Libri di F. Meier
Dante e Bologna. Istituzioni, convergenze e saperi
Libro: Copertina morbida
editore: Giorgio Pozzi Editore
anno edizione: 2022
pagine: 340
La pubblicazione di questa raccolta porta a compimento l'impegno assunto da un comitato scientifico composto da Armando Antonelli, Massimo Giansante, Giorgio Marcon, Franziska Meier, Riccardo Parmeggiani e Berardo Pio, che sin dal 2019 ha lavorato alla realizzazione di un duplice convegno, da tenersi a Göttingen e a Bologna, con la volontà di indagare il complesso rapporto tra Dante e Bologna. Ma a causa della pandemia le cose sono andate diversamente. Questo volume include pertanto alcune delle relazioni che avrebbero dovuto tenersi nel 2020 al convegno di Göttingen, poi annullato, e quelle presentate a Bologna nell'autunno del 2021. La raccolta risulta tripartita. Il primo blocco di sei saggi si raddensa intorno al prolifico scambio Tra Bologna e Firenze: comune, università e questioni di biografia dantesca, il secondo blocco di quattro contributi intorno al tema Dante e i saperi petroniani, mentre l'ultimo contiene cinque studi sulla Ricezione felsinea: dantismo e antidantismo. La raccolta di queste quindici relazioni contribuisce a riattivare l'interesse per il vasto, multiforme e triplice rapporto tra Dante e Bologna, Dante a Bologna e Bologna in Dante, facendo il punto sullo status quaestionis dei temi affrontati e producendo spunti inediti su molti argomenti. Essa costituisce così un altro passo in avanti su diversi aspetti che intrecciano la biografia di Dante, le sue opere, la loro ricezione e la città di Bologna.
Poesia e diritto nel due e trecento italiano
Libro: Copertina morbida
editore: Longo Angelo
anno edizione: 2019
pagine: 248
Che poesia e diritto, nel Due e Trecento, siano intimamente legati è cosa nota. Si sa che grandi poeti come Giacomo da Lentini e Cino da Pistoia furono, al tempo stesso, grandi giuristi. Ma sia gli storici del diritto che i filologi non spingono oltre le loro ricerche e restano nello stretto perimetro della loro disciplina, come se l'idea che il diritto possa entrare in poesia fosse inimmaginabile. Questo volume intende invece prendere insieme poesia e diritto, e capire perché in Italia, nel Medioevo, la poesia sia entrata nel diritto (Literature in Law) e, perché, inversamente, il diritto sia entrato in poesia (Law in Literature). Nei tredici capitoli di questo volume filologi e storici del diritto analizzano il legame tra poesia e diritto per metterne in prospettiva gli effetti e le ripercussioni, in un percorso che va del Duecento fino al primo Rinascimento. Il libro comincia alla corte di Federico II, dove fu realizzato un ambizioso programma giuridico-poetico a cui contribuì Pier della Vigna, coniugando con genio poesia e diritto nell'Ars dictaminis. Ci si sposta poi nel contesto giuridico bolognese, con le poesie di Monte Andrea e di notai poeti come Niccolò Malpigli; si studia l'astrologia giudiziaria con Cino da Pistoia e Francesco da Barberino; si rintraccia la figura del giurista e la sua ascesa nelle due redazioni del Novellino; si analizza l'uso raffinato e critico della retorica giudiziaria in una novella del Decameron. Arrivati in pieno Trecento, si considera la figura del poeta umanista, per capire se il rifiuto del diritto, che Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca ostentano nelle loro epistole, sia apparente o sostanziale. Infine, si scopre che la poesia stessa - non solo la poesia latina, ma anche quella di Dante - si trasforma in fonte d'autorità nel discorso giuridico del Trecento e continua a nutrire l'ius gentium nell'età moderna.