Libri di L. Valori
Lo chiamavano il paese del sole. Il fotovoltaico italiano tra spontaneo insediamento e pianificazione
Giovanni L. Giannuzzi, L. Valori, R. Basosi
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2013
pagine: 184
Come, dove, perché sono nati più di 500.000 impianti fotovoltaici nella Penisola? È di tutta evidenza la prorompente diffusione di queste installazioni, sorte spontaneamente dal 2006 ad oggi grazie agli incentivi in Conto-Energia, a dimostrazione dell'ampio consenso sociale verso la tecnologia. Molto meno chiare sono le dinamiche che ne hanno governato l'insediamento. Valicando i confini del mondo degli ordini professionali, il libro si rivolge a tutti i soggetti della società civile che dibattono sulla convenienza o meno dell'opzione fotovoltaica: un "fenomeno" che l'Italia ha visto esplodere senza averlo per tempo pianificato, intorno al quale ruotano confusione e disinformazione. Gli autori allora cercano di "riordinare le idee": dapprima inquadrando il contesto mondiale delle risorse energetiche; quindi analizzando scientificamente i dati statistici delle migliaia di impianti realizzati; infine proponendo riflessioni per la gestione futura del processo. Proprio adesso che il regime di incentivazione sembra definitivamente terminato ed il Paese del Sole deve decidere quale strada seguire sulla risorsa solare.
Senza rimedio
Alfonsina Storni
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2011
pagine: 214
Alfonsina Storni (1892-1938) è una delle voci fondanti dell'espressione femminile del Novecento. Seppe costruire un discorso poetico intenso e personale, nato dall'emozione ma controllato stilisticamente con intelligenza e dimestichezza con le forme espressive dell'epoca. Non ancora trentenne venne insignita prima del Premio Municipale di poesia e poco dopo del Premio Nazionale di Letteratura. Non sopportava le gerarchie della società patriarcale e disprezzava le donne sottomesse, che chiamava "pecore", mentre con fierezza si autodefiniva "lupa". Amata dal grande Horacio Quiroga, sentiva come lui i "disagi della civiltà" e come lui aspirava a ritornare nella natura in una comunione assoluta e redentrice. Come lui inoltre, per evitare l'umiliazione e la sofferenza di una malattia incurabile, scelse il suicidio. La sua tragica morte servì a intensificare l'aura leggendaria che la circondava. La raccolta "Senza rimedio" (Irremediablemente, 1919), scritta in soli tre mesi, segna il punto più alto nella prima fase della sua evoluzione poetica. Si presenta completa per la prima volta in italiano.