Libri di Antonio Selmi
Come le nuvole al mattino
Antonio Selmi
Libro: Libro in brossura
editore: WLM
anno edizione: 2010
pagine: 276
"...so solo che nel suo corpo, nel suo viso, io ho visto d'un tratto tutta la bellezza del mondo, tutta la forza della natura, tutto il vigore della gioventù, tutto lo slancio verso un futuro ancora da vivere. E in quegli occhi che mi guardavano c'era tutta la passione, la gioia di darsi e di ricevere, la sincerità, l'innocenza, la malizia. C'era la vita." Un ragazzo siciliano di nome Nicola scompare nel nulla, all'improvviso, per poi ricomparire, e subito dopo nuovamente svanire, lasciando però una traccia indelebile nella memoria di uomini e donne che l'hanno incontrato, desiderato e amato... Nel microcosmo claustrofobico e rabbioso della vita in caserma, Andrea scopre un aspetto della propria sessualità rimasto in ombra fino a quel momento, e tenta di portarlo alla luce, vivendo un aspro conflitto interiore.
Il postulante
Antonio Selmi
Libro: Libro in brossura
editore: WLM
anno edizione: 2010
pagine: 158
"Il postulante" è un romanzo in cui Antonio Selmi, con una sensibilità nostalgica e fortemente evocativa, lascia riecheggiare fra le righe suggestioni di alto profilo letterario nella tradizione del "romanzo di formazione" europeo del secolo scorso, in particolare del "Bildungsroman" di lingua tedesca (da Hesse a Musil), e, nelle dispute filosofiche e teologiche fra i seminaristi, ci riporta all'atmosfera densa di tensione conflittuale che pervadeva il capolavoro cinematografico degli anni '70 di Marco Bellocchio, "Nel nome del padre". Un romanzo intimista e profondo, quindi, in cui nulla risulta banale, e tantomeno scontato. L'educazione sentimentale del protagonista Fabio si snoda attraverso una tecnica narrativa che intriga e coinvolge, arieggiata da dialoghi che mettono in luce il travaglio interiore dei personaggi senza mai snaturarne la spontanea quotidianità.
Danzerò tra le fauci del drago
Antonio Selmi
Libro: Copertina morbida
editore: Zona
anno edizione: 2015
pagine: 170
"Già in fase di abbozzo di questo romanzo ho capito che mai sarei riuscito a scrivere un'opera di narrativa che potesse competere in drammaticità con le testimonianze autentiche delle vittime del Fascismo, dei dissidenti malmenati, dei carcerati, dei confinati, degli ebrei, degli allogeni, degli omosessuali, così come i libri di storia ce le tramandano; mi è apparso subito altrettanto chiaro che anche la fabula più fantasiosa che io fossi riuscito a inventare non avrebbe mai retto il confronto con vicende realmente accadute, come, per esempio, la rocambolesca evasione di Carlo Rosselli, Francesco Fausto Nitti ed Emilio Lussu dal confino. Al di là di tutte le mie perplessità, alcuni personaggi però non volevano uscire dalla mia mente e mi chiedevano di farli vivere. Era gente comune, gente che non aveva grandi idealità da opporre alla dittatura e che se ne sarebbe anche stata tranquilla ad aspettarne la fine, fingendo magari di non vedere e di non sentire, accettando di inghiottire qualche rospo pur di essere lasciata vivere in pace (una buona parte degli italiani, dunque)".