Libri di Gianfranco Tamagnini
Scienza occupazionale con elementi di psicologia positiva e teorie dell'azione e motivazionali
Gianfranco Tamagnini
Libro: Copertina morbida
editore: Alpes Italia
anno edizione: 2022
pagine: 284
Le investigazioni della scienza occupazionale devono direzionarsi sul potenziamento di metodi atti a comprendere in quale misura le rappresentazioni delle occupazioni, si correlino agli indicatori fisiologici individuali di salubrità, equilibrio, prosperità. La scienza occupazionale potrebbe attingere alla "teoria della complessità" che investiga molti ambiti dello scibile, esplorando diverse dottrine, al fine di comprendere le molteplici forze che modellano il senso profondo dell'occupazione, quale elemento nucleare dell'umana identità. Dal momento che le umane occupazioni potrebbero essere considerate come una forma intensificata di azione mente-corpo nel fronteggiamento di situazioni problematiche intimamente trasformative, sono necessarie una lettura ed una investigazione metaparadigmatica, con una vitalità intellettuale plasmata sull'impegno e l'espansione della ricerca, pur coltivando la relazione simbiotica con la terapia occupazionale. La scienza occupazionale sviluppa legami e collegamenti molteplici e dinamici con altre discipline che plasmano l'umana occupazione, influenzando, di conseguenza, anche la salute dell'individuo e della popolazione.
Nursing in area psichiatrica. Il paziente schizofrenico
Gianfranco Tamagnini
Libro: Copertina morbida
editore: Alpes Italia
anno edizione: 2018
pagine: 190
Operare in ambito psichiatrico rappresenta, anche e soprattutto, una dinamica e creativa opportunità di affrancarsi da quelle condotte "egologiche", che rischiano di imprigionare in una sorta di "apologia dell'io solo", col pericolo di rappresentare la malattia mentale quale mera compromissione dell'apodissi della ragione. La "primordiale dissimmetria", nel complesso rapporto con "alterità estreme" con quelle "esistenze vulnerate" che incarnano l'enigmatica natura della psicopatologia, può e deve auspicabilmente diventare anche un virtuoso itinerario "est-etico" di maggior conquista di sé stessi. "L'alterità egoica" consente al proprio Io - in una trasposizione empatica - di "immedesimarsi" nel mondo dell'altro "come se" fosse il proprio, abiurando la concezione della "differenza" quale patologica estraneità. Rapportarsi con la malattia mentale, con questa "vulnus animae", evoca fondamentali quesiti sul senso stesso dell'esistenza, col rischio di indurre ad una solipsistica cristallizzazione su sé stessi. È fondamentale schiudersi ad una rinnovata antropologia dialogica che offra maggiori possibilità di comprensione di altrui "sistemi" ed esperire quel difficile connubio fra orizzonti identitari, valoriali e relazionali con un "complesso" altro da sé - concepito non come l'assolutamente altro - rispettoso della "natura" di quelle differenze, che in questo ambito, si palesano talora in modo paradossale. Presentazione di Massimo Di Giannantonio.
Nursing in area psichiatrica. Il paziente schizofrenico
Gianfranco Tamagnini
Libro: Copertina morbida
editore: Alpes Italia
anno edizione: 2015
pagine: 164
Operare in ambito psichiatrico rappresenta, anche e soprattutto, una dinamica e creativa opportunità di affrancarsi da quelle condotte "egologiche", che rischiano di imprigionare in una sorta di "apologia dell'io solo", col pericolo di rappresentare la malattia mentale quale mera compromissione dell'apodissi della ragione. La "primordiale dissimmetria", nel complesso rapporto con "alterità estreme" con quelle "esistenze vulnerate" che incarnano l'enigmatica natura della psicopatologia, può e deve auspicabilmente diventare anche un virtuoso itinerario "est-etico" di maggior conquista di sé stessi. "L'alterità egoica" consente al proprio Io - in una trasposizione empatica di "immedesimarsi" nel mondo dell'altro "come se" fosse il proprio, abiurando la concezione della "differenza" quale patologica estraneità. Rapportarsi con la malattia mentale, con questa "vulnus animae" evoca fondamentali quesiti sul senso stesso dell'esistenza, col rischio di indurre ad una solipsistica cristallizzazione su sé stessi. È fondamentale schiudersi ad una rinnovata antropologia dialogica che offra maggiori possibilità di comprensione di altrui "sistemi" ed esperire quel difficile connubio fra orizzonti identitari, valoriali e relazionali con un "complesso" altro da sé - concepito non come l'assolutamente altro - rispettoso della "natura" di quelle differenze, che in questo ambito, si palesano talora in modo paradossale.
Nunc stans. Versi liberi
Gianfranco Tamagnini
Libro: Libro in brossura
editore: Alpes Italia
anno edizione: 2023
pagine: 68
L'uomo è sempre desideroso di "ritrovare un tempo perduto", fors'anche dissipato, per recuperarlo, liofilizzarlo, storicizzarlo, comprimerlo in un punto d'un eterno presente, in un nunc stans, nel quale sognare di poter "imbrigliare anche il futuro", in un limbo aureo dove catalizzare e far convivere l'irruzione nella vivida, irresistibile autenticità dell'esperienza. Non semplicemente un desiderio di intensissima sensazione di riuscire a "dare delle occhiate all'aldilà", non dopo, ma "sempre adesso". L'esercizio dell'arte, attraverso la musica, le immagini, la prosa, consente di far trasparire la sehnsucht, ovvero l'anelito struggente e mai sufficientemente compiuto all'infinito. Un moto inquieto e nostalgico, un'ardente brama di sondare e comprendere quanto riposa oltre i limiti del finito, allontanandosi dal presente col suo "attimo colpevole", per immergersi in una dimensione cosmica fuori dal tempo, adesa all'impareggiabile sofferenza per l'inattuabilità di appagamento di tal desiderio. La scrittura – e la contemplazione della parola – può assurgere ad una sorta di meditazione che avviluppa i sensi, schiudendo una relazione fra colui che guarda ed il sacro cosmo del mistero. La parola – come pura espressione metafisica – ha da sempre aiutato il "suo creatore" a "governare" la sua traiettoria esistenziale, a descrivere la vita attraverso quella sublimazione sensoriale ed emozionale, capace di penetrare il pensiero. La necessità di descrivere il mondo delle cose, il cosmo delle emozioni, lo stesso esserci in queste ineludibili dimensioni, spinge alla ricerca del "logos perduto", ad una sorta di "autopsia della parola", per trovare in essa quasi la verità della vita. Il pensiero - che anche attraverso la potenza espressiva della parola si struttura - potrà anelare a trovare pace temporale in quel "nunc stans" criptico ed inafferrabile, "capace" di esprimere ed evidenziare quell'ego, che attende miracolosamente di collocarsi - nella possibilità del discernere nel mondo - sul limite fra passato e futuro, in un mai sufficientemente agognato "presente eterno". (Gianfranco Tamagnini). Prefazione di Giuseppe Fidelibus.