Libri di Bianca Bertola
Ai confini degli antichi imperi. Una nuova storia delle civiltà del passato
Owen Rees
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2025
pagine: 304
Roma era il centro pulsante dell’impero e tutte le strade convergevano verso di lei. Lontano da lì, ai margini remoti del mondo conosciuto, la latinità si trovava faccia a faccia col territorio dei barbari. Per tutti gli imperi, i confini erano un limite tra la civiltà e l’orrore: di qua la poesia e la cultura raffinata, di là l’obbrobrio. Per i greci in Libia vivevano le gorgoni, con serpenti al posto dei capelli; per i romani in Scizia vivevano cannibali e cacciatori di teste. È lì che il poeta Ovidio viene mandato in esilio nell’8 d.C., dopo aver combinato un guaio con l’imperatore Augusto. Dal porto di Tomis, sul gelido Mar Nero, scrive lettere terrorizzate, catapultato in un mondo per lui incomprensibile. Ma davvero si viveva così male a Tomis? Erano così orrendi i margini del mondo conosciuto? Il nostro fascino per il mondo greco e romano, e l'abbondanza di letteratura che da lì è giunta fino a noi, ci induce a esplorare la storia antica solo da quella prospettiva. Ma com'era veramente vivere ai margini di quegli imperi? Grazie agli scavi archeologici, oggi sappiamo che le terre di confine erano in realtà culture fiorenti e vivaci, ben diverse da ciò che ci aspetteremmo. È proprio lì che il limite tra «civilizzati» e «barbari» ha cominciato a dissolversi, le culture normalmente contrapposte si sono mescolate e tribù nomadi hanno costruito incredibili città, di cui sappiamo pochissimo. Dalle sabbiose rotte carovaniere del Marocco fino ai gelidi inverni del Mar Nero settentrionale, da Co-Loa nella valle del Fiume Rosso in Vietnam fino ai forti battuti dalla pioggia sul Vallo di Adriano, Owen Rees esplora i potenti imperi centrali e le periferie dei popoli di Europa, Asia e Africa, guardando oltre i confini della Grecia e di Roma.
Storia di Roma in sette saccheggi
Matthew Kneale
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2025
pagine: 464
Nessuna città sulla terra ha conservato il suo passato come Roma. Per citare solo alcune delle sue meraviglie, ci sono i templi classici, i resti delle grandi terme cittadine di Caracalla, di Diocleziano e di Traiano, le rovine del Palazzo di Domiziano sul Palatino, il Mausoleo di Augusto e la sua stupenda Ara Pacis. E poi ancora il Pantheon, Castel Sant'Angelo, la Cappella Sistina, e naturalmente San Pietro. Queste meraviglie architettoniche sono ancora più notevoli considerando i numerosi disastri che hanno colpito la città: flagellata da terremoti, inondazioni e soprattutto ripetutamente devastata dagli eserciti stranieri – galli, visigoti, normanni, «liberatori» francesi e occupanti tedeschi. Matthew Kneale ha scelto di raccontare le storie dietro i sette più importanti assedi di Roma e di rivelare, con affascinanti intuizioni, come hanno trasformato la città. Ricostruzione felicemente misurata a metà tra appassionato diario di viaggio, divertita storia sociale e resoconto culturale, Storia di Roma in sette saccheggi è una celebrazione del feroce coraggio, brio e vitalità del popolo romano. Soprattutto, è una lettera d'amore appassionata per questa città unica al mondo.
