fbevnts
Vai al contenuto della pagina
Iscriviti alla newsletter

Libri di Francesco Maria Damosso

Il giudice profilabile. Studio sull’impatto dei judge profiling A.I. tools nel processo penale

Il giudice profilabile. Studio sull’impatto dei judge profiling A.I. tools nel processo penale

Francesco Maria Damosso

Libro: Libro in brossura

editore: Giappichelli

anno edizione: 2025

pagine: 384

Parlare di profilazione del giudice, cioè di sistemi che grazie all’intelligenza artificiale elaborano masse di dati relativi al magistrato per prefigurare l’esito del processo o per controllarne l’attività professionale, significa entrare in un terreno di novità e, insieme, di tensione. Il judge profiling porta infatti a un altro livello la richiesta di prevedibilità – meglio, predicibilità – della decisione giudiziaria e la possibilità di monitoraggio delle performances di chi esercita il pubblico potere. E però, mettere il giudice sotto una lente d’ingrandimento equivale nel contempo a provocare una duplice alterazione: della rilevanza dei fenomeni osservati e soprattutto del suo comportamento, a causa della sovraesposizione che ne deriva. Trattandosi del giudice, alterazione del comportamento si traduce come mortificazione della sua indipendenza, dunque come ineffettività della tutela dei diritti. Di qui, muovendo cioè dall’inderogabile dovere del legislatore di assicurare tutte le condizioni affinché l’indipendenza si realizzi e si preservi, il senso del presente studio. Uno studio che prende forma anche a partire dalla preoccupazione dovuta al vistoso disallineamento tra i contenuti dell’attuale dibattito sulla giustizia e gli scenari prossimi futuri: la recente apertura al pubblico in open access della banca dati ospitante una parte della giurisprudenza di merito, nella quale si possono ricercare i provvedimenti filtrati mediante i nomi di coloro che li hanno emessi, è un fatto che parla da sé. Ma cavalcare, da parte delle istituzioni politiche, la retorica del giudice trasparente suona solo come il tentativo illusorio di spostare l’attenzione dall’obiettivo veramente meritevole di essere perseguito. Ossia governare la complessità del diritto conciliando il pluralismo valoriale, contestualmente presente nella collettività e nella magistratura, attraverso decisioni ragionevoli e quindi socialmente accettabili.
55,00

Il vincolo al precedente tra sentenza di legittimità e massimazione

Il vincolo al precedente tra sentenza di legittimità e massimazione

Francesco Maria Damosso

Libro: Libro in brossura

editore: Giappichelli

anno edizione: 2022

pagine: 384

È un precedente – si guardi al contesto anglo-americano di origine – la regola giuridica in forza della quale è stato precedentemente deciso un certo caso, in sede giudiziaria. Su di un piano descrittivo, il precedente indica dunque il come si è precedentemente deciso. Su di un piano funzionale, lo stesso esiste, nel senso che viene considerato in vario modo rilevante, affinché tendenzialmente lo si segua: affinché in virtù del principio di universalizzabilità della decisione individuale casi analoghi vengano decisi in modo analogo, nel segno dell’uguaglianza degli individui dinanzi alla legge per come è interpretata; e la decisione futura sia in buona misura prevedibile, per garantire libere scelte d’azione. Il ragionare per precedenti ha permeato visceralmente l’argomentare giuridico, pure in un sistema radicato sul formante legale quale il nostro; e se questo è vero, come è vero, anche nella sede giudiziaria, cioè a fini decisionali, allora è altrettanto vero che il problema della gestione del precedente è un problema di giustizia di non poco momento. Ecco perché nel corso della trattazione si rifletterà sul quomodo lo stesso vada gestito. Precisamente, come si dovrebbe jus dicere da parte del giudice chiamato a stabilire il precedente per i casi successivi, ossia quali contenuti dovrebbe avere la sentenza di legittimità destinata a fungere da precedente? Come si dovrebbe interpretare quella sentenza da parte del giudice sopravveniente? Come si dovrebbe massimare quella sentenza da parte del soggetto istituzionalmente chiamato a ciò, ossia l’Ufficio del massimario della Cassazione? Al fine di valutare qualitativamente la gestione in parola – vale a dire l’amministrazione e il sistematico monitoraggio tanto della genesi quanto dell’utilizzo del precedente –, nello sviluppo del lavoro avrà modo di auspicarsi l’affermazione del canone dell’appropriatezza. Una gestione cioè appropriata rispetto a che cosa il precedente è, nonché alla sua funzione. Un canone che si rivelerà immanente e implicito nelle tesi sostenute. Esplicitamente, nondimeno, verrà tradotto in due indicatori fondamentali alla stregua dei quali misurarne il grado di aderenza: quello della effettiva comprensione e della ragionevole riapplicazione del precedente; naturalmente chiarendo cosa significhi comprenderlo effettivamente e riapplicarlo ragionevolmente.
48,00

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.