Libri di Irene Bevilacqua
Le parole si arricciano come le nuvole. Scritti dispersi (1977-1993)
Antonio L. Verri
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Kurumuny
anno edizione: 2025
pagine: 652
La letteratura intesa come militanza attiva, partecipazione e operatività culturale emerge in maniera netta nella ricca attività pubblicistica di Antonio L. Verri, per la prima volta raccolta integralmente in questo doppio volume. Tra il 1977 e il 1993 Verri si fa promotore di numerose riviste e fogli letterari, in una frenetica e generosa attività che si fonda sull’intenzione di traghettare la cultura e le lettere salentine fuori dagli angusti confini provinciali. Nascono così le esperienze di «Caffè Greco», «Pensionante de’ Saraceni», «On Board», «Quotidiano dei poeti» e «Titivillus», oltre alle collaborazioni con «Quotidiano di Lecce» e «SudPuglia». Nei suoi interventi, sempre caratterizzati da una robusta verve polemica, Verri «l’uomo rivista» – come l’ha definito simpaticamente Ennio Bonea – si sente parte integrante, erede e animatore di una comunità letteraria orgogliosa di essere borderline, se per allineata si intende la cultura del «perbenismo impellicciato», ossequiosa del potere editoriale e accademico e incline al compromesso.
I papi e le acque. Bonifiche, peschiere e comunità nelle paludi pontine dal XVI al XVII secolo
Irene Bevilacqua
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2018
pagine: 566
I tentativi di prosciugare le paludi pontine in età moderna rappresentano una storia di fallimenti. Tra Cinque e Seicento numerosi pontefici provarono a bonificare ampie zone nel territorio compreso tra Sezze e Terracina, senza riuscirvi. Una storia di insuccessi, dunque, ma rivelatrice dell'interesse che il potere pontificio nutrì, per secoli, nei confronti della pianura pontina, e indicativa delle diverse strategie politiche ed economiche che in quei territori furono adottate; ma è anche una storia esemplare delle relazioni amministrative tra centro e periferia in un antico Stato italiano. Gli incolti causavano spesso accesi contrasti tra gli uomini per deciderne le modalità di sfruttamento: la trasformazione dei pantani in campi coltivati avrebbe infatti messo in discussione i tradizionali sistemi di utilizzo comune dell'incolto umido (pesca, caccia, pascolo ed erbatico), essenziali per le precarie economie locali e il sostentamento degli abitanti. Le iniziative pontificie dovettero, quindi, fronteggiare un quadro politico nel quale da un lato il ducato di Sermoneta dei Caetani, dall'altro le comunità non infeudate di Sezze, Piperno e Terracina ostacolarono, per opposte ragioni, il cambiamento dell'assetto territoriale esistente. Fra le pieghe delle vicende di questa vera e propria 'guerra delle acque' emerge con evidenza l'intreccio di fattori umani e naturali che ha segnato il destino ambientale di questo spazio umido.