Libri di Antonia Pizzigoni
Architetture senza città. Militari, cartografi e ingegneri nei territori di guerra
Antonia Pizzigoni
Libro
editore: Accademia University Press
anno edizione: 2020
pagine: 192
La fine della guerra di posizione e il successivo concentrarsi degli interessi militari, sia teorici che pratici, sulla guerra di movimento hanno messo il territorio al centro di un insieme di studi geografici, di tecniche di rappresentazione (la cartografia scientifica), di sistemi di fortificazione e di architetture sempre più distanti dallo spazio e dai principi della costruzione urbana. Questo studio nasce dall'ipotesi che l'insieme del sapere e delle opere militari debbano essere considerati, ben oltre le motivazioni belliche che li hanno determinati, come la premessa a una più vasta ed estesa opera di rifondazione degli insediamenti non più solo militari, ma dell'abitare in generale. Per quanto riguarda in modo specifico le costruzioni, esse, proprio perché da tempo prive di funzioni belliche, possono rivelare in maniera più libera e immediata i principali aspetti della loro natura architettonica. La ragione della loro importanza rispetto alla dispersione della città o, come si è appena detto, alla prospettiva di un modo di abitare ancorato alla terra, sta proprio nel fatto che si tratta di costruzioni che hanno sciolto molti dei precedenti legami con la città e che hanno definito nei rapporti col territorio le loro principali caratteristiche. Se è importante che i progetti di insediamenti pensati e realizzati al di fuori dello spazio urbano siano adeguati alle caratteristiche dei luoghi che vanno ad occupare, è necessario che essi siano, per così dire, armati di una capacità di conoscenza e di controllo dello spazio del territorio che non può essere la stessa che ha guidato la costruzione della città e la sua architettura. E poiché la sapienza, e l'intelligenza delle opere e dell'architettura militare hanno preceduto le attuali prospettive ad uso civile degli spazi territoriali, è utile seguirne le tracce. Queste opere forniscono alcune importanti chiavi per interpretare il passaggio dall'architettura della città che non è più in grado di rinnovarsi, all'architettura del territorio e quindi alla più generale possibilità di ridisegnare la Terra. In vista di questo obiettivo, che rappresenta una tra le più ambiziose e difficili questioni della contemporaneità, i lasciti provenienti dalla cultura militare, dagli scritti e dalle opere di grandi generali, dai testi di teorici della guerra, dai cartografi che realizzarono le carte degli Stati, dai progetti di ingegneri militari, fino alle grandi opere di fortificazione territoriale del XX secolo, possono essere rimessi in gioco come oggetti di una nuova archeologia e come riferimenti per una possibile architettura senza città.
Educazione all'architettura
Antonia Pizzigoni
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2011
pagine: 192
L'"Educazione all'architettura" è quella che riguarda la formazione della persona e che ai compiti tradizionali della scuola aggiunge un'attenzione in più. Tale attenzione consiste nel vedere l'architettura attraverso altri saperi, oppure, ed è in fondo la stessa cosa, nello scoprire in essi una caratteristica del pensiero costante e pervasiva, quella sorta di ragione architettonica che ogni volta occorre mettere in evidenza affinché l'architettura stessa ne risulti meglio illuminata e meglio definita.
La nuova griglia politecnica. Architettura e macchina di progetto
Giancarlo Motta, Antonia Pizzigoni
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2011
pagine: 304
La Nuova Griglia Politecnica è un'architettura che opera come macchina di pensiero applicata al progetto, un "outil à penser" come diceva Le Corbusier della Griglia Urbanistica elaborata per il Ciam del 1949. Assieme all'Atlante della memoria di Aby Warburg, la Griglia Ciam rappresenta una di quelle importanti e innovative elaborazioni teoriche che la cultura del '900 ha saputo produrre ma che non hanno potuto avere un seguito corrispondente alle aspettative per la mancanza di strumenti appropriati di elaborazione e di uso. Gli studi raccolti in questo libro riprendono tali momenti fortemente propositivi che sembrano attendere l'evoluzione degli studi di informatica per poter essere sviluppati in modo compiuto e li portano sul terreno dell'architettura e della costruzione di macchine di progetto. La Griglia è una "macchina politecnica" perché mette in gioco la complessità del progetto di architettura non solo in riferimento alle discipline che tradizionalmente concorrono alla sua definizione, ma anche a tutti gli altri saperi che possono entrare con un ruolo attivo nel pensiero che lo costruisce. La Griglia è "nuova" non solo perché si avvale delle conoscenze e delle reti informatiche, ma perché viene circa due secoli dopo la Grille polytechnique, quel reticolo compositivo che Durand aveva posto alla base della formazione degli architetti nell'École. La Griglia ha come caratteristica principale quella di porsi come centro di un'elaborazione teorica sull'architettura e sul progetto.

