Libri di Laura Galesi
Mafia da legare. Pazzi sanguinari, matti per convenienza, finte perizie, vere malattie: come Cosa Nostra usa la follia
Corrado De Rosa, Laura Galesi
Libro: Libro in brossura
editore: Sperling & Kupfer
anno edizione: 2013
pagine: XI-266
Nel codice d'onore di Cosa Nostra non c'è spazio per la follia. Il mafioso si comporta in modo irreprensibile nella vita privata e in quella pubblica, ascolta, sa tutto, agisce nell'ombra, non perde mai il controllo. Per lui "pazzo" è un insulto, un'arma per delegittimare un delatore o attaccare chi è diventato troppo scomodo. Il boss è un uomo tutto d'un pezzo, o almeno così si dipinge. Eppure, in molti casi, è pronto a trasformarsi, per convenienza, in un matto da manuale: un comodo ed efficace escamotage per arrivare alla villeggiatura del manicomio giudiziario o, addirittura, degli arresti domiciliari evitando così il carcere duro e magari anche il processo. "Mafia da legare" è il primo libro che raccoglie e analizza le varie forme di follia, a volte vera, molto spesso presunta, che hanno colpito Cosa Nostra. Da quella usata per screditare nemici e traditori a quella simulata che salva dalla prigione, fino alla psicopatia reale e feroce dei criminali sanguinari. Non solo: non c'è follia se non c'è nessuno che "ci crede". Così lo psichiatra Corrado De Rosa e la giornalista Laura Galesi puntano il dito anche su chi rende possibile tutto ciò, da medici troppo compiacenti a giudici troppo garantisti. Questo libro demolisce l'ultimo mito di Cosa Nostra, il codice d'onore: se i boss si fingono pazzi significa che anche il presunto onore è morto, sepolto sotto cubi di cemento, saltato in aria, sciolto nell'acido. Come la loro coscienza. Prefazione di Pietro Grasso.
Voi li chiamate clandestini
Laura Galesi, Antonello Mangano
Libro: Copertina morbida
editore: Manifestolibri
anno edizione: 2010
pagine: 143
Un'inchiesta da Castel Volturno a Foggia, da Rosarno a Cassibile, sulle terribili condizioni di vita e di lavoro dei migranti. Un viaggio nel Sud invisibile, nelle campagne degli stagionali, dei rumeni, dei maghrebini, degli africani, degli imprenditori senza scrupoli, della 'ndrangheta e della camorra. Cosa sappiamo della produzione dei pomodori, dei vini doc, delle arance? Questi tradizionali prodotti italiani sono spesso il frutto di lavoro nero, malpagato e ricattato. Il libro smonta uno dopo l'altro i pregiudizi e i luoghi comuni veicolati dalla retorica della "clandestinità", smaschera quella "filiera lunga" dei prodotti agricoli meridionali fatta di passaggi inutili, mediazioni estorsive e caporalato, un'economia dell'assurdo i cui costi sono pagati dagli anelli più deboli della catena, i lavoratori stranieri e i consumatori finali. Un'inchiesta che vuole ristabilire la verità sulla situazione di lavoratori stretti tra uno Stato sempre più pressante e razzista e una criminalità organizzata violenta e feroce.

