Libri di Matteo Saccone
Il violino di Minì o di come la musica può salvare
Matteo Saccone
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni della Meridiana
anno edizione: 2024
pagine: 138
"È cosa ben fragile quel violino rispetto alla prepotenza delle armi che seminano morte e distruzione. Il suo suono è letteralmente schiacciato dalla violenza delle bombe, eppure nella sua esilità e gratuità, ribadisce a tutti noi con ostinazione – la stessa con la quale un ignoto omino l’aveva messo a punto e fabbricato – che c’è un bene irriducibile nel destino della Storia, al quale non smettere di prestare ascolto."
Il milite ignoto e i militi ignari
Matteo Saccone
Libro: Copertina morbida
editore: CartaCanta
anno edizione: 2022
pagine: 320
L'ultimo caduto italiano nella Grande Guerra fu Augusto Piersanti, 21 anni, stroncato da una mitragliatrice quel 4 novembre alle 14.40, pochi minuti prima che scoccasse l'armistizio, mentre cercava di strappare agli austriaci la località Paradiso, un nome beffardamente tragico, ad est del Tagliamento. Ad Augusto Piersanti fu conferita postuma una medaglia d'argento al valore militare e persino D'Annunzio, alla vigilia dell'impresa di Fiume, lo ricordò in un discorso. La Prima Guerra mondiale è stata l'incubatrice di una condizione abissale in cui l'uomo, connotato dal proprio linguaggio, non ne avrebbe più avuto uno adeguato, efficace e verosimile per restituire le proprie esperienze più tragiche. A cent'anni dalla traslazione della salma del Milite Ignoto italiano al Vittoriano in Roma, serve una riflessione profonda sulle dinamiche attraverso le quali la politica, la letteratura, l'arte e la cinematografia hanno raccontato, nel corso degli anni, la descrizione e la sublimazione della morte nella Grande Guerra.
Il milite ignoto e i militi ignari
Matteo Saccone
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni della Meridiana
anno edizione: 2022
pagine: 230
Zibaldino di un prof in quarantena
Matteo Saccone
Libro: Copertina morbida
editore: CartaCanta
anno edizione: 2020
pagine: 308
Molti hanno scritto durante il lock- down, difficile non trovare non abbia provato, in quel periodo, a mettere l'isolamento e la solitudine nero su bianco. Ma esiste una rilettura dell'emergenza che cerca un senso in quel quotidiano frustrato e devastato dalla noia. Una rilettura fatta di pensieri, appunti e riflessioni tenuti assieme dalla bellezza salvifica della letteratura. È quella di Matteo Saccone, giovane professore di lettere. La letteratura come categoria interpretativa del reale: i testi di Virginia Woolf e Dante, di Kundera e Moravia, di Pavese, Kafka e tanti altri si intrecciano alla nostalgia per la vita senza mascherina. I classici e la grande cinematografia entrano in dialogo con la quotidianità di un insegnante arrabbiato e affamato di significato. «Tutto questo ci insegna che più cederemo alla civiltà digitale, più assumerà bellezza, importanza e valore economico ciò che ci manterrà umani» dice, e ce lo spiega.
Peter Pan è morto in guerra. La grande guerra in letteratura
Matteo Saccone
Libro: Libro in brossura
editore: CartaCanta
anno edizione: 2016
pagine: 240
Tanti sono i luoghi in Italia dove vengono conservati i resti di migliaia di soldati italiani e austroungarici caduti davanti ai reticolati, sotto il crepitare di una mitragliatrice o il fuoco della fucileria, oppure dilaniati dai bombardamenti durante i sanguinosi assalti alla baionetta e con bombe a mano nel corso della Prima guerra mondiale. Uno di questi luoghi è il Sacrario del Monte Grappa, dove riposano 22.910 soldati, di cui 12.615 italiani e 10.295 austriaci: di questi, solo 2.578 sono i caduti identificati. Ma una sepoltura, tra le tante presenti nei lunghi filari con i nomi di giovani poco più che ventenni stroncati dall'inutile strage, colpisce il visitatore che voglia rendere loro un commosso e silenzioso omaggio: si tratta della numero 107 del settore austroungarico. All'interno del piccolo loculo riposa il soldato Peter Pan, nato il 21 agosto 1897 a Ruszkabanya-Krassòszoreny, Ungheria, appartenente alla VII Compagnia del 30° Reggimento Fanteria Honvèd, morto il 19 settembre del 1918 durante un'azione a Col Caprile.