Libri di Stefano Amici
Jae park ovvero l'altro da sè
Stefano Amici
Libro: Copertina morbida
editore: Ibiskos Editrice Risolo
anno edizione: 2016
pagine: 126
Parlare oggi di social può apparire una moda e rischia di ridursi a una sfida fra entusiasti sostenitori e reietti. Questo libro non intende prendere posizione, ma lavora sul linguaggio degli strumenti social attraverso una lettura critica dell'Herdish effect, per superare i messaggi Fake che la cultura di massa non è più in grado di contenere e che portano inevitabilmente al sonno della ragione e dell'altro da sé.
Il melograno
Stefano Amici
Libro: Copertina rigida
editore: Ibiskos Editrice Risolo
anno edizione: 2015
pagine: 158
L'aforisma è l'opera più completa alla quale si possa aspirare. Non ha principio né fine, aspira unicamente a poter "essere". La difficoltà del linguaggio aforistico alleggerisce il peso del verbo pensare e la possibilità di trovare risposte attraverso i canoni meramente razionali. Scriveva Dante "Onora il mio splendore nell'abisso, come ha brillato nel mondo". Perché il mondo è inferno, ed occorre ben più di una forza sovrumana per oltrepassarlo, mutarlo nell'eterno inganno del tempo.
Il folle decadente
Stefano Amici
Libro: Libro in brossura
editore: L'Autore Libri Firenze
anno edizione: 2014
pagine: 122
Lasciamo che le parole fluiscano libere. L'aforisma è un linguaggio oggi abbandonato, non praticato ma che presenta tuttora margini inesplorati, in particolare ha la possibilità di consentire a chiunque di aprire un mondo magico, giocare con la parola sino allo sfinimento. E soprattutto calarsi dentro se stessi infinite volte e cercare, cercare senza mai interrompersi. Forse è questo il mestiere di vivere?
Dieci calembour in forma di racconto
Stefano Amici
Libro: Libro in brossura
editore: L'Autore Libri Firenze
anno edizione: 2012
pagine: 86
Racconti per riappropriarci del desiderio di scrivere e ritrovare nella parola il gioco delle perle di vetro della nostra infanzia. Le parole sono simboli, suoni che contengono qualità sonore e un timbro univoco, ma se la lirica significa parole messe in musica, non è possibile evitare la funzione intrinseca delle dissonanze, quella di scandire il ritmo fatto di una corretta divisione in battute di frasi necessariamente diverse. E come la musica cerca in molteplici forme di superare l'accademico quattro quarti, così il racconto non cerca una conclusione, ma apre di continuo spazi infiniti alla ricerca dell'armonia.