Libri di Mirea Borgia
Ismi
Mirea Borgia
Libro: Libro in brossura
editore: Il Convivio
anno edizione: 2025
pagine: 56
Ho incontrato Mirea Borgia tra il pubblico di una affollata presentazione in un locale di periferia. Stringendomi la mano, mi ha trasmesso un'energia di intensità pari a quella della mia cara Miss Amelia Rosselli. Ha aperto la sua borsa e mi ha regalato "Ismi". Tornato a casa, l'ho divorato. Dentro c'è una donna con tanti io, l'uno contro l'altro armati, al punto che le poesie sono un noi. Prevale un erotismo di parola, poi appare l'etica. "Ismi" è un delizioso libretto di chi vuole capire, attraverso i versi, vita e morte, eros e thanatos. (Renzo Paris)
Cronaca dell'abbandono
Mirea Borgia
Libro: Libro in brossura
editore: Il Convivio
anno edizione: 2022
pagine: 64
Nel debordare dal privato al sociale, dall'emotivo al riflessivo, questo libro si colloca al di fuori di ogni poetica di neo-ermetismo, neo-orfismo o di "poetica delle cose" di ascendenza lombarda, tutte posizioni che non hanno nulla a che fare con la poesia di Borgia. "Cronaca dell'abbandono" si pone, per scelta, in una zona che definirei 'eretica' nella poesia odierna, il che dà un valore aggiunto, a mio avviso, alla raccolta… Ci sono stati decenni, tra gli Anni Sessanta e Settanta del XX secolo, in cui le donne e, in generale, i movimenti giovanili, e non solo, avevano fatto della frase "il personale è politico" il loro centro e la direzione stessa di un diverso modo di intendere la vita privata e l'impegno sociale. Ritrovare oggi in questo libro di miRea Borgia, un'unità esplicitata con decisione in individuale e collettivo, tra eventi psicologici e dimensione sociale, mi colpisce. Potremmo parlare di "poesia civile"? Credo di sì… (Gabriela Fantato)
Ismi
Mirea Borgia
Libro: Libro in brossura
editore: Il Convivio
anno edizione: 2024
pagine: 48
Ci troviamo di fronte a un atto estetico, che consiste nello svelare e dissimulare il senso, nell'accostamento di un linguaggio letterario a uno estremamente basso e colloquiale, nel ticchettio dello scioglilingua che da un lato si associa agli ismi come ripetizione, dall'altro ne offre una parodia. Gli ismi sono la rappresentazione tangibile della maniera, una coazione a ripetere di forme e contenuti. Se tutto oggi appare trito e ritrito, dunque, la triturazione della parola e del senso e il loro riassemblamento non sono altro che manifestazione dell'impeto civile della poesia: la materializzazione del mattatoio sociale. Noi non sappiamo morire, si scrive, ma questa consapevolezza ammette anche un'altra verità: non sappiamo neanche vivere. La scrittura, dunque, è un atto di resistenza, ma anche un luogo di definizione e di non-remissione al consueto. (Giuseppe Manitta)