Libri di Paolo Procaccioli
Vicino Orsini. Poeta, committente e uomo d'armi
Libro: Libro in brossura
editore: Società Editrice Romana
anno edizione: 2023
pagine: 360
I contributi qui raccolti propongono una riflessione sulla figura e l’opera di Vicino Orsini a cinquecento anni dalla nascita. Ne interrogano le frequentazioni con i potenti signori di Caprarola e di Soriano; ne ricostruiscono i rapporti con gli amici di Padova e Venezia; ne rileggono le occasioni letterarie a partire dalla Cangiaria, la commedia a lui dedicata, e continuando con la produzione poetica giovanile. A dare voce al signore di Bomarzo e a unire i vari filoni di indagine è però la corrispondenza. Le oltre centocinquanta lettere di e a Vicino – qui arricchite di tasselli rimasti finora inediti – interrogate coll’intento di restituire i tratti di una personalità altrimenti sfuggente che sembrerebbe destinata a rimanere celata dietro il difforme e la dismisura di statue e costruzioni. Accanto alla parola, sua e altrui, la famiglia e l’opera: i figli, il fratello Maerbale gli altri “figli dell’orsa”, e naturalmente il “boschetto”. L’opera, ossessione di una vita, è qui oggetto di indagini che da una parte ne ripercorrono la tradizione degli studi e degli interventi di tutela, e dall’altra ripensano funzione e collocazione dei suoi manufatti alla luce di nuove evidenze di scavo.
Manganelli. Laborioso lettore di inezie
Libro
editore: Fabrizio Serra Editore
anno edizione: 2022
pagine: 200
Autografi dei letterati italiani. Il Cinquecento. Volume Vol. 3
Libro: Libro rilegato
editore: Salerno
anno edizione: 2022
pagine: 480
Con questo terzo volume si completa la serie relativa al Cinquecento del repertorio degli Autografi dei letterati italiani. Frutto di un lavoro pluriennale da parte di molti studiosi, il volume offre 28 schede relative ad altrettanti autori di rilievo della letteratura italiana del Rinascimento. Ciascuna scheda, secondo quella che è l'impostazione dell'intero progetto, offre una breve presentazione in forma discorsiva e un censimento analitico di tutti i manoscritti autografi e di tutti i volumi postillati di ciascun autore; a questi dati vengono accostate alcune tavole con riproduzioni degli esempi della scrittura, per favorire in futuro ulteriori ricerche e attribuzioni. In questo terzo volume, in particolare, meritano di essere sottolineate le schede relative a Leonardo da Vinci, a Ludovico Ariosto, a Giovanni Della Casa, a Torquato Tasso, schede molto ampie che offrono una storia della tradizione delle opere per questi autori, e che insieme approfondiscono alcuni dei manoscritti più celebri del Rinascimento, dai codici di Leonardo ai frammenti autografi di Ariosto e Tasso.
Da Boccaccio a Landino. Un secolo di «lecturae Dantis». Atti del Convegno internazionale (Firenze 24-26 ottobre novembre 2018)
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2021
pagine: 463
Argomento degli studi raccolti nel volume sono le antiche lecturae Dantis, quelle che per tutto il Quattrocento hanno fatto seguito alle letture pubbliche avviate da Boccaccio e che, mai oggetto di indagine sistematica, al più confinate nell’aneddotica localistica, hanno segnato a fondo e con continuità, e non solo a Firenze, la stagione immediatamente successiva a quella dei grandi commenti trecenteschi. Si tratta di un fenomeno complesso, tutto da recuperare nei termini specifici del suo svolgimento e in cui all’evidenza delle implicazioni ideologiche, tanto propriamente politiche che culturali e religiose, si uniscono sottili questioni giuridico-amministrative. All’obiettivo principale, che è naturalmente una collocazione non solo più piena ma anche più consapevole della ‘presenza’ e dell’‘uso’ di Dante a Firenze nella stagione dell’umanesimo triumphans e dell’affermazione progressiva dei Medici, si affiancano altri più circoscritti e a quello direttamente connessi come la ricostruzione documentata della serie delle lecturae, la messa a fuoco delle logiche che di volta in volta le hanno promosse, la determinazione dei luoghi e delle modalità del loro svolgimento, lo studio delle figure professionali coinvolte. Quanto acquisito consente di cominciare a rispondere a domande del tipo ‘perché leggere Dante’, o anche ‘per chi leggerlo’, così come a quelle correlate ‘come leggerlo’ e ‘dove leggerlo’, che comportano risposte anche molto diverse nel succedersi delle stagioni e dei luoghi. Il che consente di recuperare quello spazio pubblico condiviso che è sia espressione e riprova della vitalità del culto di Dante sia anche un ponte in grado di collegare il Dante del singolo (del singolo lettore, esegeta, copista, miniatore) a quello ‘di tutti’. Quel Dante fatto espressione prima di una città e poi di una nazione per essere riconosciuto oggi patrimonio universale.
