fbevnts
Vai al contenuto della pagina
Iscriviti alla newsletter

Libri di Luigi Lenti

Gli uomini nell'alto castello. Etica ed estetica nella Luftwaffe 1939-1945

Luigi Lenti

Libro: Libro in brossura

editore: Robin Edizioni

anno edizione: 2023

pagine: 276

Questo non è un saggio di storia alternativa perché gli eventi raccontati sono realmente accaduti e le persone descritte sono realmente esistite. Le missioni dei Jagdgeschwader schierati nei diversi teatri operativi, le sorprendenti iniziali vittorie dei piloti della Luftwaffe ma anche le successive inevitabili sconfitte, i violenti contrasti tra alcuni Experten e il loro comandante in capo Hermann Göring sono tutti episodi noti. Così come sono familiari agli appassionati di storia militare i nomi di: Adolf Galland, Günther Rall, Erich Hartmann, Günther Lützow, Hannes Trautloft, Johannes Steinhoff e molti altri piloti descritti nel libro. Sono stati infatti i migliori piloti da caccia della Luftwaffe; erano loro gli Experten, gli assi tedeschi sui quali si è concentrato lo studio di storici e saggisti. È indiscutibile affermare che Galland, Rall, Hartmann, Lützow, Trautloft e Steinhoff, costituendo l'élite della Luftwaffe, rappresentassero gli archetipi della propaganda nazista. Erano vere e proprie icone. Issati su un piedistallo come eroi esemplari, adulati nei primi anni del conflitto quando i caccia tedeschi dominavano i cieli d'Europa, vennero in seguito denigrati e accusati di viltà e insubordinazione dal loro comandante in capo Hermann Göring, quando la vittoria appariva ormai un lontano miraggio. Dietro l'immagine romantica di "Cavalieri del cielo" che la propaganda nazista aveva abilmente costruito cosa si nascondeva realmente? Questi piloti che ogni giorno si alzavano in volo erano a conoscenza delle atrocità commesse dal regime nazista? L'avversione che molti assi avevano dimostrato nei confronti della Gestapo e delle SS era reale? È giusto raccontare le storie di uomini che hanno combattuto al meglio delle loro possibilità per la peggiore causa possibile? Dalla lettura di testi originali mai tradotti si può arrivare a comprendere chi fossero veramente Gli uomini nell'alto castello. Emergono i comportamenti umani, i doveri morali verso se stessi e gli altri, la disciplina e il cameratismo così come il complesso rapporto dei piloti con i loro aerei perché gli Experten "ascoltavano" i loro caccia ed erano convinti che avessero un carattere proprio. Il minaccioso e irrequieto Messerschmitt Bf 109 era il loro cavallo di battaglia... Era Βουκέφαλος. Introduzione di Luigi Sanvito.
20,00 19,00

Vincitori e vinti. Il processo di Norimberga tra storia e cinema

Luigi Lenti

Libro: Libro in brossura

editore: Robin Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 256

“Il caso è insolito in quanto tutti gli imputati sono accusati di reati commessi in nome della legge. Questi uomini, insieme ai loro defunti o latitanti colleghi, rappresentano ciò che veniva gabellato per giustizia durante il Terzo Reich. Gli imputati operavano da giudici durante il periodo del Terzo Reich. Pertanto voi, signori giudici, sedete in questo tribunale per giudicare altri giudici che siedono al banco degli imputati. Ed è giusto che sia così poiché solo un giudice sa quanto un tribunale sia più dell’aula in cui egli siede. Sia in prassi che in spirito è la Casa della Legge. Gli imputati sapevano tutto questo, conoscevano le aule di tribunale, sedevano nelle loro toghe nere, distorcevano, prevaricavano, distruggendo la giustizia e la legge della Germania. Questo è di per se stesso indubbiamente un grave crimine, ma la pubblica accusa non chiama gli imputati a rispondere di violazione delle garanzie costituzionali, né di intralcio alla dovuta prassi legale. La pubblica accusa li chiama a rispondere di omicidi, brutalità, torture, atrocità. Essi condividono con tutti i capi del Terzo Reich, la responsabilità dei più feroci, dei più calcolati, dei più disastrosi crimini nella storia dell’umanità. Ed essi sono forse più colpevoli di molti altri poiché erano uomini maturi molto prima che Hitler arrivasse al potere. Le loro menti non erano distorte in gioventù dalla dottrina nazista. Essi abbracciarono l’ideologia del Terzo Reich quando erano già adulti e consapevoli, quando più di ogni altra cosa, dovevano venerare la giustizia. E qui essi riceveranno quella giustizia che negarono ad altri. Saranno giudicati secondo le prove presentate in questo tribunale, l’accusa non chiede nulla di più”. (Dichiarazione di apertura del colonnello Tad Lawson)
19,00 18,05

