Libri di Francesco Venturi
Polder
Francesco Venturi
Libro
editore: Fernandel
anno edizione: 2006
pagine: 144
Un romanzo scritto in stile asciutto, erede del minimalismo, sui resti dei rapporti post-liceali di giovani e giovanisimi usciti dal microcosmo delle scuole superiori, quando maggiormente si accentuano le differenze di classe sociale e di carattere, e cominciano a delinearsi i destini, più o meno rosei ma obbligati, di ognuno. Una vicenda ambientata tra le feste della Bologna-bene, scivolando senza pietà e ipocrisie sui ruvidi e spesso dolorosi intrecci dei futuri uomini d'affari del capoluogo.
Tutto di me
Francesco Venturi
Libro: Libro in brossura
editore: LAB Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 104
Ho scelto la poesia, poiché l’unico modo per descrivere la mia vita così piena di ostacoli e di “inciampi” è quello di utilizzare un canto, una poetica che sottolinei la bellezza inusuale del mistero di questa esistenza. La quale, già da fanciullo, mi colpì con una mazza nelle gambe facendomi cadere ogni volta che i miei piedi si poggiavano a terra. Vedevo gli altri correre nel giardino del mio paese, ci provavo, cadevo, mi alzavo e combattevo appoggiando le punte. Avevo ed ho ancora due cognomi: il primo di sangue che è Venturi, mentre il secondo copiato e ingombrante che è Duchenne. Ora sono costretto a stare in carrozza, in tutti i modi me ne frego perché sono comodo e con la scusa posso mangiare quanto mi pare, posso evitare l’attività fisica. Sì è vero, sono costretto a stare seduto a causa di questa condizione, però ora sono cresciuto e grazie alle mie rime ho trovato il mio mondo nel quale posso stare solo con me stesso e sputare fuori tutto il dolore e la rabbia repressa. Prefazione e postfazione di Achille Lauro.
Genesi e storia della «trilogia» di Andrea Zanzotto
Francesco Venturi
Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2016
pagine: 265
Composta dal "Galateo in Bosco" (78), "Fosfeni" ('83), e "Idioma" ('86), la "trilogia" o "pseudo-trilogia" di Andrea Zanzotto si apre a una pluralità di linguaggi e stili e prospetta vertiginosi incroci spaziotemporali in un progetto ardito che mira all'esplorazione del cosmo e del caos. All'immersione ctonia nella selva del Montello, luogo eletto da Giovanni Della Casa per la scrittura del "Galateo" e insanguinato dagli orrori della grande guerra, segue il movimento ascensionale verso le vette dolomitiche e le altezze siderali di "Fosfeni", sino all'approdo al paesaggio familiare di Pieve di Soligo in "Idioma". La disamina delle carte autografe di Zanzotto, custodite presso il Centro Manoscritti dell'Università di Pavia, permette di addentrarsi nel laboratorio del poeta e ricostruire la gestazione e la storia del trittico con grande ricchezza di dati. Ne emerge un cantiere di estrema complessità, mobile e in larga parte unitario, sottoposto nell'arco di un decennio a molteplici ripensamenti, smembramenti, e sovvertimenti strutturali. L'analisi di abbozzi manoscritti, frammenti inediti, e piani di lavoro offre illuminanti prospettive critiche sul significato profondo dei testi e delle raccolte, disvelando gli intricati percorsi genetici dell'impresa poetica più ambiziosa di Zanzotto.