Libri di Gëzim Hajdari
San Pedro Cutud. Viaggio negli inferi del Tropico
Gëzim Hajdari
Libro: Libro rilegato
editore: Fara
anno edizione: 2004
pagine: 60
Una cronaca di viaggio nelle Filippine che ha l'intensità di una prosa poetica, pur nella scorrevolezza del testo pieno di curiosità e di attenzione all'incontro con l'altro. Come scrive l'autore: "Lo scopo del nostro viaggio nel paese del sud-est asiatico era quello di fare un servizio fotografico a San Pedro Cutud...". In questa località ogni 9 aprile ha luogo una crocifissione che alcuni "volontari" si autoinfliggono. Ma in questo libro troverete tante altre notizie e informazioni meno cruente: l'occhio del poeta Hajdari ci offre uno spaccato della società filippina di oggi che ogni cittadino attento a ciò che accade nel mondo saprà apprezzare.
Spine nere-Gjemba te zinj
Gëzim Hajdari
Libro: Libro in brossura
editore: Besa muci
anno edizione: 2005
pagine: 105
"Essendo stato compagno di scuola e amico di Hajdari fin dalla giovinezza, ho avuto il privilegio di seguire, fin dall'inizio, il suo percorso poetico, unico e straordinario. Ho potuto così partecipare con l'angoscia e con lo stesso tremore dei lettori all'impatto dei suoi versi indelebili. "Spine nere" sono parte di due mondi della vita dell'autore: di un mondo in apparenza latente in lui, ma in realtà assolutamente vivo, e dell'altro, quello della quotidianità, di un non luogo che narra di esilio e di sfida. Due mondi che diventano soggetto di una raccolta strappata alla profondità del suo io centrale. Appunto, spine nere che trafiggono silenzi, vertigini, solitudini, ferite, lingue, diventando la cifra di una nuova etica. (Jozef Radi)
Poema dell'esilio-Poema e mërgimit
Gëzim Hajdari
Libro: Libro in brossura
editore: Fara
anno edizione: 2005
pagine: 90
"L'Albania fa nascere i suoi cantori, poi li umilia, li manda in campagna per essere "rieducati", li mettte in prigione, violenta le loro anime, li condanna all'esilio, alla povertà, li fa fucilare, li impicca, li tortura, li lascia senza tomba, per salvare in seguito il loro ricordo. L'Albania è una Medea: divora i propri figli" (Gezim Hajdari).
Muzungu. Diario in nero
Gëzim Hajdari
Libro: Libro in brossura
editore: Besa muci
anno edizione: 2006
pagine: 143
«"Ho perso il filo, la storia che volevo raccontarvi è un'altra": quella annotata a margine degli appunti di un viaggio in Africa, una storia che va dritta all'origine - le sorgenti del Nilo bianco richiamano alla memoria del poeta/reporter la natale Darsia - attraverso digressioni che straniano il paesaggio equatoriale su sfondi balcanici. Un viaggio fatto di incontri, voci, "miriadi di lingue", omaggio di uno scrittore migrante alla biodiversità di un universo culturale minacciato di estinzione.» (Ugo Fracassa).
Poema dell'esilio
Gëzim Hajdari
Libro: Libro in brossura
editore: Fara
anno edizione: 2007
pagine: 228
Pane e olive
Gëzim Hajdari
Libro: Libro in brossura
editore: Besa muci
anno edizione: 2025
pagine: 140
«Tutto è frontiera / ombra di Dio / frutto notturno»: antica per spirito e lignaggio, nuova per sensibilità e apertura, la poesia di Gëzim Hajdari continua il suo viaggio con un altro libro di frontiera, che procede di soglia in soglia tra luoghi e tempi. Con «pane e olive nella bisaccia», emblema mediterraneo di una cultura fondata sul rapporto con la terra, sulla pietà per il vivente, sulla semplicità e dignità del vivere, Hajdari si avventura nei meandri di natura e storia, così come nelle pieghe del quotidiano, alla ricerca di ciò che ci fa umani, nella salvezza e nel disastro. Andalusia e Devon sono i paesaggi tra i quali Pane e olive si snoda, carichi di echi, memorie, conflitti e incanti, quasi che ogni luogo fosse un libro di libri dove il poeta può leggere se stesso, noi, e il mondo. Per poi restituirci, più folli o più saggi, al nostro destino: ad esempio commuovendoci in morte della madre lontana in Albania («Te ne sei andata senza dire nulla, / leggera come una foglia in autunno»), o riconoscendoci alla frontiera, con il compito di portare in salvo qualcosa dalla rovina della nostra inciviltà («A noi, esuli al confino, / non resta che conservare la memoria, / vivere la follia)». Tesi e vibranti, «scritti con il coltello / sulla pelle», i versi di Hajdari ci attendono, per offrirci la loro ombra e il loro frutto. (Andrea Gazzoni)
Nûr. Eresia e besa
Gëzim Hajdari
Libro: Copertina rigida
editore: Ensemble
anno edizione: 2012
pagine: 140
I canti dei nizàm
Gëzim Hajdari
Libro: Libro in brossura
editore: Besa muci
anno edizione: 2012
pagine: 209
La lirica popolare albanese - appartenente a una cultura prealfabetica - è riuscita a conservare fino a oggi i valori etici e morali del passato, tramandandoli da una generazione all'altra attraverso bardi e rapsodi. Essi rispecchiano l'anima, lo spinto e gli ideali del popolo albanese, dentro e fuori dai suoi territori geografici. Sono stati proprio i canti popolari che hanno mantenuto viva la memoria collettiva delta nazione nei momenti bui e tragici della storia, arricchendo così la tradizione culturale e l'identità stessa degli shqiptar. Per la prima volta si propone al lettore italiano il ciclo dei canti lirici popolari dei nizàm (così venivano chiamati in turco i soldati albanesi che combattevano per conto della Sublime Porta di Istanbul), parte del patrimonio culturale del paese delle aquile e finora sconosciuti al di fuori dei confini nazionali. Sono di una bellezza rara e unica. Vengono cantati dagli uomini nelle cerimonie e nei matrimoni e tramandati di padre in figlio.