La casa bianca al cinema. JFK, Nixon, W. I presidenti nella storia e nei film di Oliver Stone

Pier Francesco Galgani, Luigi Lenti

Libro

editore: Robin Edizioni

anno edizione: 2015

pagine: 416

Oliver Stone è stato capace di firmare tre pellicole, caso unico nel genere, su tre presidenti emblematici, in grado di simboleggiare tre momenti diversi ma estremamente importanti della storia americana recente. JFK, Richard Nixon e George W. Bush. Per ognuno dei tre film sono state analizzate le scelte cinematografiche, il cast e la filosofia del regista, cui sono state affiancate considerazioni storiche a proposito dei tre presidenti desunte dall'impostazione data ad ogni pellicola. Per JFK, sono state sviluppate le diverse tematiche del complotto riguardo il suo assassinio; per Nixon è stato evidenziato il suo rapporto con Henry Kissinger e in generale le sue ossessioni personali, al limite del patologico. Nel caso di George W. Bush l'attenzione è stata rivolta al controverso rapporto con il padre, George H.W. Bush, alla sua fede evangelica, all'influenza nelle sue scelte di vita e alle mistificazioni politiche su cui si è basato l'impegno americano in Iraq.
25,00 23,75

La guerra in Vietnam. Le scelte presidenziali di JFK, Lyndon Johnson, Nixon e la prospettiva del grande schermo: «Berretti Verdi vs Platoon»

La guerra in Vietnam. Le scelte presidenziali di JFK, Lyndon Johnson, Nixon e la prospettiva del grande schermo: «Berretti Verdi vs Platoon»

Pier Francesco Galgani, Luigi Lenti

Libro

editore: Robin Edizioni

anno edizione: 2018

pagine: 696

«Il Vietnam Veterans Memorial è un muro di marmo nero, lungo 76 metri, posto sul Mall, la spianata tra l'obelisco, eretto in ricordo di George Washington, la cupola del Congresso e la Casa Bianca. Sulla pietra scurissima sono riportati i nomi degli oltre 58.0000 caduti americani. Ogni giorno centinaia di persone si fermano, in silenzio, a cercare un parente o un amico. Un luogo del ricordo e della riflessione che testimonia quanto il conflitto in Indocina abbia segnato in modo indelebile la società e la memoria degli Usa. Gli Stati Uniti hanno voluto erigere un monumento significativo ai loro morti. Perché? Come è cambiata la politica estera americana con e dopo il Vietnam? Quali sono state le conseguenze più durature di una guerra, in fondo periferica, nella società, nel costume, nell'opinione pubblica e nella politica americana? Come è cambiato l'istituto della presidenza, a seguito della guerra? La “presidenza imperiale” dello storico Arthur Schlesinger potrebbe essere una conseguenza anche della guerra in Vietnam? È possibile che il conflitto indocinese abbia contribuito all'accrescimento dei “muscoli” dell'esecutivo in un sistema costituzionale nato per emulare l'equilibrio dei poteri di Charles de Montesquieu? Quale è stato il ruolo di Eisenhower, Kennedy, Johnson e Nixon nell'evoluzione del conflitto?» (Pier Francesco Galgani) «Nel 1968 mentre John Wayne, forse il più famoso tra gli imboscati di Hollywood, realizzava "Berretti Verdi", il film più reazionario e agiografico sulla guerra in Vietnam, un giovane ragazzo newyorkese di appena vent'anni sceglieva volontariamente di combattere nella giungla indocinese, precipitando in un incubo che lo avrebbe segnato per tutta la vita. Era Oliver Stone. "Berretti Verdi" presentava un'immagine mitica che era familiare e confortante; John Wayne aveva vinto la guerra in Vietnam così come aveva vinto la seconda guerra mondiale. "Platoon" ha rivelato agli americani uno scenario apocalittico; la guerra del Vietnam come solo un soldato che era stato in quei luoghi poteva raccontare. Per questo motivo il sottotitolo "Berretti Verdi Vs. Platoon" accosta consapevolmente i due film al mondo del pugilato, perché questi due “pesi massimi” della cinematografia americana hanno lasciato un segno indelebile nel panorama della filmografia mondiale. Da una parte abbiamo, con la forza del mito americano incarnato da John Wayne, l'unico film sulla guerra in Vietnam prodotto durante il conflitto, realizzato con l'esplicito scopo di dimostrare le ragioni del coinvolgimento degli Stati Uniti nel sud-est asiatico. Dall'altra parte abbiamo un film scritto e diretto da Oliver Stone, che ha combattuto in Vietnam e che ha cercato di fare un film sulla guerra che “non è fantasia, non è leggenda, non è metafora, non è un messaggio, è semplicemente il ricordo di quello che gli è accaduto”.» (Luigi Lenti)
25,00

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.