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Libri di Fiorella Mattioli Carcano

San Filiberto sul lago d'Orta
20,00

Santuari à répit. Il rito del «ritorno alla vita» o «doppia morte» nei luoghi santi delle Alpi

Santuari à répit. Il rito del «ritorno alla vita» o «doppia morte» nei luoghi santi delle Alpi

Fiorella Mattioli Carcano

Libro: Libro rilegato

editore: Priuli & Verlucca

anno edizione: 2009

pagine: 224

Un tempo la morte di un bambino era frequente ed elaborata dalla mentalità di allora. Ma il decesso prima del battesimo condannava il piccolo defunto al limbo, spazio dell'Aldilà mai veramente accettato dai fedeli. A queste creature non era concessa neppure la sepoltura in terra consacrata; interrate in luoghi incolti, lungo i fiumi, fra le rocce dei monti, il loro spirito secondo le leggende - vagava in cerca di pace e tornava a tormentare i viventi. Il desiderio di dare ai propri figli la salvezza dell'anima è all'origine del rito e dei santuari del "ritorno alla vita", che gli studiosi francesi hanno chiamato à répit, del respiro, e altri della "doppia morte" o della "morte sospesa". I santuari del ritorno alla vita sono piuttosto rari in Italia, ma le Alpi occidentali ne annoverano diversi, dedicati alla Madonna e ad alcuni santi. Davanti alla santa immagine che "abitava" il luogo, si posava - con infinita speranza - il piccolo morto e - fra preghiere e promesse - si imploravano i celesti protettori perché ottenessero da Dio un "miracolo di tenerezza", che attuasse il rovesciamento della situazione, permettendo al bambino di tornare in vita, soltanto il tempo di un respiro. Breve istante fra morte e morte, sufficiente per entrare nella luce dei beati.
14,50

Santuari à répit. Il rito del «ritorno alla vita» o «doppia morte» nei luoghi santi delle Alpi

Fiorella Mattioli Carcano

Libro: Libro rilegato

editore: Priuli & Verlucca

anno edizione: 2025

pagine: 224

Un tempo la morte di un bambino era frequente ed elaborata dalla mentalità di allora. Ma il decesso prima del battesimo condannava il piccolo defunto al limbo, spazio dell'Aldilà mai veramente accettato dai fedeli. A queste creature non era concessa neppure la sepoltura in terra consacrata; interrate in luoghi incolti, lungo i fiumi, fra le rocce dei monti, il loro spirito - secondo le leggende - vagava in cerca di pace e tornava a tormentare i viventi. Il desiderio di dare ai propri figli la salvezza dell'anima è all'origine del rito e dei santuari del «ritorno alla vita», che gli studiosi francesi hanno chiamato à répit, del respiro, e altri della «doppia morte» o della «morte sospesa». In questi loca sancta compassionevoli cortei portavano i piccoli che non avevano visto la luce, o avevano chiuso gli occhi nei primi istanti di vita. Non c'era stato il tempo per battezzarli, l'acqua lustrale del primo sacramento non aveva lavato il peccato originale e la loro anima, pur senza colpe personali, era destinata a uno spazio liminale, ai bordi dei luoghi dell'Aldilà, dove non avrebbero sofferto le pene infernali, ma la privazione della vista di Dio. I santuari del ritorno alla vita sono piuttosto rari in Italia, ma le Alpi occidentali ne annoverano diversi, dedicati alla Madonna e ad alcuni santi. Sono frequentemente localizzati in luoghi appartati, su alture, in vallette, nei boschi, ma anche in zone collinari, sovente avvolti in silenzi scanditi solo dal rumore dell'acqua: tramandano intatto, pur con differenti manifestazioni devozionali, il loro spirito. Davanti alla santa immagine che abitava il luogo, si posava - con infinita speranza - il piccolo morto e - fra preghiere e promesse - si implora- vano i celesti protettori perché ottenessero da Dio un miracolo di tenerezza, che attuasse il rovesciamento della situazione, permettendo al bambino di tornare in vita, soltanto il tempo di un respiro. Breve istante fra morte e morte, sufficiente per entrare nella luce dei beati.
16,50

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