Libri di Francesco Maria Esposito
Io e il mio pianeta. Ambiente ed economia in compagnia de Il Profeta
Francesco Maria Esposito
Libro: Libro in brossura
editore: Cacucci
anno edizione: 2021
pagine: 224
Ambiente, economia e sostenibilità dello sviluppo, sono i temi affrontati in questo volume. L’Autore ritiene che i grandi problemi che l’umanità si trova a fronteggiare derivino anzitutto dallo scisma, provocato dal calvinismo, tra intelligenza e ragione, tra mente intuitiva e razionale, tra emozione e ragione. Attribuire il primato della ragione sul cuore conduce all’innaturalità dell’uomo. Invece, il cuore “intuisce”, per primo, e la ragione “discorre”, ma dopo. Senza l’apporto intuitivo consapevolizzato del cuore, la ragione diventa cinica, svolge male – senza benevolenza – la sua “attività discorsiva”. «È necessaria», scrive, «una nuova attitudine alla complessità del sentire e dell’agire con cuore e ragione per cercare la rotta della fraternità verso un’ecologia integrale». Partendo da questo assunto, accompagna i tre capitoli con altrettatanti “sermoni” de Il Profeta di Khalil Gibran. «Il Profeta», scrive l’Autore, «è un testo confacente a osservare sotto una “prospettiva umana” i problemi che l’uomo crea».
Lettera a Maduro. Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela
Francesco Maria Esposito
Libro: Libro in brossura
editore: Cacucci
anno edizione: 2019
pagine: 160
Francesco Maria Esposito, architetto studioso della sostenibilità dello sviluppo e saggista italiano, scrive una Lettera a Nicolás Maduro. La tesi espressa nella Lettera è semplice: condanna comunismo e neoliberismo totalitaristi; accende i riflettori sull'economia sociale di mercato e sulla dottrina sociale cattolica, che contengono valori essenziali per rimettere il Venezuela e il mondo sulla rotta di un autentico progresso, orientata al «diritto allo sviluppo umano integrale». L'Autore non manca di condire il libro con un colpo di scena: l'economia sociale di mercato, frontiera più avanzata del liberalismo sociale delle regole, non ha le sue prime radici intuitive in Germania, ma a Cuba. Il giurista universale rivoluzionario martire e "Apostolo" cubano José Martí, nell'Ottocento, anticipando il tedesco Röpke di quasi un secolo, è il primo a tracciare una mappa di criteri e principi liberalisti in piena corrispondenza con l'economia sociale di mercato e la dottrina sociale cattolica. A Cuba nasce l'umanesimo economico. Il pensiero martiano rimane sconosciuto.
Dialoghi con Giuseppe Abbamonte
Libro: Libro in brossura
editore: Cacucci
anno edizione: 2018
pagine: 136
«Io penso che qualunque principio esiga una sua storicizzazione, per poter essere praticamente applicato. Questo non perché vi sia una ragione di principio, ma perché vi è, in giro, un diffuso scetticismo. Nel senso che non si crede più nella divinità. E, allora, la migliore introduzione alla soluzione penso sia data da uno sforzo di storicizzazione dei princìpi e dei valori generali; e delle stesse acquisizioni che sono riuscite a compiere quelle opere ritenute “classiche” che – come dice Calvino – non finiscono mai di dire quello che hanno da dire. La cosa importante è storicizzare quelle esperienze che sono riuscite in questo senso, non dico a sublimare, ma a generalizzare, a ricostruire ed a rendere accessibile a tutti il risultato. E, se si vuole fare qualcosa di produttivo nell'attuale epoca di scetticismo e materialismo, è sempre necessario uno sforzo di storicizzazione. Anche se non mancano affatto nobilissime istanze, le quali si ribellano a scetticismo e materialismo rivendicando l’esistenza di una parte migliore dell’uomo. La storicizzazione dei principi è un tentativo di renderli attuali nella realtà che, altrimenti, rischierebbe di rimanere vuota. Sta diventando vuota, poiché povera di principi e di tutto. Si cade nel congiunturale, nel contingente, nel quotidiano e poi, in definitiva, si genera uno scetticismo improduttivo. Finendo nel non credere più a nulla, si cade nel materialismo; e la vita umana - mi duole doverlo dire -diventa poco diversa da quella degli animali. Bisogna godere, bisogna mangiare e bere - ma attenzione! - non si può e non si deve vivere come bruti. Al contrario bisogna seguire virtù e conoscenza. Dice il sommo poeta: "Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo senza gente. Considerate la vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza."»