Libri di Felice Costantino
Dalla Maiella alle Alpi. Guerra e Resistenza in Abruzzo
Costantino Felice
Libro: Libro rilegato
editore: Donzelli
anno edizione: 2022
pagine: 488
Sul suolo abruzzese la linea Gustav ristagna dall'ottobre 1943 al giugno dell'anno dopo, seminando ovunque morte e distruzione. Qui le popolazioni civili, entro quadri geografici e storici molto peculiari, vengono coinvolte nelle forme più tipiche e atroci del secondo conflitto mondiale: evacuazioni in massa, bombardamenti, stragi, scontri all'arma bianca, fino alla «terra bruciata». Solitamente di questo scacchiere bellico nella pubblica opinione – e anche nella letteratura corrente – viene ricordata la «battaglia di Cassino», facendone così risaltare soprattutto, se non esclusivamente, il versante tirrenico, dal lato strettamente militare come pure da quello resistenziale. Ma anche le battaglie – dal Sangro a Ortona, significativamente definita la «Stalingrado d'Italia» – che nel 1943-44 si combattono in Abruzzo, sul versante adriatico, sono tra le più cruente e rovinose della guerra. In questo contesto, ancor prima che al Nord, prende corpo un robusto movimento partigiano, dai tratti originali e anticipatori, la cui punta più avanzata – la Brigata Maiella – continuerà a combattere con gli Alleati, secondo modalità proprie, fino alla liberazione dell'Italia intera. L'autore ricostruisce un ricco mosaico di bande ed eventi resistenziali (a cominciare dalla «battaglia» di Bosco Martese e dalla rivolta di Lanciano) che finora la storiografia nazionale e internazionale ha scarsamente considerato.
Una storia esemplare. Fucino: bonifica, riforma agraria, distretto agroindustriale
Felice Costantino
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2023
pagine: 208
«Una gigantesca opera di manomissione ambientale dopo l’Unità trasforma il lago del Fucino in una terra fertilissima. Palcoscenico, nel secondo dopoguerra, delle lotte contadine che portano alla riforma agraria, diventa poi scenario di processi economici e sociali tra i più ricchi e significativi dell’Italia repubblicana. Da lì partiranno mutazioni che, pur tra limiti e contraddizioni, lo trasformeranno in un distretto agroindustriale d’eccellenza su scala globale». È difficile trovare, non solo nel Mezzogiorno ma nell’Italia intera, una conca intermontana così densa di storia come il Fucino. Da qualunque versante dell’agire umano lo si consideri: tecnico-ingegneristico, artistico-letterario, politico-sociale, agricolo-industriale. Al centro di progettazioni ardite e avveniristiche fin dall’antichità, l’ingegneria idraulica del XIX secolo ne ha fatto infine oggetto – con il prosciugamento del grande lago e la messa a coltura del fertilissimo limo sottostante – di una discussa opera di manomissione, alterandone radicalmente l’equilibrio ambientale. Per secoli in balia dei vincoli e delle forze naturali, la piana fucense diventa, con i suoi numerosi manufatti e le sue geometriche squadrature, uno dei luoghi maggiormente costruiti e artificiali. A dispetto della consueta immagine di atavico immobilismo meridionale – desunta in particolare dallo stereotipato «cafone» siloniano – il Fucino nel secondo dopoguerra è lo scenario grandioso e palpitante di un protagonismo sociale e politico che travalica la dimensione locale. Intorno alle sue spettacolari vicende – non a caso pervase da un alone di epicità e leggenda – si sono consolidati interessi e aspettative, si sono aggregati ceti e corporazioni, è cresciuto un associazionismo tanto contadino che proprietario dai tratti talora originali, oltre che vigoroso e continuo nel tempo, specie dopo la riforma agraria del 1950, di cui proprio il Fucino è stato l’epicentro. Spiccate peculiarità hanno focalizzato sul Fucino attenzioni di tipo prettamente economico: per tecniche colturali, ordinamenti agrari, assetti gestionali, fino allo straordinario distretto ortofrutticolo e agroindustriale di oggi. Nelle sue forme di produzione e di organizzazione si esprimevano – come accade tuttora – modalità imprenditoriali il cui significato andava ben oltre l’ambito regionale e l’orizzonte familiare di un potente casato romano. Vi si riflettevano, con forte impatto sulle strategie generali, equilibri del mercato interno ed estero, indirizzi governativi, umori e orientamenti di classi e ceti sociali. Il Fucino consente pertanto di ragionare ancora su una serie di nodi tematici – nobiltà/borghesia, economia/contesto, centro/periferia, Stato/mercato – che da sempre impegnano le riflessioni della migliore storiografia meridionalistica e nazionale.
