Libri di Michele Zacchigna
Piccolo elogio della non appartenenza. Una storia istriana
Michele Zacchigna
Libro: Libro in brossura
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2021
pagine: 58
Racconto di una storia istriana, questo memoir assume la prospettiva individuale di un cucciolo dell’esodo che si è visto consegnare il peso di una memoria affidata al rimpianto e al rancore. Le parole tracciano un percorso di emancipazione dalle tentazioni identitarie e dal loro carattere puramente accidentale. È, infatti, il corpo morto della madre, più che la terra perduta, a restituire nuova, e forse inattesa, consapevolezza al senso dell'appartenenza. E a rendere possibile, per la memoria e per la storia, «un approdo diverso». Postfazione di Paolo Cammarosano.
La società castellana nella patria del Friuli: il dominium dei di Castello (1322-1532)
Michele Zacchigna
Libro: Libro in brossura
editore: CERM
anno edizione: 2018
pagine: 257
Attraverso l'analisi di un contesto specifico – lo spazio sociale raccolto intorno al dominium tarcentino dei signori di Castello – il volume ripercorre alcuni fondamentali passaggi del basso medioevo friulano, scandendo i tempi e i percorsi di una vicenda in cui i temi classici della storia delle campagne la fisionomia dell'ambiente agrario, il profilo della condizione contadina, le forme del credito rurale, le dinamiche di affermazione sociale si intrecciano continuamente con la sfera del potere. La scena è soprattutto occupata dai rapporti fra le diverse componenti sociali: il dominus loci, il notabilato locale, il sostrato artigiano, la realtà dei massari, ma nello specchio della società castellana si rifrangono tensioni e movimenti che chiamano in causa la perentoria comparsa del centralismo udinese, il portato distruttivo degli scontri militari, la dissoluzione dello stato patriarchino, le conseguenze della conquista veneziana.
Notai, cancellieri e ceto politico nell’Italia nord-orientale fra Due e Quattrocento
Michele Zacchigna
Libro: Libro in brossura
editore: CERM
anno edizione: 2018
pagine: 191
Il volume raccoglie integralmente il libro che quindici anni or sono Michele Zacchigna, dedicò a un notaio udinese del primo Quattrocento. La particolarità di questa figura di estrazione artigiana, cioè popolare, consiste nel fatto di avere accompagnato la propria attività professionale di notaio con una scrittura di carattere autobiografico e familiare, intersecata con ricordi e giudizi intorno alle drammatiche vicende udinesi nella fase di passaggio dalla sovranità dei patriarchi aquileiesi al dominio della Repubblica di Venezia. Michele Zacchigna estese la vicenda del notaio Quirino a quella del figlio e del nipote, quest'ultimo ingloriosamente condannato come falsario. Anche attraverso questo non lieto fine Zacchigna ricostruiva elementi importanti della tecnica notarile, raccordandoli a tutta una serie di situazioni professionali e sociali del Friuli tardomedievale. Accanto allo studio sul notaio Quirino, ai suoi successori e al suo ambiente sono riproposti qui altri due lavori, più brevi, di ambito triestino. I protagonisti sono i cancellieri del Comune: élite politica, culturale e sociale della quale Zacchigna ricostruisce la formazione e l'evoluzione su un lungo arco di tempo. I tre lavori costituiscono nel loro insieme tutta una pagina di storia culturale e sociale del tardo medioevo. Presentazione di Paolo Cammarosano.
Lavoro sottoposto e commerci in una comunità friulana
Michele Zacchigna
Libro
editore: EUT
anno edizione: 2001
pagine: 200
Piccolo elogio della non appartenenza. Una storia istriana
Michele Zacchigna
Libro: Copertina morbida
editore: Nonostante
anno edizione: 2013
pagine: 68
Questo libro è il racconto di una storia istriana. La prospettiva individuale di un cucciolo dell'esodo. Di chi si è visto consegnare dalla storia il "peso quasi ingombrante" di una memoria e di un'appartenenza che affidavano al rimpianto e al rancore il lessico della loro sopravvivenza. Le pagine di questo piccolo memoir tracciano, come scrive Paolo Cammarosano nella postfazione, "il percorso per una liberazione dell'individuo che sfugga a tentazioni identitarie e ad appartenenze che risalgano ad esperienze altrui e non alle proprie". Un percorso di emancipazione, un processo di sottrazioni successive che comporta un peso diverso - non meno gravoso - fatto di spezzature, abbandoni e divorzi. Fino a giungere ad un resto non più ulteriormente decostruibile. Un'appartenenza minima, non solo necessaria ma anche doverosa: "la sola appartenenza plausibile, fugace come la durata dei corpi". L'identità di struttura che Zacchigna ritrova nei tratti e nelle fattezze del cadavere della madre. È intorno al lutto per un corpo morto, più che per una terra perduta, che il senso di appartenenza trova la sua dimensione propria.