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Libri di Francesca Tarallo

Follia, invenzione, psicoanalisi

Michel Bousseyroux

Libro: Libro in brossura

editore: Alpes Italia

anno edizione: 2025

pagine: 210

Come pensare, ripensare la follia e il suo possibile trattamento con Joyce e "dopo Joyce"? Quando Lacan si definisce post-joyciano, come concepisce il trattamento psicoanalitico del sinthomo? Cosa ci insegna Joyce? Cosa ci insegna sul trattamento degli effetti della forclusione la sua lettura del caso Joyce? Le risorse della "forclusione", ossia l’invenzione che il soggetto trova come soluzione sinthomatica alla follia, si rivelano spesso più creatrici di quelle della rimozione. Ne danno testimonianza l’invenzione di Beckett con "L’ultimo nastro di Krapp"; di Artaud, la cui poesia dopo Rodez gli permette di farsi un corpo; Maria della Trinità che si inventa una teologia della supplenza. Ancora: Gödel e Cantor che rivoluzionano il sapere della logica e della matematica. O, infine, la poesia di Paul Celan dopo Auschwitz, per il quale colui che cammina sulla testa ha il cielo come abisso sotto di sé. Si tratta di risposte sinthomatiche che permettono al soggetto di risolvere ciò che manca nella sua struttura, supplendovi, e che in questa raccolta vengono esplorate alla luce dell’insegnamento borromeo di Lacan.
18,00 17,10

L'insondabile decisione. Il paradigma della psicosi

Luis Izcovich

Libro: Libro in brossura

editore: Franco Angeli

anno edizione: 2020

pagine: 316

Già durante la vita di Freud erano emerse – nel movimento psicoanalitico – divergenze circa la psicosi, la sua specificità e il suo trattamento. Il testo intende affrontare il destino di una delle sue strutture cliniche: la paranoia. La paranoia è nucleo di base dell’essere umano? E che idea hanno i clinici dell’accoglienza del paranoico nel dispositivo dell’analisi? Il testo si propone di interrogare il rapporto dei paranoici con la psicoanalisi e la posizione dell’analista verso gli psicotici. A partire di qui, il testo si propone di interrogare il rapporto dei paranoici con la psicoanalisi e la posizione dell’analista verso gli psicotici. Siamo davvero “tutti deliranti”, secondo la nota boutade lacaniana? È corretto affermare, come spesso si fa, che Freud abbia escluso la psicosi dal campo psicoanalitico? L’interesse costante di Freud per la psicosi viene messo in luce, con gli spostamenti, gli avanzamenti e le prospettive che hanno caratterizzato freudiani e post-freudiani, attraverso riduzioni, deviazioni, strappi nella concezione della psicosi a livello della struttura. Freud coglierà via via l’assenza della castrazione, il che porta a ipotizzare per la psicosi qualcosa di diverso rispetto alla rimozione. È il tema che Lacan estrae da Freud, con il suo concetto di forclusion, “preclusione”. A livello delle pratiche, che idea hanno i clinici dell’accoglienza da dare al paranoico nel dispositivo dell’analisi? La paranoia è nucleo di base dell’essere umano? Lacan radicalizzerebbe Melanie Klein? D’altra parte, il contesto attuale della nostra epoca è molto particolare, marcato da una stupefacente deresponsabilizzazione dei soggetti e da una correlativa tendenza al sospetto di una qualche radicale colpa dell’Altro. Più sorprendente ancora è dunque il contrasto tra questo riferimento ormai tipico a livello sociale e la progressiva sparizione della categoria di paranoia dal campo della clinica. Il testo interroga questo contrasto, ripercorrendo la tradizione psichiatrica che ne ha prodotto il concetto e gli apporti decisivi della psicoanalisi rispetto all’idea stessa di legame sociale.
40,00 38,00

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