Libri di Sebastiano Leotta
Gloria e decadenza. Una interpretazione del Don Chisciotte
Ramiro de Maeztu
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2024
pagine: 134
Quasi sconosciuto in Italia, Ramiro de Maeztu (1874-1936) è stato il principe del giornalismo spagnolo del Novecento, uno dei maggiori protagonisti della Generazione del ’98 e uno degli ispiratori segreti della destra cattolica europea. Dopo aver attraversato alcuni snodi ideologici del XX secolo, come il socialismo liberale e il sindacalismo, e dopo anni di soggiorno in Inghilterra dove collaborò alla rivista «The New Age», assieme a Ezra Pound e Gilbert K. Chesterton, svilupperà una visione cattolica e conservatrice della realtà e posizioni politiche monarchiche e nazionaliste. Questa conversione stupirà molti suoi amici, tra cui José Ortega y Gasset e Pío Baroja, e ne farà una specie di appestato nella convulsa Spagna degli anni ’30. E tuttavia questo nuovo e definitivo approdo della sua mente inquieta darà al suo giornalismo militante, come scrisse una volta Barbey D’Aurevilly di Donoso Cortés, quelle «lingue di fuoco che prima non possedeva». Scoppiata la guerra civile, nell’ottobre del 1936 Maeztu viene fucilato a Madrid perché considerato uno dei mandanti morali del colpo di stato contro la Repubblica. Secondo Jorge Luis Borges, che ebbe modo di frequentarlo in Argentina, il saggio sul Don Chisciotte appartiene alle pagine più interessanti scritte dal giornalista. Il Don Chisciotte, infatti, è l’opera dove meglio si comprendono la decadenza della Spagna del XVI secolo e il fallimento dei sogni imperiali di Filippo II. Romanzo della disillusione e del disinganno, il capolavoro di Cervantes è anche il libro universale della volontà eroica che cerca di realizzare, senza riuscirci, la giustizia e il bene tra gli uomini. Ma anche se l’eroe del romanzo morirà nella tristezza e nella sconfitta la sua immagine, scriverà Maeztu, «continuerà per sempre a ondeggiare nell’atmosfera, come un ideale da seguire».
Elogio degli studenti padovani. Una polemica risorgimentale
Ippolito Nievo
Libro: Libro in brossura
editore: Vincenzo Grasso Editore
anno edizione: 2016
pagine: 46
Una polemica sugli studenti e sull'università nella Padova del dopo 1948 che vede coinvolto lo studente in legge Ippolito Nievo, futuro autore di quel capolavoro che saranno "Le Confessioni di un italiano", e Luigi Mazzoldi, giornalista al soldo dell'Austria. L'occasionalità della controversia diventa per Nievo una riflessione sulla condizione degli studenti e sull'età giovanile che ricordano le stesse riflessioni che fece il giovane universitario Walter Benjamin nel 1916 con "La vita degli studenti". Dall'elogio: «Ella crede che noi entreremo come elemento di corruzione nella generazione futura; ed io son certo che le generazioni cresceranno sempre al meglio, e che di questo miglioramento, noi, noi esseri depravati avremo qualche merito. La gioventù è generosa».