L'ultimo Neandertal
Ludovic Slimak
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2024
pagine: 256
Agosto 2015. Dopo venticinque anni di ricerche archeologiche in una piccola grotta nel sud della Francia, Ludovic Slimak rinviene i resti di un corpo. Nove denti e 1499 punte di selce attirano l’attenzione della sua squadra. Il corpo potrebbe essere quello di uno degli ultimi Neandertal, ma i risultati delle analisi scientifiche più avanzate lasciano perplessi i ricercatori. Équipe provenienti da tutto il mondo iniziano a interrogarsi su questa scoperta. A chi ci troviamo di fronte? Il sito è molto stratificato e la cronologia difficile da decifrare. Poco alla volta però le ipotesi, all’inizio azzardate, prendono forma. Il ritrovamento è destinato a riscrivere in modo radicale la storia degli ultimi Neandertal in Europa e, di riflesso, la comparsa di Homo sapiens sul continente. Ludovic Slimak, tra i massimi esperti mondiali di società neandertaliane, accompagna il lettore in un viaggio incredibile e inaspettato, tra avventure antropologiche (sembrerà di entrare con lui nella Grotta Mandrin e di “sentire” la presenza dei nostri antenati più remoti) e diari scientifici. Racconta, con tono lirico e appassionato, la bellezza della ricerca sul campo, le delusioni per un risultato inaspettato, l’azzardo e l’intuizione di una teoria che trova finalmente riscontro in laboratorio. "L’ultimo Neandertal" è un avvincente viaggio a ritroso nel tempo, sfida i limiti delle conoscenze attuali e ci porta a interrogarci sulle nostre origini e sulle ragioni di una delle più remote grandi estinzioni dell’umanità.
Cosa rispondere a un razzista. Storia, scienza, razza e realtà
Adam Rutherford
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2024
pagine: 144
«Questo libro è un'arma». C'è una guerra in corso e Rutherford, da genetista, non vuole esimersi dal combatterla. Il razzismo ha rialzato la testa, che si tratti della forma più plateale e grossolana praticata dai suprematisti bianchi o di quella più subdola e velata di chi sostiene che i neri sono più portati per la corsa, o gli ebrei più intelligenti. Sono tutte affermazioni prive di fondamento. Gli uomini non sono tutti uguali, certo. Ma classificarli lungo linee biologiche, a cui spesso si associano caratteristiche morali, non si può fare: se non incappando in una serie di contraddizioni che Rutherford analizza con grande competenza, ironia e determinazione. Tutti gli uomini sono parenti tra loro, e molto più di quanto si sospetti. Lo dice la genetica, con precisione matematica. Il razzismo causa da sempre enormi ingiustizie, e in troppi ancora cadono vittime delle sue semplificazioni consolatorie. «[…] né la razza né il razzismo hanno un fondamento scientifico. È nostro dovere opporci allo snaturamento della ricerca scientifica, soprattutto se utilizzato per giustificare il pregiudizio».
Mondi antichi. Una storia epica d'Oriente e d'Occidente
Michael Scott
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2024
pagine: 448
Viviamo in un mondo globalizzato e interconnesso. Eppure, paradossalmente, preferiamo scrivere e leggere la nostra storia come se si fosse svolta in blocchi isolati e impermeabili. E se invece provassimo a raccontare una storia più ampia, che non sia quella di un monolitico «mondo antico», ma di tanti, diversi mondi antichi in stretta relazione uno con l'altro? Michael Scott cerca di abbattere gli steccati disciplinari che hanno finora costretto lo studio della storia, fornendo una prospettiva interconnessa attraverso il racconto di tre momenti chiave del passato: la politica, la religione e la guerra, tutti fattori che hanno contribuito a creare il mondo antico dal Mediterraneo alla Cina. Mondi antichi è un importante lavoro di storia globale, un viaggio coinvolgente che sfida il nostro modo di pensare il passato e ridisegna la mappa dell'età classica per rivelare le sue connessioni nascoste, e ci mostra come la storia antica possa ancora.
