Libri di Francesco S. Nitti
L'Europa senza pace
Francesco S. Nitti
Libro: Copertina morbida
editore: goWare
anno edizione: 2014
pagine: 170
Avranno mai termine le guerre europee? Stavamo ancora celebrando il centenario dello scoppio della più cruenta e inutile, quando la crisi ucraina ci ha trasportato, come una macchina del tempo, nello stesso contesto dove il confronto di potenze e lo scontro di nazionalità dette origine al primo conflitto mondiale. Questo libro, scritto da Francesco Saverio Nitti nel 1921, è lucidissimo e profetico nella sua analisi della tragedia europea che si andò subito delineando nei trattati di pace. Per questo uno studioso sociale, profondamente sensibile alle lezioni della storia come Giulio Sapelli, ha voluto che lo riproponessimo al pubblico italiano in una nuova edizione. Con una introduzione di Giulio Sapelli.
La libertà
Francesco S. Nitti
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2012
pagine: 116
"La libertà", che non poté uscire come Piero Gobetti Editore e fu stampato nel 1926 con il nome del tipografo Carlo Accame, riuniva le parti fondamentali dei discorsi che Nitti, in esilio, aveva pronunciato l'anno precedente a Londra sulla pace e a Cambridge sulla libertà. Vi sosteneva che erano stati gli errori della politica estera a portare alla guerra e che la guerra aveva determinato in Europa la crisi della democrazia e della libertà, su cui si erano innestate le spinte disgregatrici bolsceviche e fasciste. Mentre, però, il bolscevismo aveva un ideale, seppure non condivisibile, il fascismo perseguiva una politica di pura potenza nella occupazione dello Stato. Figura emblematica di questa politica era Mussolini, prima socialista rivoluzionario e poi leader del movimento antiparlamentare di destra. Ma il fascismo - si illudeva Nitti all'epoca - rimaneva un caso isolato nel contesto europeo e se ne poteva prevedere la breve durata.
La pace
Francesco S. Nitti
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2012
pagine: 270
"La pace", uscito nell'aprile 1925, quando il fascismo stava consolidandosi dopo la crisi seguita al delitto Matteotti, sosteneva, in consonanza con la critica di Keynes alla "pace cartaginese", l'iniquità delle condizioni imposte dai vincitori a Versailles e l'idea della solidarietà europea come unica via di salvezza dopo la guerra. Nitti condivideva la posizione di Coudenhove-Kalergi a favore della formazione degli Stati Uniti d'Europa e prospettava una nuova catastrofe se non si fossero superati gli stereotipi delle avverse propagande nazionalistiche. Lo scopo dello scritto era di far riflettere le grandi masse dei lavoratori che erano state costrette a partecipare alla guerra, rivolgendo un messaggio trasversale sia ai vincitori che ai vinti.
La tragedia dell'Europa. Che farà l'America?
Francesco S. Nitti
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2012
pagine: 348
Il libro, uscito nel 1924, è il terzo volume di Nitti sulla crisi europea, dopo "L'Europa senza pace" (1921) e "La decadenza dell'Europa. Le vie della ricostruzione" (1922). Lo statista italiano, esule a Zurigo, voleva spingere gli Stati Uniti a superare il neo-isolazionismo e a svolgere un ruolo attivo per un più equo regolamento delle questioni europee. Nitti denunciava il disegno francese di egemonia continentale, perseguito attraverso lo smembramento della Germania e l'accaparramento delle sue risorse di carbone e di ferro. In questo quadro analizzava i pericoli della politica di "balcanizzazione" dell'Europa centrale. L'indebolimento della Germania di Weimar - avvertiva - avrebbe prodotto a sinistra spinte rivoluzionarie e suscitato a destra reazioni nazionalistiche foriere di nuovi conflitti in Europa.
La divina droga. Chinino e lotta alla malaria in Italia all'alba del Novecento
Giustino Fortunato, Francesco S. Nitti
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2015
pagine: 112
Giustino Fortunato non faceva uso di perifrasi quando dichiarava: "Non intende un'acca di tutta la storia del Mezzogiorno chi per poco prescinde dalla malaria" e Francesco Saverio Nitti dava prova di altrettanta schiettezza nell'affermare: "La malaria [...] è la base di tutta la vita sociale; essa delimita i rapporti di produzione e di distribuzione della ricchezza più che qualsiasi altra causa". In Italia, alla fine dell'Ottocento, il flagello della malaria infieriva su un terzo del territorio e mieteva migliaia di vittime ogni anno, rendendo molto difficili le attività economiche e i rapporti sociali. La situazione era particolarmente critica al Centro e al Sud, stanti la presenza del latifondo e un'accentuata arretratezza. Mentre brillanti scienziati scoprivano le vere cause del morbo, nelle aule parlamentari del Regno d'Italia ferveva il dibattito sui modi di arginarne la diffusione. Ne nacque un'efficace legislazione che, nel giro di alcuni anni e grazie anche alla somministrazione gratuita del chinino (la "divina droga"), impresse una svolta positiva agli eventi e portò a un progressivo miglioramento della situazione. Le pagine di Fortunato e Nitti riprodotte in questo volume non solo ci restituiscono un tassello di storia del nostro Paese, ma ci fanno riscoprire la bellezza e la vivacità del pensiero di due menti illuminate e la generosità di chi volle mettere le proprie risorse di tempo e denaro al servizio della lotta alla malaria.

