Libri di Eduardo Kovalivker

Eli è un dongiovanni bohémien argentino con crisi psicologiche derivategli da sanguinosi episodi vissuti durante l’infanzia. La sua vita trascorre tra la violenza degli anni Settanta e due relazioni parallele: una in Israele con una giovane professoressa sessualmente insaziabile chiamata Jannah e l’altra in Argentina con Lili, una guerrigliera militante di sinistra.

Un vecchio un po’ strano arriva con un camion pieno di libri in un paesino della costa in Uruguay e vi installa una biblioteca. È lì che l’adolescente Juan Pa scopre la sua passione per i libri e la letteratura. Cinquant’anni dopo, su un’isola dei Caraibi, la passione si trasforma in maledizione per via di Clavelina, una giovane prostituta. Lei, come tutte le donne del suo villaggio, è sfruttata dagli uomini della sua famiglia.

Questo è un libro diverso, con una storia diversa... Con un autore diverso. Il protagonista di questo singolare racconto attraversa la strana linea dei tempi, collocandosi in epoche e geografie totalmente dissimili fra loro ma unite dal filo conduttore, dove i personaggi sono descritti in modo così vivido che a momenti sembrano uscire dalle pagine lasciando i lettori esterrefatti per via della loro presenza. In questo modo, l'autore riesce a catturare l'attenzione del lettore inquieto già a partire dalle prime righe. Lontano da retoriche funambolesche e barocche, ci offre un libro luminoso nella sua chiarezza e attraente per la sua ricca trama, puntualmente ricercata quanto a personaggi, culture e luoghi che adornano il racconto impreziosendolo e che ci portano per mano nel fertile giardino della sua creatività. Un altro ingrediente è il mistero. Kovalivker, senza indugi, ci conduce per sentieri e percorsi storici in cui le strane predizioni delle antiche civiltà pref igurano soluzioni esoteriche ai grandi interrogativi posti dall'uomo.

La poesia di Kovalivker viene dall'altra parte del mondo. Ci costringe ad osservare la realtà da una prospettiva rovesciata rispetto alle stantie abitudini sulle quali siamo mollemente adagiati. La storia cessa infatti di essere il racconto dei vincitori (o presunti tali). Dall'America Latina risuona forte l'eco di un orgoglio che travalica i paradigmi della decolonizzazione e che spinge verso la riscoperta affamata delle proprie radici.

Nella prima parte di questo libro (L'immortale), l'Autore ci spiega le teorie oggi in voga negli ambiti scientifici sull'infinità temporale dell'universo. Ovvero, con parole semplici, che l'universo è sempre esistito, che non ha mai avuto un inizio né avrà una fine. Nella seconda parte, scritta nei primi giorni della pandemia da Coronavirus, Manuel De León, nel suo discorso finale davanti agli dei e agli alieni predice che le epidemie così come le catastrofi climatiche continueranno poiché l'insaziabile e brutale egoismo delle élites al governo e l'incosciente indifferenza della maggior parte degli esseri umani sono riusciti a distruggere l'equilibrio naturale del pianeta”.