E la quarta volta siamo annegati. Sul sentiero della morte che porta al Mediterraneo
Sally Hayden
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2023
pagine: 448
Nel 2018 la giornalista Sally Hayden inizia a ricevere via Facebook richieste d'aiuto da parte di prigionieri detenuti nelle carceri in Libia, migranti che avevano tentato di attraversare il Mediterraneo per scappare da guerre e dittature. A quei messaggi ne seguono molti altri che riportano foto trafugate delle torture subite nelle prigioni, insieme a informazioni sconcertanti che inizialmente nessun giornale era disposto a pubblicare. Hayden decide così di ripercorrere la rotta dei migranti, raccogliendo testimonianze uniche, interpellando vittime, governi, istituzioni e organizzazioni internazionali. L'estenuante percorso migratorio dall'Africa al Mediterraneo, fra morti, abusi di ogni tipo e riscatti esorbitanti, suscita indignazione, tanto quanto apprendere della negligenza delle organizzazioni internazionali come l'ONU e dell'impotenza delle ONG. Ma, soprattutto, l'autrice si sofferma sulle politiche migratorie dell'Unione Europea che hanno contribuito indirettamente ad alimentare il traffico di essere umani. Questa inchiesta cruda e coraggiosa ha la capacità di far emergere le spaventose contraddizioni di un Occidente che ha paura di perdere i propri privilegi. Riesce a scuotere le coscienze e a far riflettere sulle nostre responsabilità collettive e individuali, restituendo voce a chi se l'è vista negare.
Sono normale? Due secoli di ricerca ossessiva della «norma»
Sarah Chaney
Libro: Libro rilegato
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2023
pagine: 274
In passato il termine «normale» era raramente associato al comportamento umano, piuttosto veniva usato in matematica: «normali» erano gli angoli retti e i triangoli, non le persone. Ma a partire dagli anni trenta dell'Ottocento, la «scienza» della normalità prese il sopravvento in Europa: iniziarono a proliferare i test del quoziente intellettivo, questionari sul sesso, censimenti delle allucinazioni e persino mappe della «tipica» bellezza femminile. La definizione della normalità e, di converso, dell'anormale e del deviante inizia a essere messa in discussione negli anni sessanta del Novecento, eppure ai giorni nostri non ci siamo ancora liberati dal desiderio, più o meno conscio, di adeguatezza o uniformità. Sarah Chaney passa in rassegna la normalità come concetto storicamente costruito: dall'«uomo medio» di Quetelet ai circhi dei freaks, dalla normatività sociale legata alle emozioni fino alle taglie dei vestiti, riservando una particolare attenzione alla sanità come strumento di controllo e alle impalcature pseudoscientifiche su cui fino a poco tempo fa si basava la medicina occidentale. L'autrice mostra come ogni incarnazione del normale condivida certe caratteristiche sociali, valori morali e di classe, oltreché striscianti pregiudizi razziali. Questo sorprendente saggio spiega come il normale abbia plasmato non solo la nostra società ma anche ognuno di noi individualmente, svelando i meccanismi che a volte ci portano, senza volerlo, a forzare interpretazioni e a riprodurre giudizi normativi.
Dislocazione involontaria. Trauma e resilienza nell'esperienza di sradicamento
Renos K. Papadopoulos
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2022
pagine: 400
Ogni anno crisi climatica e conflitti politici costringono milioni di persone a fuggire dalle proprie case per cercare di ricostruirsi una vita altrove. Con un approccio autenticamente multidisciplinare e fedelmente orientato alla pratica, questo saggio offre una riflessione profonda e innovativa sui molti aspetti legati alla migrazione forzata, che viene qui chiamata «dislocazione involontaria» alla luce di una raffinata disamina lessicale. In pagine illuminanti, in cui confluisce quasi mezzo secolo di esperienza con i rifugiati, Renos Papadopoulos presenta casi di pratica clinica e analisi epistemologiche che mettono a nudo le trappole del pensiero terapeutico e dell'immaginario sociale legate allo sradicamento. Le diverse prospettive adottate dalla psicoanalisi, dalla filosofia e dall'etimologia non solo permettono di identificare soluzioni a sostegno della persona dislocata, ma espandono anche gli orizzonti di significato relativi a concetti onnicomprensivi e fuorvianti come «trauma» e «vittima», che finiscono per patologizzare, anziché sostenere un percorso di crescita e di cambiamento. Grazie a una psicologia del profondo informata dal punto di vista sociale e politico, vengono proposti strumenti inediti per inquadrare il fenomeno in modo corrispondente alla sua sfaccettata complessità. Un lavoro originale e appassionato, che si nutre dell'impegno umanitario di un professionista della prima ora, per chiunque voglia comprendere senza preconcetti gli impatti psicosociali dello sradicamento.
