Libri di G. Morosato
Il diritto alla città
Henri Lefebvre
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2014
pagine: 138
Il diritto alla città di cui ci parla Henri Lefebvre in questo suo straordinario e lungimirante lavoro non esprime semplicemente la rivendicazione di bisogni essenziali. Esso si configura piuttosto come una qualità specifica dell'urbano, che comprende l'accesso alle risorse della città e la possibilità di sperimentare una vita urbana alternativa alle logiche e ai processi di industrializzazione e di accumulazione del capitale. "Il diritto alla città - scrive infatti Lefebvre - si presenta come forma superiore dei diritti, come diritto alla libertà, all'individualizzazione nella socializzazione, all'habitat e all'abitare. Il diritto all'opera (all'attività partecipante) e il diritto alla fruizione (ben diverso dal diritto alla proprietà) sono impliciti nel diritto alla città". Tale diritto passa perciò attraverso la rottura dei dispositivi di controllo e di omologazione della vita quotidiana, attraverso una riappropriazione dei tempi e degli spazi del vivere urbano che richiede una nuova configurazione delle relazioni sociali, politiche ed economiche, a partire da un drastico cambiamento nell'arena decisionale. "Il nostro principale compito politico, suggerisce Lefebvre, consiste allora nell'immaginare e ricostituire un modello di città completamente diverso dall'orribile mostro che il capitale globale e urbano produce incessantemente". Prefazione di Anna Casaglia.
Geometria dello spazio sociale. Pierre Bourdieu e la filosofia
Pierre Macherey
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2014
pagine: 118
Pierre Macherey, filosofo francese tra i più importanti dell'attuale scena culturale, in questo libro pensato per il pubblico italiano ci presenta un'interpretazione "d'autore" della sociologia di Pierre Bourdieu. Al centro della sua analisi Macherey pone il rapporto conflittuale, ambivalente e mai del tutto risolto, che il sociologo ha sempre avuto con la filosofia, a cui deve del resto la propria formazione. A testimoniarlo, la sua passione per Blaise Pascal, figura per eccellenza dell'eterodossia, dal quale Bourdieu impara a diffidare delle vane illusioni create dai filosofi e a mettersi alla ricerca di quella "ragione degli effetti" che guida inconsciamente le azioni apparentemente più bizzarre degli agenti sociali. Dagli studi etnologici a quelli sul sistema educativo, dal concetto di pratica a quello di ragione scolastica, Macherey valorizza sempre la dimensione politica del dispositivo sociologico di Bourdieu, la sua volontà di svelare i meccanismi di dominazione che si annidano anche nelle pratiche sociali più banali e quotidiane.
Che fine hanno fatto gli intellettuali? Conversazione con Régis Meyran
Enzo Traverso
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2014
pagine: 103
Per tutto il Novecento, l'intellettuale è stato un guastafeste, un'intelligenza critica che affermava la verità contro il potere. Zola, Orwell, Arendt, Sartre e Pasolini, per indicarne solo alcuni, l'hanno incarnato in momenti diversi. Oggi questa parola ha perduto la sua aura e designa soprattutto i personaggi che invadono i nostri schermi televisivi. Secondo Enzo Traverso, questa eclissi ha diverse ragioni: la fine delle utopie del Novecento, la svolta conservatrice degli anni Ottanta, la mercificazione della cultura, le disillusioni di una generazione. In un mondo "post-ideologico" in cui la politica si nutre sempre meno di idee, l'intellettuale è stato sostituito dall'"esperto" al servizio dei potenti e dallo specialista della comunicazione. I movimenti sociali sono rimasti orfani. In questo nuovo paesaggio, il pensiero dissidente non è però scomparso. Enzo Traverso coglie i segni che annunciano una nuova articolazione tra produzione del sapere, critica del potere e impegno politico. Un bilancio e un auspicio per reinventare l'intellettuale del nostro secolo. Prefazione di Régis Meyeran.
