Libri di Emanuele Di Nicola
Nuovo cinema horror
Emanuele Di Nicola
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2024
pagine: 180
Negli anni Duemila il cinema horror ha conosciuto una nuova primavera di sangue. Nel mondo sono fiorite paure inedite e terribili: il terrorismo, il Covid, la guerra, l’apocalisse climatica. Molti autori le hanno riversate sullo schermo in una forma di esaltazione e di esorcismo. Da It Follows a The Witch, passando per Hereditary e Midsommar, per arrivare a M. Night Shyamalan e Julia Ducournau, il libro affronta l’horror del presente, fa l’autopsia ai titoli più spaventosi e rincorre le tendenze più significative del genere. Un’indagine su ciò che oggi ci spaventa e su come l’orrore viene rappresentato dai registi contemporanei, nell’ambizione impossibile di sciogliere uno dei più grandi enigmi dell’uomo e del cinema: il mistero della paura.
La carne e l'anima. Il cinema di Abdellatif Kechiche
Emanuele Di Nicola
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2021
pagine: 132
Abdellatif Kechiche è uno dei pochi, grandi autori del Duemila. Nell’arco di vent’anni e sette film si è ritagliato il suo spazio nell’universo cinema: da Tutta colpa di Voltaire al progetto Mektoub, My Love, passando per titoli imprescindibili come La schivata, Cous Cous, Venere nera. Con La vita di Adele ha vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes 2013. Kechiche è nato come regista tunisino immigrato in Francia, poi è “diventato” francese: ha raccontato i migranti come lui, il sogno impossibile dell’integrazione, ma anche la banlieue, la famiglia meticcia, i poveri e gli sfruttati. Ha inscenato il corpo come mai si era visto prima. Amato e odiato, sostenuto e detestato, oggi Kechiche è il più grande naturalista del cinema. "La carne e l’anima" è la prima monografia sul regista.
La dissolvenza del lavoro. Crisi e disoccupazione attraverso il cinema
Emanuele Di Nicola
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2019
pagine: 220
Nel 1895 i fratelli Lumière filmano l'uscita degli operai dalla loro fabbrica a Lione. Il cinema inizia dal lavoro. Negli ultimi anni è tornato a descriverlo: nel Duemila, e in particolare dal 2008 con lo scoppio della crisi economica, i registi italiani, europei e americani ricominciano a riflettere su questo grande tema. I licenziamenti, la disoccupazione, la difficoltà di trovare un nuovo impiego. Le figure deboli come le donne e i precari. Il libro è una mappa del cinema sul lavoro nei nostri anni: da Ken Loach a Laurent Cantet, dai fratelli Dardenne a Lars von Trier, fa il punto su come i registi di oggi trattano il lavoro e il lavoro che non c'è. Da film manifesto come Full Monty, alle provocazioni estreme come Il grande capo, passando per la strada italiana di Smetto quando voglio. In sei capitoli divisi per temi "La dissolvenza del lavoro" analizza oltre cinquanta titoli, decifrando lo stile degli autori: dal realismo sociale di Loach al cinema hollywoodiano de Il diavolo veste Prada. Dalla commedia alla tragedia, dal lieto fine al pugno nello stomaco. Una bussola per orientarsi nel cinema del nostro tempo difficile: colpito dalla disoccupazione, ma illuminato da grandi opere. I capitoli sono seguiti da una scheda tematica a cura di uno studioso dell'argomento. Prefazione di Renato Fontana.