Gli anelli della vita. La storia del mondo scritta dagli alberi
Valerie Trouet
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2022
pagine: 288
Anche i bambini sanno che basta contare i cerchi concentrici di un tronco per conoscere l'età di un albero. Pochi però sanno che l'apposita branca che studia questi anelli, la dendrocronologia, ha dato uno straordinario contributo alla conoscenza del clima sulla Terra e delle complesse relazioni uomo-ambiente. La datazione comparata di questi preziosi archivi geo-biologici permette di studiare anche il passato più remoto, non solo analizzando quanta anidride carbonica un albero ha immagazzinato – o quali siccità o perturbazioni antropiche ha attraversato – ma ricostruendo le dinamiche climatiche di zone molto distanti fra loro. Valerie Trouet, una delle massime esperte internazionali di dendrocronologia, entra nelle pieghe di questa affascinante disciplina a partire dalle sue avventurose ricerche sul campo, dai remoti villaggi della Tanzania alla taiga siberiana, sulle tracce di alberi da campionare. Attraverso gli esemplari più antichi, datati dalla paleodendrocronologia con maggiore precisione del radiocarbonio, l'autrice spiega il declino di grandi civiltà del passato, causato dallo sfruttamento intensivo delle foreste, intercalando storie sul bottino dei pirati, sul violino di Stradivari o sul segreto delle vittorie di Gengis Khan. Non restano dubbi: i risultati della dendrocronologia, se opportunamente recepiti da governi e organizzazioni intergovernative, possono contribuire ad affrontare le sempre più drammatiche sfide climatiche dell'Antropocene. Questo libro, dunque, non è solo un inno alla straordinaria influenza degli alberi, da cui dipende l'intera vita sulla Terra, ma anche un accorato appello ad affidarci alla scienza per illuminare i misteri del nostro pianeta e rispettarlo in tutta la sua complessità.
La danza della peste. Storia dell'umanità attraverso le malattie infettive
Charles Kenny
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2021
pagine: 272
Se osserviamo lo sviluppo dell'umanità nello scorrere dei millenni, ci rendiamo conto che la vitalità degli imperi, di qualsiasi età e latitudine, è sempre stata influenzata da una costante ineludibile: le malattie infettive. Colpendo a ondate reiterate, questa «danza della peste» ha imposto il ritmo della crescita e del declino di ogni civiltà umana, nessuna esclusa. Charles Kenny analizza la grande Storia della nostra specie tramite la lente, spesso trascurata, delle infezioni. Un'esplorazione che va dai vecchi imperi dissolti a causa di nemici invisibili fino all'emergere del concetto di igiene e sanità pubblica, dalle rotte degli schiavi ai genocidi causati dal vaiolo, dalle quarantene nella storia delle migrazioni fino all'HIV e all'Ebola, dagli albori delle campagne vaccinali ai movimenti no-vax. Grazie ai progressi della medicina, nelle ultime generazioni pareva che l'umanità si fosse liberata dalla morsa dei cicli pandemici, dando vita a un mondo globalizzato e spensieratamente florido. Ma questo incredibile sviluppo è diventato precario proprio a causa degli insidiosi aspetti di una prosperità apparentemente senza limiti. Le fluttuazioni della popolazione, il commercio globale e il cambiamento climatico hanno reso l'umanità di nuovo vulnerabile alle epidemie, come ha dimostrato fin troppo chiaramente il caso del Covid-19. In queste pagine, chiare e puntuali, scopriamo aspetti inediti della storia dell'uomo, informazioni a tratti inquietanti che pure è quanto mai necessario conoscere. Ma capiamo anche quanto sia urgente una maggiore cooperazione globale verso una salute sostenibile se vogliamo rimettere l'umanità sul cammino virtuoso già intrapreso contro le infezioni.
Perché fidarsi della scienza?
