Libri di Antonella Di Nallo
Un'operosa stagione. Studi offerti a Gianni Oliva
Libro: Libro in brossura
editore: Carabba
anno edizione: 2018
pagine: 740
I saggi che figurano in questo volume vogliono essere un tributo di stima di amici, colleghi e allievi nei confronti di un magistero scientifico e accademico che Gianni Oliva ha portato avanti, per almeno quattro decenni, con lucida coerenza. Prendono perciò le mosse da quelle che sono state – e sono – le aree verso cui ha maggiormente diretto i suoi interessi di ricerca: la Commedia e la critica dantesca, l’Ottocento e il primo Novecento – con le zone intensamente battute dei Rossetti, di Verga, Capuana e la temperie realista, di D’Annunzio, Pascoli e l’ambito decadente – le letterature regionali (abruzzese in primo luogo) percorse con salda fede nel metodo geo-storico, le declinazioni teatrali del testo letterario. Senza mai dimenticare che la letteratura è un oggetto vivo che, sì, va studiato con serietà di metodo storico, filologico, ermeneutico, ma evitando di dissolverne la complessa significazione e i valori estetici nell’eruditismo fine a se stesso, nel filologismo puro o nelle derive di asettiche applicazioni di metodo.
Immagine dei luoghi. Studi letterari dal barocco al Novecento
Antonella Di Nallo
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2012
pagine: 162
Il filo che lega questi saggi è una riflessione sulla funzione che in diverse epoche l'immagine assume nella creazione letteraria, sia come motore nell'elaborazione mitopoietica dei testi sia come chiave di lettura privilegiata per l'interpretazione del senso della scrittura. Tra luoghi reali e metaforici, paesaggi marini, treni e stazioni, ritratti e dipinti, viene proposta una campionatura di autori e di opere più e meno noti della nostra tradizione letteraria, non senza interferenze e incroci fra letteratura e arti figurative, come nel caso di Magalotti, di D'Annunzio e di de Pisis. Ad essere indagato, fra le stanze della scrittura, è dunque il processo immaginativo che dal significato più "alto" suggerito da Dante (Purgatorio, XVII, 13-18) giunge a quello che Calvino, parlando di visibilità, ascrive al proprio procedimento creativo, un nodo che intreccia la "generazione spontanea" delle immagini con l'intenzionalità del pensiero discorsivo.