Il governo delle disuguaglianze. Critica dell'insicurezza neoliberista
Maurizio Lazzarato
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2013
pagine: 130
Questo lavoro nasce dalla necessità di ritornare su una precedente inchiesta riguardante le condizioni di impiego, di lavoro e di disoccupazione degli intermittenti dello spettacolo, ma con sguardo leggermente diverso da quello socio-economico con la quale era stata condotta. Privilegiando altri approcci, come quelli elaborati da Michel Foucault, Gilles Deleuze e Felix Guattari, lo scopo è di far emergere ciò che da essa appariva solo in filigrana, ossia gli "effetti di potere", i dispositivi economici e sociali, la complessità dei modi di assoggettamento delle politiche neoliberiste e dei processi di soggettivazione del conflitto, i vincoli e le libertà che il governo delle disuguaglianze comporta. Da questo governo, che tratta ciascun individuo, ciascun lavoratore isolatamente, come un'impresa, si diffondono diverse paure, che investono tutti i segmenti della società neoliberista e ne costituiscono il fondamento affettivo. La condizione dei lavoratori dello spettacolo francesi, e le loro lotte contro la "riforma" del sistema di indennità di disoccupazione, vengono dunque assunte come un "analizzatore" delle condizioni generali di produzione e riproduzione del mercato del lavoro flessibile e precario, e come rivelatrici delle nuove forme di asservimento e di modalità di rifiuto, di lotta e di soggettivazione politica che esse implicano. Modalità che oggi, tuttavia, devono fare i conti - come suggerisce il saggio aggiunto per l'edizione italiana - con il nuovo "Capitalismo di Stato".
Bisogna uscire dall'euro?
Jacques Sapir
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2012
pagine: 158
Dalla Grecia all'Italia, passando per l'Irlanda, il Portogallo e la Spagna, l'eurozona è attraversata da una crisi profonda. Chi pensava che la moneta unica ci avrebbe protetto ha dovuto ricredersi. D'altra parte, le politiche neoliberiste messe in campo per salvare l'euro, se da un lato tranquillizzano momentaneamente i mercati, dall'altro aggravano ancor più la situazione economica e sociale dei paesi più deboli, gettandoli in una spirale depressiva che li sta rendendo ancora più poveri e indebitati. La politica della Germania sta trascinando l'Unione europea in una duplice crisi, economica e politica. La frenetica volontà di Berlino di imporre l'aggiustamento di bilancio ai vicini più fragili ha aggravato la recessione. Inoltre, le nuove richieste rivolte alla Grecia hanno sovvertito l'intero sistema istituzionale sul quale è stata costruita l'Unione europea. Berlino ha reinventato la "sovranità limitata", commissariando paesi e imponendo governi. Né sarebbe avventato chiedersi se il calcolo implicito fatto dai governanti tedeschi, ossia che il mantenimento dell'eurozona costa loro più caro del suo scioglimento, non sia una buona ragione per porvi fine. Sulla base di tali considerazioni, Sapir si propone di esaminare la crisi attuale, mettendone in evidenza origini e politiche che l'hanno causata, e ragionando sulle soluzioni ancora a disposizione, fuori dalla logica disastrosa che governa le regole della moneta unica.
Il passato: istruzioni per l'uso. Storia, memoria, politica
Enzo Traverso
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2006
pagine: 143
L'industria culturale, i musei, le commemorazioni, i programmi educativi contribuiscono a fare della memoria del passato una sorta di "religione civile" delle società contemporanee. Questa religione spesso assolve una funzione apologetica: conservare il ricordo dei totalitarismi per legittimare l'ordine occidentale, occupare i territori palestinesi per impedire un nuovo Olocausto, invadere l'Iraq per non ripetere Monaco. Di fronte a un secolo di fuoco e sangue, la memoria rivendica i suoi diritti sul passato. E il riaffiorare della memoria ha suscitato un dibattito intellettuale, che qui Enzo Traverso ricostruisce nelle sue grandi linee, da Maurice Halbwachs a Paul Ricoeur, da Walter Benjamin a Yosef H. Yerushalmi, da Primo Levi a Imre Kertész. Con l'aiuto di numerosi esempi tratti dalla storia del XX secolo questo libro mette in luce i fili che collegano i diversi segmenti della memoria collettiva, la scrittura del passato a opera degli storici e le politiche della memoria. Un libro fondamentale per capire i legami complessi che uniscono la ricerca storica, l'elaborazione della memoria e il suo uso pubblico, vale a dire il rapporto della memoria con la politica, nel senso più nobile come in quello più prosaico e triviale della parola.