Naomi Oreskes
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2021
pagine: 208
I medici sanno davvero di cosa stanno parlando quando ci dicono che i vaccini sono sicuri? Dovremmo prendere in parola gli esperti del clima quando ci mettono in guardia sui pericoli del riscaldamento globale? Perché dovremmo credere agli scienziati quando i nostri politici non lo fanno? A partire da queste domande Naomi Oreskes costruisce una solida e avvincente difesa della scienza, mostrando in che modo il carattere sociale della conoscenza scientifica sia la sua forza più grande e la ragione migliore per darle fiducia. Ripercorrendo la storia e la filosofia della scienza degli ultimi due secoli, Oreskes mette in dubbio l'esistenza di un unico, aureo metodo scientifico, ma non rinuncia per questo a difendere la scienza dai suoi detrattori. La superiore affidabilità delle tesi scientifiche deriva, nella sua visione, dal processo sociale che le produce. Questo processo non è perfetto – niente lo è mai quando sono coinvolti gli esseri umani – ma Oreskes ci offre delle lezioni fondamentali proprio a partire dai casi in cui gli scienziati si sono sbagliati. È nel racconto di questi illuminanti «errori» che l'autrice ci accompagna in un viaggio appassionante tra alcune delle tesi più bizzarre e discutibili della storia della scienza: da quella dell'energia limitata, secondo la quale le donne non potevano dedicarsi agli studi e all'istruzione superiore senza indebolire le proprie funzioni riproduttive; a quella dell'eugenetica, i cui programmi statunitensi di inizio Novecento ispirarono la Germania nazista, promuovendo politiche che vennero interpretate come il coerente risvolto sociale della teoria darwiniana dell'evoluzione. Eppure, anche nei momenti di maggior diffusione di queste teorie, esisteva una comunità scientifica che non offriva il proprio consenso, e metteva in evidenza gli aspetti ideologici e gli interessi nascosti che si celavano dietro a quei risultati. Il punto è che la nostra fiducia non deve andare agli scienziati – per quanto saggi o autorevoli possano essere – ma alla scienza in quanto processo sociale, proprio perché garantisce il suo consenso solo dopo avere sottoposto le proprie tesi a uno scrutinio rigoroso e plurale.
La casa in montagna. Storia di quattro partigiane
Caroline Moorehead
Libro: Libro rilegato
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2020
pagine: 424
Siamo ormai a tre generazioni di distanza dalla guerra partigiana del 1943-45, e certi eventi di quegli anni hanno perso in parte la loro carica emozionale. In questi decenni è stato compiuto (e ancora si compie) un imprescindibile lavoro di ricerca storica, che ha documentato con cura le battaglie e le vite dei protagonisti di allora, e ha analizzato nel dettaglio gli elenchi degli assassinati e dei torturati, e l'orribile computo dei drammi umani, spesso descritto con linguaggio asettico nei documenti della burocrazia. Oggi è importante che, per non dimenticare, si levi su quelle vicende anche una voce autoriale, in grado di legare i fatti storici in un filo narrativo coinvolgente e cristallino. È ciò che fa Caroline Moorehead in questo libro, un'opera completa, capace di ricreare l'atmosfera di paura e di dolore, ma anche in grado di rendere la spinta ideale provata da molte donne coraggiose, determinate ad agire e rischiare per il bene della loro comunità. Pagina dopo pagina, leggiamo senza fiato la storia delle quattro protagoniste – Ada Gobetti, Bianca Guidetti Serra, Frida Malan e Silvia Pons –, partigiane emblematiche di un intero movimento di donne altruiste, forti e motivate, che animarono azioni di ribellione collettiva, sfidando la guerra, la paura e i pregiudizi. In questo racconto, attento e delicato, troviamo testimonianze che riescono a commuovere e a ispirare, e restano impresse a lungo, grazie alla penna felice dell'autrice. Attraverso lo sguardo e l'esempio di queste protagoniste in lotta contro il nazifascismo,La casa in montagna ci restituisce una memoria unica, che oggi troppi vorrebbero dimenticare.