Mezzogiorno tra identità e storia. Catastrofi, retoriche, luoghi comuni
Costantino Felice
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2017
pagine: 281
È di fronte a catastrofi come la guerra e i terremoti che massimamente esplodono le retoriche identitarie. L'Abruzzo e il Molise, con le loro peculiarità storiche, ne forniscono lo scenario più spettacolare e rappresentativo. Soprattutto con il sisma aquilano dell'aprile 2009 la loro notorietà si proietta su scala globale. Ma con quale immagine? Quali le trame narrative - il discorso pubblico - che vi hanno intessuto sopra il potere politico e il sistema mediatico? Non si era mai assistito, né qui né altrove, a un'enfatizzazione così insistita di certi stereotipi: non solo lo stucchevole «Abruzzo forte e gentile», ma anche il «pastore» dannunziano e il «cafone» di Silone e Jovine. Nel corso dei secoli una natura particolarmente aspra e ostile ha indotto queste regioni, come il Sud Italia in genere, a declinare la loro storia in base ai difficili processi d'interazione tra uomo e ambiente, nel quadro complessivo dei mutamenti che nel tempo hanno investito la penisola italiana e il Mediterraneo nel suo insieme. Ma in che misura l'imponente geografia dei luoghi e le dinamiche economico-sociali che ne sono derivate hanno forgiato il carattere degli abitanti, condizionandone scelte e comportamenti?
Le trappole dell'identità. L'Abruzzo, le catastrofi, l'Italia di oggi
Costantino Felice
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2010
pagine: 193
Mai prima del 6 aprile 2009 l'Abruzzo aveva conosciuto tanta notorietà internazionale: potenza non solo distruttiva di un terremoto. Ma qual è l'immagine dell'Abruzzo rimbalzata da un capo all'altro della terra, nei giorni e nelle settimane seguiti al sisma? Quali le trame narrative - il discorso pubblico - che vi hanno intessuto sopra il potere e l'informazione? Raramente, secondo lo storico abruzzese Costantino Felice, si è assistito a un'esplosione di stereotipi identitari così enfatica e insistita. Lo slogan di un «Abruzzo forte e gentile» è stato quello più supinamente reiterato e condiviso, ma anche l'immagine del pastore dannunziano e del cafone siloniano hanno fatto la loro parte. Nel corso dei secoli, infatti, la presenza di una natura particolarmente aspra e ostile ha indotto a declinare la storia dell'Abruzzo, e del Sud Italia in genere, in base ai difficili processi d'interazione tra uomo e ambiente. Ma in che misura l'imponente geografia dei luoghi e le dinamiche economico-sociali che ne sono derivate hanno forgiato il carattere degli abitanti, condizionandone scelte e comportamenti? Se ne può desumere una peculiare identità regionale? Con l'occasione del terremoto, Felice ripercorre criticamente, con sintesi d'impianto storico rapide ma meditate, le principali tappe del lungo e tormentato dibattito intorno a un nodo cruciale: i presunti tratti identitari di una comunità quale retaggio dei quadri ambientali e delle sedimentazioni culturali.
Il Mezzogiorno operoso. Storia dell'industria in Abruzzo
Costantino Felice
Libro: Copertina rigida
editore: Donzelli
anno edizione: 2008
pagine: 576
Il "modello" di sviluppo abruzzese, incentrato sui processi d'industrializzazione, presenta una tale varietà e originalità di percorsi da imporsi come laboratorio storiografico di livello nazionale ed europeo. È difficile trovare una regione che nell'età contemporanea registri una metamorfosi altrettanto radicale. Da "profondo Sud" oggi l'Abruzzo è la regione meno "meridionale" della penisola, inserendosi ormai tra le aree maggiormente progredite dell'Italia centro-settentrionale. Che tipo di dinamiche ha portato a un simile risultato? Quali ne sono stati gli artefici? Esistono "cause" particolari? E quale ne sarebbe il "paradigma" esplicativo? Il libro affronta nodi tematici che sono al centro del dibattito tra gli specialisti di scienze economiche e sociali: rapporti tra modernità e tradizione, dialettica tra programmazione e spontaneismo, interazione tra mercati globali e contesto locale, nessi tra operatore pubblico e iniziativa privata, ruolo dell'intervento straordinario nei meccanismi di crescita, incidenza dei fattori "non economici" nello sviluppo, qualità e consistenza della borghesia industriale nel Sud Italia, ricadute del sapere tecnico-scientifico sulle opzioni imprenditoriali. Dall'analisi di tali problemi escono revisionati schemi di lettura che una lunga tradizione di studi, dal meridionalismo classico alla cosiddetta "nuova storia", vorrebbe ordinariamente acquisiti.
Verde a mezzogiorno. Storia dell'agricoltura abruzzese dall'Unità a oggi
Costantino Felice
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2007
pagine: 750
Ettore Troilo, brigata Maiella e nascita delle Repubblica
Marcello Flores, Felice Costantino, Giovanna Tosatti
Libro: Libro in brossura
editore: Menabò
anno edizione: 2015
pagine: 304
Il volume è composto da dieci saggi che approfondiscono i diversi aspetti della figura e della storia di Ettore Troilo, il cui nome resta indissolubilmente legato a quello della Brigata Maiella di cui fu fondatore e comandante, ma anche alla sua esperienza di Prefetto a Milano, in un periodo così complesso, come quello dell'immediato dopoguerra. La sua figura si impone pertanto come una delle personalità più importanti per la liberazione della Patria e la nascita della Repubblica. Il libro studia anche le specificità della nascita e dell'attività (compresa quella del dopoguerra) della Brigata Maiella, unica formazione partigiana ad uscire dal territorio regionale e ad arrivare fino all'Altopiano di Asiago.