Libri di Nadia Beber
Vivere la parentesi
Nadia Beber
Libro: Libro in brossura
editore: Publistampa
anno edizione: 2019
pagine: 96
«Il semplice rito della memoria autobiografica è accompagnato da un pensiero riflessivo sul vissuto. La sofferenza viene a essere il test per eccellenza, il banco di prova della vita dell’uomo. Lati positivi e negativi della vita quasi resi trasparenti dal dolore. È praticamente da sempre che amo scrivere ma negli ultimi anni è divenuta sempre di più la modalità che dà la parola alla mia esistenza. Scrivere è il mio culto, ciò che coltivo con religiosa dedizione, perché mi spinge a pormi in una relazione aperta, disponibile, percettiva, se pure talvolta impegnativa e faticosa, con me stessa e con le altre persone. Credo di avere davvero esperito prima in modo inconsapevole e con l’andare del tempo sempre più lucidamente, quello che si dice “trasformare il dolore o la gioia in espressione”, perché dolore, gioia e molto altro, li scrivo e dopo non sono uguale a prima. Sono convinta infatti che scrivere può essere un’esperienza intima oppure di coesione e di condivisione molto intensa con le altre e gli altri: condividere un evento, andare all'unisono, sono un esercizio di ascolto profondo del proprio intimo in modo attento e profondo.»
A casa nel mondo. Pensare il proprio tempo
Nadia Beber
Libro: Libro in brossura
editore: Publistampa
anno edizione: 2017
pagine: 304
Ho voluto dar vita a questo libro con l’intento di pensare insieme ad Arendt ma andando oltre Arendt, per cogliere le sfide che oggi il mondo, in parte diverso dal suo, ci sta ponendo. Solo così, sono convinta, possiamo “onorare” l’eredità arendtiana e celebrare la sua grandezza di pensatrice per la quale il senso della realtà supera e scompagina costantemente i progetti che la teoria ha su di essa. Proprio per questo motivo, nelle considerazioni introduttive ho voluto parlare soprattutto del momento attuale e lasciare ai capitoli successivi del libro l’approfondimento dei temi quali totalitarismo, Shoah, banalità del male. E questo nell’intenzione di stimolare nel lettore un’interpretazione personale e il collegamento delle tragedie novecentesche con il momento storico che stiamo vivendo, confidando con arendtiana fiducia sull’individuale e unica capacità critica di cui dispone ogni singola persona.