Libri di Gianni Peteani
1945. Sono incinta. Ich bin schwanger
Anna Di Gianantonio, Gianni Peteani
Libro: Libro in brossura
editore: Gaspari
anno edizione: 2024
pagine: 208
Il libro ricostruisce il difficile rapporto tra Nerina Uršič, antifascista triestina reclusa nel lager di Ravensbrück, con la figlia Sonia, di cui era incinta e che nacque a meno di due mesi dalla liberazione. Come accudire una una bambina quando era la madre stessa, dopo la detenzione, ad avere bisogno esclusivo di attenzione e di cure? Il libro si interroga sui legami tra i deportati e le seconde e terze generazioni che dovettero elaborare il trauma dei genitori e indica alla società contemporanea una strada, quella della parola e del dialogo, per lenire le profonde ferite della deportazione.
Ondina Peteani. La lotta partigiana, la deportazione ad Auschwitz, l'impegno sociale: una vita per la libertà
Anna Di Gianantonio, Gianni Peteani
Libro: Libro in brossura
editore: Mursia
anno edizione: 2012
pagine: 274
«È bello vivere liberi» sono le ultime parole scritte da Ondina Peteani, l'epitaffio di una vita passata dalla parte dei giusti. Ha solo quattordici anni quando viene mandata a lavorare in un cantiere a Monfalcone: per la ragazzina l'incontro con compagni più grandi è l'inizio della formazione politica e quasi subito l'impegno nelle file della Resistenza. Il pericolo e la passione civile, l'entusiasmo della giovinezza e la forza delle idee: questa è la vita di Ondina nei territori orientali dove la repressione tedesca si fa molto dura dopo l'8 settembre. Nel 1944 viene arrestata e deportata nel Lager di Auschwitz: un'esperienza che la segnerà per sempre. Nel suo racconto non fa sconti, non c'è retorica nelle sue parole, ma solo la cruda, tragica realtà della ferocia umana. Ha guardato nel baratro e il ricordo la tormenterà per sempre, indelebile come il numero tatuato sul suo braccio. Nel dopoguerra, nonostante le ferite del corpo e dell'anima lasciate dal Lager, continua il suo impegno civile e politico. La sua è la storia emblematica di una generazione di donne che la guerra, paradossalmente, ha reso libere, ma che per quella libertà hanno pagato un prezzo elevatissimo.