Libri di Carlo Tazzioli

Genesi, racconti, aneddoti ed innumerevoli foto ci guidano in un viaggio lungo quasi mezzo secolo che ancora oggi prosegue e unisce due straordinarie eccellenze modenesi. I protagonisti sono i rombanti brividi a quattro ruote costruiti a Maranello dalla Ferrari e i magnifici oggetti in cuoio realizzati dalla Schedoni di Modena per essere degno complemento di tanto splendore. Sfogliamo insieme la storia delle Rosse e dei loro preziosi accessori, entrambi capolavori italiani che il mondo intero ci invidia.

«Fondata nel 1880 da Celso Schedoni, calzolaio di Formigine in un'Italia appena nata, la Schedoni è oggi un'eccellenza italiana nella produzione di valigeria di lusso, con un legame molto speciale che la unisce al Cavallino Rampante di Maranello. In questo volume, una vera miniera per appassionati, si vedono scorrere tra storia e ricordi i capolavori di valigeria creati appositamente per le magnifiche "Rosse", che continuano a sfidare la strada e anche la nostra capacità di immaginazione. I due giganti di oggi però hanno le loro radici nella stessa terra, nella stessa miscela di creatività, intraprendenza e duro lavoro che è il solo carburante per far viaggiare i sogni. Racconti e foto di un viaggio lungo quasi mezzo secolo che ancora oggi prosegue ed unisce due eccellenze Modenesi: i protagonisti sono rombanti brividi a quattro ruote e magnifici oggetti in cuoio, costruiti per essere degno complemento di tanto splendore: capolavori italiani che il mondo ci invidia. Salite a bordo!» (Alberto Mantovani) «Ferrari by Schedoni parla della nostra piccola azienda, ma anche e soprattutto della Ferrari e delle sue auto, marchio e prodotti che io e la mia famiglia veneriamo da sempre. È un libro artigianale, scritto con il cuore, ma che denota anche minuziosa competenza, attenzione per i dettagli e soprattutto tanta passione: per certi versi mi ricorda molto lo spirito che mio padre Mauro mi ha trasmesso e che io e mio nipote Alessio abbiamo raccolto con impegno, cercando di portarlo avanti al meglio». (Simone Schedoni)