Libri di L. Frausin Guarino
Marie la strabica
Georges Simenon
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2019
pagine: 192
Sylvie ha diciassette anni ed è bella, procace, impudica; ha un seno magnifico, che eccita gli uomini, e prova piacere «a guardarselo, ad afferrarlo a piene mani». Marie, che ha un anno più di lei, è brutta e strabica, timida e spaurita; a scuola le compagne «le giravano alla larga, dicevano che aveva il malocchio». Da piccole, Sylvie le prometteva: «Quando sarò ricca ti prenderò come cameriera, e ogni mattina mi pettinerai». Eppure, di quello che passa per la testa di Sylvie, che adora e disprezza al tempo stesso, Marie intuisce tutto. Sa perché si spoglia davanti alla finestra aperta con la luce accesa, e sa anche che è lei a provocare il suicidio di Louis, il ragazzo ritardato ed epilettico che si aggira di sera nel giardino della pensioncina dove entrambe lavorano. Priva di scrupoli, ferocemente determinata a fuggire quella povertà che le fa orrore, Sylvie lascia la provincia e parte alla conquista di Parigi. Marie, che appartiene alla razza delle creature «segnate dalla malasorte», la segue nella capitale, ma si rassegna all'esistenza mediocre a cui è destinata. Quando, molti anni dopo, le due donne si rincontreranno, sarà Sylvie ad aver bisogno dell'aiuto di Marie, e questa sembrerà assecondarla con la succube arrendevolezza di sempre. Ma forse, questa volta, con il segreto proposito di rovesciare i ruoli: chi sarà, allora, la serva, e chi la padrona?
Taccuini. Gli anni «Jules e Jim»
Henri-Pierre Roché
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 1997
pagine: 560
"Uno dei più bei romanzi moderni che io conosca è Jules et Jim di Henri-Pierre Roché": così scriveva nel 1954 il giovane Francois Truffaut, che quasi dieci anni dopo avrebbe portato sullo schermo la vicenda inaudita e folgorante dell'armonioso triangolo che, nei primi anni Venti, aveva avuto come protagonisti lo stesso Roché, lo scrittore austriaco Franz Hessel e la moglie di quest'ultimo, Helen. E fu ancora il regista francese a tentare di promuovere la stampa almeno parziale dell'infinita serie di taccuini (330 in tutto) su cui Roché aveva annotato, dal 1901 alla morte, ogni dettaglio della propria vita e dei propri incontri. Un catalogo in cui sfilano Picasso e Gertrude Stein, Duchamp e Cocteau, Picabia, Satie e Georges Braque.
I fantasmi del cappellaio
Georges Simenon
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2012
pagine: 238
«Non so se I fantasmi del cappellaio sia il più bel romanzo di Simenon, perché ogni volta che leggo o rileggo una delle sue opere, mi pare sempre la più bella, la più misteriosa, la più drammatica. Ripubblicato dopo quasi cinquant'anni, colpisce al cuore per l'incomparabile capacità di comunicare l'oscuro precipitare dei suoi personaggi dentro la propria perdizione e disperazione». (Natalia Aspesi)
Considerazioni sugli occhiali
Georges Perec
Libro
editore: Henry Beyle
anno edizione: 2011
pagine: 40
Thérèse Desqueyroux
François Mauriac
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2009
pagine: 144
Sin dalle prime pagine di questo libro - quando vediamo Thérèse, il piccolo volto "livido e inespressivo", uscire dal Palazzo di Giustizia dopo essere stata prosciolta dall'accusa di omicidio premeditato - ci appare chiaro per quale ragione questo memorabile personaggio non abbia mai smesso di ossessionare Mauriac. E non potremo che essere anche noi soggiogati dal fascino ambiguo di quella che l'autore non esitava a definire "una creatura ancora più esecrabile" di tutte quelle uscite dalla sua penna. La seguiremo, questa scellerata eppure irresistibile creatura, nel viaggio verso Argelouse: un pugno di fattorie oltre il quale ci sono solo i viottoli sabbiosi che si inoltrano verso l'oceano in mezzo a paludi, lagune, brughiere, "dove, alla fine dell'inverno, le pecore hanno il colore della cenere". Là Thérèse ritroverà quel marito che ha tentato di avvelenare, ma che l'ha scagionata per salvare "l'onorabilità del nome": un ragazzone di campagna amante della caccia e del buon cibo, che lei ha sposato nella speranza di trovare rifugio da se stessa e da un pericolo oscuro. Ma neanche mettersi una maschera, cercare di vivere come anestetizzata, inebetita dall'abitudine, è servito: le "sbarre viventi" di una famiglia ottusa e conformista non sono riuscite a impedire che si compisse ciò che era scritto.
