fbevnts
Vai al contenuto della pagina
Iscriviti alla newsletter

Libri di Paolo Antonio Tarsia

Divae Virginis Insulanae Cupersanensis historia

Divae Virginis Insulanae Cupersanensis historia

Paolo Antonio Tarsia

Libro: Libro in brossura

editore: AGA Editrice

anno edizione: 2019

pagine: 256

L'opera da moltissimo tempo era introvabile. Neppure lo stesso Bolognini ha potuto conoscerla, dal momento che la cita con un titolo inesatto, attinto in seconda mano dal Soria e dal Volpicella134. Tratta dalla Biblioteca Nacional de Madrid (coll. 3/71336), essa quindi con il sapore del quasi inedito reca oggi un ulteriore contributo culturale alla città di Conversano. Oggi comunque il testo intero può facilmente essere reperito in internet.
15,00

Divae Virginis Insulanae Cupersanensis historia

Divae Virginis Insulanae Cupersanensis historia

Paolo Antonio Tarsia

Libro: Libro in brossura

editore: AGA Editrice

anno edizione: 2020

pagine: 153

Nella "Divae Virginis Insulanae Cupersanensis historia" il Tarsia delinea le tappe e i momenti evolutivi del complesso isolano: parte innanzitutto dalla costruzione della chiesa sovrastante la grotta, secondo una remota e diffusa prassi cristiana dopo ogni inventio sacra, passa poi all’annesso convento, registrandone le testimonianze epigrafi che tuttora presenti; si limita a citare soltanto quelle archivistiche, che potevano leggersi al suo tempo perché custodite nell’archivio ecclesiastico cittadino, oggi purtroppo dolorosamente perdute; s’indugia poi a lungo sul primo committente nonché principale mecenate, il conte Giulio Antonio Acquaviva d’Aragona, per passare, dopo un fugace cenno sui secenteschi discendenti di costui, ad Andrea Matteo, illustre conte e letterato; esalta infine la fervorosa presenza francescana dei minori osservanti, detti anche zoccolanti, e in particolare l’umile e luminosa figura del beato Giacomo da Bitetto. Fin qui sul piano storico nulla di nuovo, o almeno molto poco, che non ci sia noto attraverso altre fonti, comprese quelle tarsiane. Ulteriore luce invece ci proviene riguardo alla devozione popolare conversanese di bere le gocce stillanti dalla grotta (la cosiddetta manna) o di ungersi con l’olio delle lampade ardenti dinanzi alla venerata immagine – prassi anch’essa peraltro diffusa in altri luoghi e documentata dall’autore –, e ancora riguardo agli illustri ecclesiastici, innamorati frequentatori del sacro luogo: il vescovo conversanese Paolo de Turculis – ora ci spieghiamo la presenza del suo epitaffi o nella chiesa isolana –, il vescovo di Larino Giovan Tommaso Eustachi e l’oratoriano Donato Antonio Martucci, zio materno dell’autore. Ma quest’historia tarsiana, se sviluppa gli elementi storici, tende tuttavia a trascenderli, diventando un componimento per un verso letterario e per l’altro soprattutto religioso. L’accademico napoletano, padroneggiando con disinvoltura una lingua latina classica ed aulica, non priva di ricercatezze stilistiche (particolarmente frequente l’uso dell’anastrofe, dell’apostrofe, dell’endiadi, dell’iterazione, della metafora, della metonimia, della paralessi e della sineddoche) e lessicali (alcuni lemmi d’origine greca), dà al suo componimento un tono letterario, che tende spesso a soverchiare il dato storico, realizzando, per così dire, un’opera letteraria di contenuto storico.
18,00

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.