno di qui ragazzi senza alcuna possibilità, un perdente su tutta la linea, destinato a diventare lo zimbello di chiunque. L'unico modo per avvicinarsi ad Aiko sarebbe fingere di essere qualcun altro, ma come fare? La strategia del riccio prevede cambiamenti estremi che però possono essere pericolosi: da un lato Aiko rischia infatti di innamorarsi di un estraneo, mentre dall'altro il piano di Yoshio corre su un filo temporale talmente esiguo che rischia di essere scoperto nei momenti peggiori! Una commedia sexy dalla mente e dal pennello dell'autore di "Dance in the vampire bund" e di "Warmcraft".

In principio era il caos. Egli stese la sua mano, diede un nome alla luce e alle tenebre, e la luce fu separata dalle tenebre. Di nuovo parlò, e il cielo e la terra furono creati. Egli diede un nome a tutte le creature viventi, ognuna secondo la propria specie. Tuttavia, dalla sua mano nacquero anche una moltitudine di creature senza nome. Esse provarono vergogna perché non avevano un nome e si nascosero nelle tenebre. Anche l'uomo, col nome di "uomo", fu creato, e gli uomini prosperarono sulla terra, ricca di ogni abbondanza. Tra essi vi erano coloro che vivevano i propri brevi anni scegliendo per sé una casa, come vi erano coloro che vivevano senza fissa dimora. Tra questi ultimi vi erano i Cantori, e tra questi vi erano coloro che conoscevano il Linguaggio della Genesi, per quanto non potessero riprodurlo nella sua perfezione. Essi, con la loro voce e le loro melodie, operavano miracoli, e si narra che potessero farlo poiché i loro canti soggiogavano il cuore delle creature senza nome, e le piegavano al loro comando. Tali canti sono detti Galdor, e tali cantori sono chiamati Galdrar...