Quaderni della guerra e altri testi
Marguerite Duras
Libro: Copertina morbida
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2008
pagine: 323
I "Quaderni della guerra" costituiscono la parte più importante degli archivi depositati da Marguerite Duras all'lmec (Institut Mémoires de l'édition contemporaine) nel 1995. Scritti tra il 1943 e il 1949, sono rimasti a lungo chiusi nei mitici "armadi blu" della sua casa di Neauphle-le-Chàteau; la loro pubblicazione permette l'accesso a un documento autobiografico unico e a una testimonianza preziosa sul lavoro letterario della scrittrice ai suoi inizi. Il contenuto di questi quattro quaderni eccede ampiamente il quadro della guerra, malgrado la nota apposta da Marguerite Duras sulla busta che li conteneva, ora diventata il titolo del volume. In effetti, troviamo racconti dove evoca i periodi più cruciali della sua vita, in particolare la gioventù in Indocina; abbozzi di romanzi in corso, come Una diga sul pacifico o "Il marinaio di Gibilterra"; o il racconto all'origine de "Il dolore". Dieci "altri testi" inediti, contemporanei alla stesura dei quaderni, completano quest'immagine di un'opera nascente dove si disegna l'architettura primitiva dell'immaginario durassiano.
Théophile-Alexandre Steinlen 1859-1923. Catalogo della mostra (Bellinzona, 1 aprile-1 luglio 2007)
Libro: Libro in brossura
editore: Pagine d'Arte
anno edizione: 2007
pagine: 194
"Su carta, fra le pagine dei libri, sfogliando le riviste, si legge il racconto illustrato di Steinlen nelle sue pieghe straordinarie, nella sua trasformazione, nel suo tocco leggero e grave, articolato con misura. Il suo discorso è costruito su dualità forti che ne rafforzano la struttura dove si attua la netta contrapposizione fra gioia e dolore: la violenza e la miseria da un lato, la pace e la felicità dall'altro. Dualità forti, riprese sul piano stilistico nell'alternanza fra incisione e litografia, su quello editoriale fra i diversi livelli della divulgazione del discorso figurativo e infine, per quanto riguarda l'argomento, nello spostamento fra la gioia semplice delle canzoni di quartiere all'incomprensibile tragedia della guerra, stemperata nel paesaggio e addolcita dalla presenza amica dei gatti fra le mura di casa, in silenzio. Si legge fra le righe: etica rima con poetica, poetica del sentimento umano, costruita da Steinlen nel segno della solidarietà, della fedeltà assoluta alle figure senza destino che passano attraverso le sue pagine illustrate per corrispondenza simbolica e si trovano per affinità, vagabonde, vicine al nostro cuore. Figure senza tempo di reduci e vagabondi che raccontano al nostro sguardo storie di vite perse, spente nel sole dei morenti." (Matteo Bianchi)
Valerio Adami. Stanze. Catalogo della mostra (Bellinzona, 30 aprile-15 agosto 2004)
Matteo Bianchi, Édouard Glissant, Amelia Valtolina
Libro: Libro in brossura
editore: Pagine d'Arte
anno edizione: 2004
pagine: 131
Una mostra scandita in stanze; un itinerario fra pittura e poesia; un viaggio nei segreti del processo creativo: questo è "Stanze", la mostra che il Museo di Villa dei Cedri di Bellinzona, dedica a Valerio Adami.
