Libri di Tommaso Ricchieri
Le «Declamazioni minori» attribuite a Quintiliano II (293-339)
Libro: Libro in brossura
editore: Pàtron
anno edizione: 2024
pagine: 794
Tradizionalmente attribuite a Quintiliano, le Declamazioni minori (II sec. d.C.) rappresentano un esempio straordinario di libro di scuola: lo strumento pensato da un maestro di retorica (forse Quintiliano stesso) per insegnare ai suoi studenti la difficile arte di tenere discorsi in pubblico. Nella raccolta, composta da 145 testi (superstiti di un ampio corpus di 338 discorsi), le spiegazioni del maestro si alternano a sintetici esempi di declamazione, elaborati a partire dai temi più vari: casi propedeutici all'attività forense - dispute ereditarie o contenziosi di natura economica - si accompagnano a situazioni romanzesche, come rapimenti messi in atto dai pirati, veleni somministrati da perfide matrigne, bambini abbandonati in fasce dai genitori. Appare così evidente la stretta relazione che le declamazioni intrattengono con il mito, la letteratura e, più in generale, l'immaginario antico. Con questo secondo volume prosegue la pubblicazione dell'opera, con testo criticamente rivisto, accompagnato dalla prima traduzione italiana, e da un commento aperto alle molteplici prospettive di indagine che, da circa un ventennio, si sono sviluppate attorno alla declamazione coinvolgendo filologia e retorica, letteratura, diritto e antropologia antica.
Prima della Sicilia. Cicerone, Verrine 2,1 (De praetura urbana), 1-102
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2020
pagine: 560
Le Verrine di Cicerone sono note soprattutto per il dettagliato resoconto che l'oratore fa, nelle due actiones che le compongono, dei numerosi e vari crimini commessi da Verre in Sicilia durante il suo mandato di governatore provinciale negli anni 73-71 a.C. Il primo dei cinque libri che compongono l'Actio secunda, tuttavia, non riguarda la Sicilia, ma è dedicato da Cicerone al resoconto dei delitti compiuti da Verre prima di assumere il governo dell'isola: in questo libro, intitolato "De praetura urbana", Cicerone analizza la precoce vocazione di Verre al crimine, ripercorrendo le prime e poco onorevoli tappe del suo cursus honorum, per offrire ai giudici e al pubblico uno specimen quanto più impressionante ed emblematico del suo personalissimo ethos criminale, destinato a manifestarsi compiutamente durante il suo governo siciliano. Il presente lavoro prende in esame la trattazione ciceroniana della vita ante acta di Verre relativamente alle prime due tappe della sua carriera politica (e soprattutto criminale), la questura in Gallia Cisalpina nei cruenti anni della guerra civile tra Mariani e Sillani (84-82 a.C.) e la successiva attività di legato e proquestore in Asia (80-79 a.C.) al seguito del governatore della Cilicia Cornelio Dolabella. Dopo un ampio exordium che funge da proemio dell'intera Actio secunda, una serie incalzante di narrazioni offre una galleria dei maggiori crimini commessi da Verre in quel periodo: tra i racconti spiccano quelli sui furti di opere d'arte in Grecia e in Asia – quasi una orazione 'De signis' in miniatura, che anticipa significativamente la trattazione monografica sulle razzie siciliane di Verre nel quarto libro dell'Actio secunda – e quello, a tinte quasi fiabesche, di un'oscura vicenda avvenuta nella cittadina asiatica di Lampsaco, turbata nella sua provinciale tranquillità dall'arrivo di Verre, che con l'aiuto dei suoi sgherri tenta di rapire una nobile fanciulla del luogo, scatenando la rivolta della comunità locale contro i Romani. Con la narrazione di furti, violenze, tradimenti a opera di Verre, nella sezione qui considerata del 'De praetura urbana' Cicerone delinea con magistrale abilità retorica il ritratto giovanile di uno fra i più celebri criminali di tutti i tempi.

