Libri di Luca Palli

Terzo aprilante, quaranta dì durante… L’antico proverbio toscano ci avverte: se piove il terzo giorno di aprile, avremo maltempo per almeno quaranta giorni. E il tre di aprile, a Firenze si scatena un temporale di dimensioni apocalittiche. Forse dovuto ai mutamenti climatici, forse all’ira degli dèi per la ostinata follia degli uomini, oppure a chissà che cosa. Sta di fatto che Travagli è costretto a investigare sotto una pioggia fastidiosa e continua che certo non giova alla sua anima perennemente tormentata dal dubbio. Oltre a questo, l’indagine è complessa e – potremmo dire - piuttosto affollata. Riguarda il rapimento di tre ragazzi giovanissimi e accidenti, somiglia maledettamente ad un cold case di quattro anni prima, divenuto tale nonostante le minuziose ricerche svolte dai carabinieri. Questa volta però, Travagli non è il solo a cercare di risolvere il caso. Qualcun altro vuole far luce sul mistero e per raggiungere lo scopo che si è prefissato, si lascia dietro una lunga scia di cadaveri.

Mezz'ora abbondante, nel bianco e nel buio appena rischiarato, nel silenzio dei respiri affannosi, nel gelo. Travagli procede lento e a tratti veloce, si china e si rialza, toglie gli occhiali e li rimette, scatta foto col cellulare sulle tracce di fuliggine che sporcano la neve. Poi, d'improvviso, rientra in casa. “Dovresti misurarti la temperatura, Francesco” dice Lela mentre spranga la porta. “Fra un momento.” “Hai scoperto qualcosa là fuori?” “Sì.” La foresta di Vallombrosa nasconde un terribile segreto. È lì che la belva ha fatto la sua tana, è lì che ha ucciso e mutilato i corpi delle sue vittime. Ma cos'è la belva? Un lupo? Un uomo? Oppure entrambe le cose?

Mi sbaglio, sono certo di sbagliarmi. Ma se è lui, se è ancora lui, questa volta lo troverò. Per te e per quelle disgraziate dell’East End. Non importa se riesce a superare le barriere del tempo e dello spazio, non importa. Io sono qui e aspetto. E questa volta chiuderemo il conto. Io te lo giuro, Polly. Londra, 1888 Jack lo Squartatore, il primo serial killer che la storia ricordi, uccise almeno cinque donne. Nonostante le minuziose indagini svolte da Scotland Yard, quei delitti rimasero impuniti. Ancora oggi nessuno conosce l’identità del mostro. Firenze, 2023 Travagli si inginocchia accanto ai resti di Luisa Esposito per dire qualcosa. Poche parole, bisbigliate con un filo di voce perché figlie di sensazioni e non di certezze. Forse, Lui è tornato. Travagli indaga.

Due omicidi avvenuti a trentacinque anni di distanza l’uno dall’altro. E un fantasma, (naturalmente senza pace) un libro (casualmente spuntato fuori) e infine qualcuno che sa ma non dice. Tre donne, amiche da sempre, indagando su una storia di amore e di morte, s’imbattono casualmente in un poliziotto atipico, particolare e tormentato: Francesco Travagli, vicecommissario della Questura di Firenze. Anche lui sta cercando di far luce sul mistero, anche lui sta seguendo una pista che conduce alla follia.

Mezz’ora abbondante, nel bianco e nel buio appena rischiarato, nel silenzio dei respiri affannosi, nel gelo. Travagli procede lento e a tratti veloce, si china e si rialza, toglie gli occhiali e li rimette, scatta foto col cellulare sulle tracce di fuliggine che sporcano la neve. Poi, d'improvviso, rientra in casa. “Dovresti misurarti la temperatura, Francesco” dice Lela mentre spranga la porta. “Fra un momento.” “Hai scoperto qualcosa là fuori?” “Sì.” La foresta di Vallombrosa nasconde un terribile segreto. È lì che la belva ha fatto la sua tana, è lì che ha ucciso e mutilato i corpi delle sue vittime. Ma cos'è la belva? Un lupo? Un uomo? Oppure entrambe le cose?

Il nuovo anno tinge di nero il cielo sopra Firenze: cinque omicidi in soli tre mesi. La Polizia è in affanno, incalzata dal ministro, dalla stampa, dall'opinione pubblica terrorizzata. Fra le vittime ci sono anche due poliziotti e l'urgenza di scoprire i responsabili dei delitti impone la creazione di un ristretto pool di uomini scelti. La vicequestore Speranza e il commissario Travagli guidano questi uomini duramente colpiti dalla perdita dei colleghi. Tensione, stanchezza, dubbi e la soluzione del caso che sembra non arrivare, minano alla base antiche e consolidate amicizie fra i membri della squadra. È il caos.

Un tentato stupro, la fuga di un pirata della strada, un regolamento di conti fra delinquenti. Normale, quotidiana routine in una Firenze fredda e piovosa che si sta preparando al Natale. Ma il commissario Travagli non riesce più a dormire. Teme che dietro a quei fatti apparentemente scollegati gli uni dagli altri si nasconda una minaccia. Un odio inestinguibile che presto lo investirà nei suoi affetti più cari. Per fermare un killer implacabile, Travagli è costretto a intraprendere un viaggio a ritroso nel tempo fino alla Firenze dell’anteguerra. In piazza Oberdan, dove quattro bambini giocavano ai Moschettieri ignari di ciò che il futuro aveva in serbo per loro. Perché come l’amicizia, anche l’odio non muore mai.