Chardin e Rembrandt
Marcel Proust
Libro: Libro in brossura
editore: Pagine d'Arte
anno edizione: 2012
pagine: 48
"Se guardando un quadro di Chardin potete dire a voi stessi: tutto questo è intimo, confortevole, animato come una cucina, aggirandovi in una cucina penserete: tutto questo è straordinario, grande, bello come un quadro di Chardin. Chardin non sarà stato solo un uomo che si sentiva a proprio agio nella sua stanza da pranzo, ma un uomo dotato di una coscienza più acuta il cui piacere troppo intenso, incontenibile, si manifesterà in pennellate dense di materia, in colori che resteranno eterni." Marcel Proust
Breve storia dell'arte contemporanea
Camille Saint-Jacques
Libro: Libro in brossura
editore: Pagine d'Arte
anno edizione: 2012
pagine: 150
Le signorine di Concarneau
Georges Simenon
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2013
pagine: 136
Jules Guérec - quarant'anni, celibe, proprietario di due pescherecci - è sempre vissuto nella cittadina bretone in cui è nato, nella casa adiacente all'emporio che la sua famiglia gestisce da generazioni, nello stesso odore "di catrame, cordami, caffè, cannella e acquavite", insieme alle due sorelle rimaste nubili, che lo accudiscono con una sollecitudine benigna, occhiuta e possessiva. A loro Guérec deve rendere conto di come spende ogni centesimo. Persino quando gli capita di andare a Quimper, e di non resistere alla tentazione di tornare in quella certa strada dove un paio di signore "arrivate da Parigi" passeggiano "gettando agli uomini sguardi provocanti", il pensiero di come farà a giustificare i cinquanta franchi mancanti gli rovina il piacere. Sono loro, le sorelle, a sorvegliare tutto, a provvedere a tutto. Anche quella volta che lui, da giovanotto, ha messa incinta una ragazza, è stata Celine - che delle due è la più penetrante e la più spiccia, e che afferma di conoscere il fratello come fosse un figlio suo - a prendere in mano la situazione. Una notte, però, Guérec, senza quasi accorgersene, sarà la causa di un evento tragico, le cui paradossali conseguenze potrebbero forse spingerlo a uscire dal bozzolo soffocante, ma anche tiepido e rassicurante, dei legami familiari.
Giornate intere fra gli alberi
Marguerite Duras
Libro: Copertina morbida
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2019
pagine: 176
"Ed egli si tuffò nel verde prato dei tappeti verdi, ridente, immemore del suo misfatto, caro agli dei". Una signora ormai anziana torna per qualche giorno a Parigi in visita dal figlio, che non vede ormai da anni. Ma l'uomo, ormai cinquantenne, oggetto di un amore esclusivo, cieco e divorante da parte della madre, è solo un egoista, miserabile flambeur che vive con una entraîneuse e dilapida senza alcun criterio i suoi soldi al gioco. È un uomo che non combina nulla. È proprio vero che non c'è nulla da aspettarsi da una persona che, da bambino, trascorreva intere giornate fra gli alberi a scovare gli uccelli, invece di andare a scuola! Pubblicato originariamente nel 1954, il racconto è stato messo in scena all'Odéon di Parigi nel 1965 e trasformato in film, per la regia della stessa Marguerite Duras, nel 1977. Anche gli altri tre racconti, che completano il volume, sono accomunati da una sorta di immaturità esistenziale dei diversi personaggi: una collegiale che impara dall'osservazione di un boa il senso della felicità; una portinaia che sogna di morire per non svuotare i bidoni della spazzatura; un amore fatto di sguardi e gesti, nell'attesa del fatale incontro.

