Libri di Massimo Bucarelli
Andreotti e Gorbacëv. Lettere e documenti 1985-1991
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2022
pagine: 424
Tra il 1985 e le due importanti visite di Stato del 1988 e 1989 prende forma la peculiare posizione del governo italiano nei confronti del tentativo riformista in atto in URSS, posizione che lo distingue dagli altri componenti del G7. Ne è protagonista Andreotti, che giudicava l'evoluzione del comunismo gorbačëviano un fenomeno complessivamente positivo per la società sovietica e per la politica internazionale, condividendo in grande misura la visione moderata del «sistema di mercato» e la critica di quelle che Gorbačëv ancora chiamava le «contraddizioni del capitalismo». Soprattutto, come sottolinea Silvio Pons, Andreotti condivideva con il presidente sovietico la visione di un futuro ordine bipolare senza la Guerra fredda: una visione «legata a un mondo in dissoluzione» che faceva proprio consapevolmente «il problema di costruire un'architettura nelle relazioni tra l'Europa e la Russia/URSS», il cui fallimento corrispose alla rimozione della «coscienza stessa del problema». Passata la prova di eventi epocali come il crollo del muro di Berlino, la riunificazione tedesca, la prima Guerra del Golfo, quella sintonia e il disegno strategico di cui era espressione si sarebbero infatti infranti nella fine dell'Unione sovietica del dicembre 1991.
Andreotti e Gheddafi. Lettere e documenti 1983-2006
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2020
pagine: XXIX-310
La serie "Le Carte di Giulio Andreotti" intende mettere a disposizione di studiosi e lettori interessati, in edizioni scientifiche commentate, le corrispondenze e i documenti conservati nell'Archivio Andreotti. Insieme ad essi vengono proposti anche saggi che, a partire da questa straordinaria e ricchissima fonte, indagano gli aspetti più rilevanti della politica italiana e internazionale nel dopoguerra. L'Archivio Giulio Andreotti, dal 2007 all'Istituto Luigi Sturzo, conserva documenti relativi alla sfera sia privata che pubblica del senatore. Esso permette di ripercorrere in modo continuativo, dagli anni Venti del Novecento ai primi del nuovo millennio, la lunga attività di Andreotti uomo di governo e di partito, studioso, giornalista e saggista. Le carte ne testimoniano infatti il ruolo istituzionale, come ministro e presidente del Consiglio, con particolare riguardo alla politica estera e comunitaria, l'attività nel partito della Democrazia Cristiana, ma anche i rapporti con istituzioni e personalità della Chiesa, della cultura, dell'arte, dello sport, sia a livello nazionale che internazionale.
Andreotti, Gheddaffi e le relazioni italo-libiche
Libro: Libro in brossura
editore: Studium
anno edizione: 2018
pagine: 304
La special partnership con la Libia rivoluzionaria di Gheddafi è stata uno degli aspetti più importanti della politica estera dell'Italia repubblicana. Geopolitica, sicurezza reciproca, approvvigionamento energetico, interscambio commerciale e, infine, migrazioni, hanno costituito la trama di una relazione che questo volume approfondisce attraverso le carte, finora inesplorate, conservate nell'archivio di Giulio Andreotti. Come presidente del consiglio o ministro degli esteri, lo statista democristiano coltivò sempre con pazienza e impegno questo particolare rapporto, gettando le basi per la grande intesa che sarebbe poi maturata dopo la fine della guerra fredda con gli accordi sottoscritti dal governo Prodi nel 1998 e dal governo Berlusconi nel 2008.
Aldo Moro, l'Italia repubblicana e i Balcani 1963-1978
Libro: Libro in brossura
editore: Besa muci
anno edizione: 2011
pagine: 371
La sconfitta militare dell'Italia nella seconda guerra mondiale e la successiva divisione dell'Europa in Blocchi politici, militari e ideologici, del tutto antitetici e contrapposti, provocarono un ridimensionamento della presenza italiana nei Balcani, senza però decretarne la definitiva espulsione. Nonostante le disastrose conseguenze dell'esperienza bellica e nonostante la presenza sulla sponda orientale dell'Adriatico di regimi illiberali e totalitari, l'attenzione della politica e dell'economia italiana verso quei territori non venne mai meno. Anche per l'Italia repubblicana l'Europa adriatica e balcanica rappresentò un'area di rilevante interesse strategico, politico ed economico. L'importanza delle relazioni e dei legami con i Paesi del Sud-est europeo non sfuggì certo ad Aldo Moro che, in qualità sia di presidente del Consiglio che di ministro degli Esteri, fu tra i principali protagonisti della politica estera italiana degli anni Sessanta e Settanta. Ambizione di questo volume è offrire al lettore alcune linee interpretative e un insieme di analisi e informazioni fondate su un'attenta disamina della documentazione, edita e inedita, per cominciare a conoscere meglio un aspetto importante della politica estera dell'Italia della Prima Repubblica, la cosiddetta Ostpolitik italiana, l'azione internazionale della Repubblica italiana verso gli Stati e i popoli dell'Adriatico orientale e dei Balcani.