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Libri di Alessio Miceli

Uomini immaginati. Maschilità in metamorfosi

Cristiana Ottaviano

Libro: Libro in brossura

editore: Lubrina Bramani Editore

anno edizione: 2021

pagine: 52

Un testo è fatto di quello che dice e anche di quello che non dice, delle cose che mostra evidentemente scelte rispetto a quelle che scarta. Qui non si resta soltanto ai (mis)fatti degli uomini tristemente conosciuti ma si alza il tiro sull'immaginario. Cristiana e Sophie raccontano e disegnano e fanno poesia di "uomini immaginati", che non vuol dire fantasticati o irreali, anzi: "Uomini amici, amanti, colleghi, padri, sconosciuti della porta accanto, volti noti dell'universo mediale. Uomini molto diversi tra loro…". Piuttosto sono uomini raccontati attraverso un immaginario ampio ed è questa la scelta che allarga le maglie di questo libro. Quindi si parla di "maschilità plurali" che raramente trovano una rappresentazione: perché fino a ieri eravamo noi maschi a vedere non visti, a parlare del mondo, di tutto tranne che di noi stessi; e perché anche adesso, quando si parla del maschile, spesso lo si inquadra nel canone della maschilità egemone, dominante, tossica… sicuramente con tutta la sua ragione di essere, che ci riporta all'ordine del dominio maschile e al suo strumento della violenza, ma che rischia di far fuori ogni altra narrazione. E ancora, qui non si polarizza tra uomini buoni e cattivi a tutto tondo: accanto alla discussione delle categorie come "la crisi del maschile" c'è spazio per metterle in tensione con il racconto della cura, della discontinuità generazionale dai padri, dei nuovi inizi e delle trasformazioni in atto. "Un uomo… / Forte e debole ma insieme / Un uomo umano", di questo raccontano Cristiana e Sophie. Ora, se questo libro riesce a vedere cose nuove nella maschilità senza rimuoverne l'ombra, l'aggancio più forte per me sta proprio nel come è fatto questo sguardo per vederle. Mi torna in mente Le parole per dirlo di Marie Cardinal e la sensazione di sentire nascere quelle parole nel suo racconto, parole nuove con cui quella donna riusciva a contattarsi, ad afferrare qualcosa di sé e portarlo fuori, ad ascoltarsi e a dirsi. In un altro registro, anche le parole di Cristiana e le "parole piccole e grandi immagini" di Sophie ci restituiscono qualcosa di nuovo e profondo, dallo scambio con uomini che hanno raccontato le proprie storie in laboratori, focus group, esperienze sociali e artistiche. Qui non sono riportate direttamente le storie di quegli uomini ma ci ritorna il senso, il segno che quelle hanno impresso, assieme a tante altre, nel linguaggio di queste due donne che ce lo raccontano (le chiamano "le nostre contro-narrazioni"). Cristiana, che ho conosciuto come una donna di confine tra l'insegnamento universitario a Bergamo e l'associazione Alilò di cui è un'anima, cerca le parole della sociologia, quella che si muove "ai margini", quella che ci appassiona quando ha il coraggio di smettere di mimare le scienze dure e ritorna scienza sociale, quando decide di uscire dalla cittadella universitaria e dal pre-concetto dei questionari per ascoltare a fondo e contaminarsi con le storie delle persone. Le storie che si raccontano in modo nuovo possono generare o si possono accordare a nuove categorie per nominare la vita reale, per riconoscere le sue direzioni di senso (come quella di "metamorfosi" del maschile). Invece le immagini di Sophie, come dice lei, seguono "un lavoro di rivelazione". Vengono da dentro, hanno qualcosa di onirico nel suo tratto che si sparge, nelle forme di questi "uomini immaginati" che mi riportano alle illustrazioni di fiabe viste da bambino o ad alcuni bozzetti del '900. E poi ci sono parole liberate, di poesie, che mi sembrano dialogare con ogni uomo disegnato. D'altra parte Sophie è un'artista che usa entrare in un dialogo radicale con il testo a cui lavora: ci entra ripensando lo spazio del teatro da scenografa, con il suo corpo e la sua voce prestati alle marionette, con la sua personalissima lettura del testo che mette in scena, come la sua "Isotta" che reinventa con grande libertà di donna il testo originario. (dalla prefazione di Alessio Miceli)
15,00 14,25

Scuola, sembra ieri, è già domani. L'autoriforma come trasformazione della vita pubblica

Vita Cosentino

Libro: Libro in brossura

editore: Moretti & Vitali

anno edizione: 2016

pagine: 282

Il libro propone di seguire l'itinerario di una insegnante che si appassiona al suo lavoro e inventa pratiche politiche per cambiarlo. L'autrice è una comune professoressa di scuola media che pensa e agisce, ma non da sola, impegnando se stessa, gli altri e, prima di tutto, alunni e alunne, a trasformare il mondo in cui vivono. Ne scaturisce un bagaglio di pensiero e di esperienze capaci davvero di cambiare in meglio la scuola. Il percorso parte dagli anni '80, con la creazione della pedagogia della differenza., per poi dare vita a un libero movimento di donne e uomini: l'autoriforma della scuola, una rete molto attiva nel pubblicare articoli e libri collettivi, con idee nate nell'incontro con studenti e studentesse. Uno di questi libri, "Buone notizie dalla scuola", ha camminato fino in Cile, ispirando di recente la tesi di dottorato di un giovane insegnante, Julio H. Fernàndez, che fin dal titolo parla esplicitamente del "movimento per l'autoriforma italiana della scuola come un'esperienza di trasformazione personale". Al racconto del percorso e degli incontri vissuti dall'autrice, segue una scelta di saggi e articoli in cui si trovano idee che nascono nello scambio umano quotidiano, con la consapevolezza che contrapporsi, anche se i motivi non mancano, può risultare sterile o, peggio, controproducente. C'è sempre qualcosa che si può fare, lì dove si vive, invece di arrendersi o di diventare acquiescenti.
18,00 17,10

Infiniti amori

Libro

editore: Futura Editrice

anno edizione: 2014

pagine: 320

Quanti sono gli amori possibili? Tendenzialmente infiniti, come le soggettività. Le culture e i vissuti individuali sono molto diversi per gli amori tra donne e uomini, per donne che amano donne, per uomini che amano uomini, per le esperienze transessuali. E che dire dell'amore nei contesti spesso tragici delle migrazioni? Per le donne l'amore è stato - è ancora? - il centro della vita, il grande sogno imposto, la ricerca di senso nella cura dovuta all'uomo che avrebbe sancito il dominio maschile. Il femminismo ha svelato l'inganno, il recinto che l'amore ha significato per le donne, ritenendo che la libertà sessuale fosse garanzia di salvezza, ma ha trascurato la straordinaria ambivalenza che appartiene alla narrazione femminile dell'amore. D'altra parte il discorso amoroso maschile è stato rivoluzionato dal movimento delle donne, accanto a quello antiautoritario e al movimento lgbt. Nel cambiamento dei desideri, dell'immaginario sessuale e dei sentimenti che costruiscono l'amore, gli uomini possono vivere nuove relazioni al di fuori di quel copione che sta franando, che prevedeva l'uomo come unico soggetto desiderante (peraltro di un desiderio prescritto) e la donna come oggetto di quel desiderio. Ci sembra quindi necessaria e possibile l'invenzione di un nuovo discorso d'amore. Ne scrivono, oltre a Barbara Mapelli e Alessio Miceli, Lea Melandri, Maria Grazia Manfredonia, Laura Menin, Andrea Pini, Isabella Peretti, Porpora Marcasciano.
16,00 15,20

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