Libri di Alessandro Stagno
Cotidie. Vita, un giorno dopo l'altro
Alessandro Stagno
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2025
pagine: 136
Dopo la prova dei due precedenti volumi e rassicurato dai suoi lettori, Alessandro Stagno si è sentito più pronto, in Cotidie, ad approfonditi trapassi, a più pensose immersioni nella complessità del vivere, a più drammatiche inchieste intorno a quel che significa il lento dissolversi della vita. Si badi: anche qui la vita è sentita come una festa, perché in essa semplicemente viviamo indicibili, inestimabili esperienze, e tuttavia più problematica si fa la rappresentazione, perché il poeta immette nella maglia dei suoi temi un più energico sentimento della precarietà, la consapevolezza quotidiana del consumarsi della giovinezza e della vita stessa. Riassuntivamente, si può dire che Cotidie si esprime in un appassionato e intrigante arco di osservazioni e riflessioni, teso tra il passato delle scoperte del mondo, il presente dei valori, degli amori e delle passioni multanimi e il futuro delle tremanti attese, delle speranze incancellabili. Non la banalità del consueto, bensì la sempre stupefatta e indomata esperienza del vivere. Come pur sempre avviene quando la vita è diuturna consapevolezza del suo valore inestimabile.
La clessidra
Alessandro Stagno
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2024
pagine: 128
Se la poesia è non di rado espressione di drammatiche tensioni interiori o di un deserto avaro di frutti, questa poesia è invece una suggestiva rappresentazione dell'esistere nella serena consapevolezza di che cosa sia questa esperienza ilare e dolente alla quale abbiamo dato per avventura il nome di vita. Il poeta ne segna i limiti e ne misura passato e presente nel fluire della sabbia che scende rapida nella clessidra a segnare il tempo: che è - si legge nella sua nota di apertura - «bagaglio prezioso e ingombrante del nostro passato», «metronomo veloce del nostro presente», «speranza esigua e temeraria del nostro futuro». Potremmo aggiungere che esso è testimone della nostra finitudine, che tuttavia il poeta accoglie con la serenità di chi ha sentito e sente la vita certamente nei suoi conflitti ma anche come lo spazio in cui sperimentiamo l'amore, il lavoro che ci strappa dalla solitudine dell'individuo per trasformarci in cittadini, l'amicizia che arricchisce i nostri giorni, la piena bellezza dei miracoli naturali, la memoria struggente della terra nativa, nel cui ricordo si raffina la nostra umanità; e poi il dono della poesia, che assicura finalmente parole alla nostra memoria più intima e più vera [Roberto Casalini].