Libri di Davy Marguerettaz
Fra conciliazione e intransigenza. La politica concordataria della Santa Sede nell’Europa napoleonica (1800-1809)
Davy Marguerettaz
Libro: Libro in brossura
editore: Studium
anno edizione: 2025
pagine: 416
La Rivoluzione francese e la successiva epoca napoleonica rappresentano per la Chiesa cattolica uno di quei momenti di passaggio fondamentali, che il cardinale Consalvi chiamava «diluvi di Noè». E papa Pio VII, eletto il 14 marzo 1800, si trova a dover gestire le conseguenze degli eventi rivoluzionari, di cui il suo predecessore, Pio VI, era stato vittima in prima persona, privato del potere temporale e morto in esilio. Ripreso il controllo dello Stato Pontificio, Pio VII e i suoi collaboratori si mettono all’opera per riposizionare la Chiesa nel nuovo mondo uscito dalla Rivoluzione. Questa operazione passa inevitabilmente attraverso un accordo diplomatico coi governi, che siano le vecchie monarchie assolute o i nuovi regimi repubblicani, e strumento privilegiato per raggiungere lo scopo sono i concordati, dispositivo antico che ha conosciuto una rinnovata fortuna nella diplomazia pontificia contemporanea, sulla scia dei concordati di Pio VII, in particolare quelli con Napoleone. Se l’influenza di Bonaparte è evidente e innegabile, è all’interno della Curia che si elabora la linea politico-diplomatica della Santa Sede, e il primo decennio del pontificato Chiaramonti mostra tutte le difficoltà delle relazioni Chiesa-mondo all’alba del XIX secolo: ai successi della linea della conciliazione, propugnata da Consalvi e che porta ai concordati del 1801 con la Francia e del 1803 con la Repubblica Italiana, segue l’affermazione degli intransigenti dopo il 1805, con il naufragio delle trattative per un concordato con l’Impero germanico e poi con la Baviera e infine la rottura fra Pio VII e Napoleone, culminata con la prigionia del papa nel 1809.
Politica e religione a Venezia in età napoleonica. Il conclave del 1799-1800
Davy Marguerettaz
Libro: Libro in brossura
editore: Città del silenzio
anno edizione: 2024
pagine: 172
Il potere papale è uno dei bersagli principali della Francia repubblicana e anticlericale nata dalla Rivoluzione, le cui armate, nel febbraio 1798, arrivano fino a Roma, abbattono il potere temporale del papa e instaurano la repubblica, per poi deportare l'anziano pontefice Pio VI in Francia, dove muore prigioniero nell'agosto 1799. Intanto, il collegio cardinalizio si è disperso e le spinte centrifughe dei vari episcopati nazionali fanno temere una frantumazione del corpo ecclesiale. Come ha fatto la Chiesa romana a resistere in questa drammatica situazione? Come è stata gestita la crisi dalla sua gerarchia di governo? Il volume prende in esame una fase della risposta della Chiesa alla sfida lanciata dalla Rivoluzione e dalla modernità: il conclave di Venezia del 1799-1800, dove la maggioranza del collegio cardinalizio, riunitasi a Venezia, nel monastero di San Giorgio Maggiore, sotto la protezione dell'imperatore Francesco II, elegge il nuovo papa, Pio VII, che guiderà la Chiesa durante il periodo napoleonico e la Restaurazione. Il Sacro Collegio, composto per lo più da uomini di età avanzata, formatisi tutti nel mondo dell'Ancien Régime, è chiamato a scegliere il nuovo pontefice e, con lui, il modo di guidare la Chiesa all'alba di una nuova epoca.