Libri di Gennaro Oliviero
Pagine sparse
Gennaro Oliviero
Libro: Libro in brossura
editore: Il ramo e la foglia edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 336
La biografia intellettuale di Gennaro Oliviero può essere rappresentata come una scia di feconda e lunga fedeltà al mondo, al corpus testuale, all’esistenza e alla ricezione di Marcel Proust. Egli ha infatti inanellato, nel corso dei decenni, una corposa serie di scritti di argomento proustiano. Non è un caso se anche in questa raccolta di pagine sparse – che spaziano dalle arti figurative alla storia napoletana – il mastice sia costituito dai numerosi studi consacrati all’autore della Recherche. Oliviero si comporta come lo studioso che agisce attraverso indagini ben localizzate: le apparizioni pittoriche nell’opera proustiana; la formazione artistica di Proust; i suoi primi biografi; il rapporto con i Goncourt e così via. Ma tra le sue pagine sparse si trovano anche altri percorsi, quasi inaspettati, si tratta di percorsi letterari, artistici e finanche cittadini, all’interno di una Napoli fervente di bellezza; troviamo riflessioni e illuminazioni di un brillante e appassionato conoscitore della letteratura e dell’arte, questo non potrà che entusiasmare il cuore e l’intelligenza del lettore.
Il mio Proust. Scritti proustiani (1998-2021)
Gennaro Oliviero
Libro: Libro in brossura
editore: Il ramo e la foglia edizioni
anno edizione: 2022
pagine: 384
«Ci si può accostare in tanti modi alla Recherche e ognuno è personalissimo. Si può farlo, ad esempio, con la conoscenza del critico, indispensabile aiuto per non perdere la bussola nell'oceano proustiano, o con l'operoso costante lavoro di appassionati saggisti come Gennaro Oliviero che, anche attraverso la raccolta di scritti di grandi autori o semplici "amateurs" condotta da lui in lunghi anni, ha animato la rivista bilingue italiano/francese Quaderni proustiani. Si può farlo con l'animo sgombro dai ragionamenti di chi si abbandona al moto ondoso di frasi interminabili e si lascia trasportare in quel mare a volte reso sereno da una calma piatta in cui si intuisce in lontananza la sconvolgente traccia dell'infinito. È "le bonheur de Proust" di cui ci parla Barthes, in cui "d'une lecture à l'autre, on ne saute jamais les mêmes passages"» (dall'introduzione di Lorenza Foschini)