Libri di Nestore Del Boccio

Da un vecchio brogliaccio segreto del nonno avventuriero e pittore Evany scopre una serie di racconti a fumetti ispirati ad un quotidiano sociale. Storie e metafore di un'angoscia esistenziale che si annida e manifesta nei vari meandri del mondo umano e sociale, tale da generare forme mostruose e terrificanti che arpionano la mente umana in un abisso di terrore tra l'onirico e la realtà assumendo i contorni di una veridicità che si fa incubo in un vissuto sempre più realistico. Dalla violenza sulle donne ai mostri delle discariche dei rifiuti, dagli esseri orrendi delle antiche leggende agli orrori dei simboli aztechi. Fino al soprannaturale del demone metafisico che si nasconde negli animi avidi di ricchezza. Un insieme di immagini da evocare alla luce della coscienza il mondo torbido e inafferrabile del buio profondo in creature terrorizzanti.

C'era una volta il West... il West sconfinato dove galoppavano i cavalli e s'impiccavano agli alberi coloro che li rubavano. Terra di giustizia rapida e sbrigativa. Il West dove ingenui giocatori di poker si facevano spennare da smaliziati bari. Il West dove galoppavano i tutori della Legge e i fuorilegge che cercavano di fuggire quando il terreno scottava loro sotto i piedi. Il West dei giustizieri mascherati e non, di vendette private e di pubbliche esecuzioni. Il West delle lunghe carovane e dei fuochi di bivacco e delle malinconiche canzoni di chi cercava nuove terre e nuove possibilità. Il West dei predicatori e dei ciarlatani… il West dove tuonavano Colt e Winchester e sibilavano le frecce degli indiani. Il West, terra di infiniti duelli con tutte le armi possibili o anche con la sola astuzia. Il West, terra di uomini veri, induriti dal sole e dalle fatiche, sempre pronti a scatenare una rissa nei saloon o a bere pacificamente in compagnia di amici. La grandiosa epopea del West rivive in questa raccolta di racconti di Antonio Bellomi.

Ventitré testimonianze vengono raccolte per celebrare Ottaviano Giannangeli (1923-2017), uno tra i maggiori letterati abruzzesi del secondo Novecento, che ha toccato i campi più svariati della cultura, dall'attività didattica alla scrittura poetica, dallo studio del dialetto e del folklore alla critica letteraria, dalla composizione musicale allo studio del canto tradizionale abruzzese. Nomi come G. Rosato, P. Civitareale, C. Savastano, G. Oliva, L. Sergiacomo, M. Giammarco, P. Gibellini, S. Ramat, F. Brevini e M. Della Sciucca (solo per citarne alcuni) hanno versato il proprio gettone di memoria per contribuire alla sopravvivenza di quella civiltà culturale di cui Giannangeli resta il figlio più illustre.