Trattati di scrittura. Opera del modo de fare le littere maiuscole antique (Milano 1517. La operina da imparare di scrivere littera cancellarescha (Roma 1522)
Francesco Torniello, Ludovico Degli Arrighi
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno
anno edizione: 2020
pagine: 212
Anche molto tempo dopo l'avvento della stampa a caratteri mobili, la scrittura a mano ha continuato a conservare un suo fascino tutto particolare, fino a diventare una vera e propria arte, degna di essere descritta e codificata in appositi trattati. Fu in particolare nel Cinquecento italiano che, accanto al trionfo definitivo dell'editoria, il dibattito teorico sulla scrittura a mano fu più fecondo e serrato. E che a quel secolo appartenga la più gran parte della produzione libraria (anche manoscritta) intorno ai "modi" di scrivere e ai processi del loro apprendimento lo hanno ampiamente dimostrato le ricerche che dalla fine dell'Ottocento a oggi sono state condotte sia in Italia (Giacomo Manzoni, Emanuele Casamassima, Armando Petrucci), sia, soprattutto, nel mondo anglosassone (Stanley Morison, Alfred Fairbank). A questi approcci, di tipo tradizionale, questa Collana intende affiancare altre prospettive di approfondimento che, considerando le piú recenti acquisizioni storiografiche (per esempio i dibattiti intorno all'epistolografia e sulla figura del segretario, o le questioni sollevate dal lessico tecnico e specialistico), hanno come scopo la migliore penetrazione del dettato dei trattati di scrittura di quel secolo. Della stagione cioè nella quale il fenomeno divenne di portata europea. In quell'aureo secolo infatti alla scrittura, anzi al disegno dei caratteri dell'alfabeto, in ogni regione del continente dedicarono cure artisti, cartografi, umanisti, tipografi (tra gli altri Albrecht Dürer, Giovanni Mercatore, Geoffry Tory, Claude Garamond). Tutto era cominciato nel 1514 con la "Theorica et pratica de modo scribendi" dell'ingegnere ferrarese Sigismondo Fanti. Che era il punto d'avvio di una attività editoriale che per varietà di prodotti e particolarità di contenuti merita di essere considerata, minore quanto si vuole, un vero e proprio genere letterario.
Canoni d'Arcadia. Volume Vol. 1
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2020
pagine: 413
In una fase di vivace ripresa degli studi sull'Arcadia, gli studi raccolti nel volume, che rielaborano le relazioni presentate all'omonimo Convegno internazionale di studi tenutosi a Roma dal 6 all'8 giugno 2018, intendono verificare, partendo da un riesame dei canoni proposti nelle opere teoriche ed esegetiche più rappresentative, quali autori e quali testi furono assunti a modello dall'accademia nella sua prima, decisiva stagione, analizzandone le modalità di riuso e risemantizzazione. Una delle istanze fondative dell'Arcadia fu il recupero del classicismo rinascimentale, in opposizione alle poetiche barocche della prima parte del Seicento. Il ritorno ai classici latini e volgari, e in particolare alle teorie e alle pratiche del Cinquecento, fu una risposta non soltanto alle opere di Marino e Achillini, di Preti e Lubrano, ma anche all'attacco nei confronti dell'intera tradizione culturale, che era soprattutto quella italiana, sferrato dalla Francia con la Querelle des Anciens et des Modernes. Il rinnovato classicismo proposto dall'Arcadia di fine Seicento e inizio Settecento assunse però diverse fisionomie, in rapporto sia ai generi letterari privilegiati sia alle scelte culturali e politiche compiute dai protagonisti della nuova accademia.
«Inchiostro per colore». Arte e artisti in Pietro Aretino
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno
anno edizione: 2019
pagine: 360
Il volume, allestito in coedizione con le Gallerie degli Uffizi in occasione della mostra "Pietro Aretino e l'arte nel Rinascimento" (Firenze, Gallerie degli Uffizi, Aula Magliabechiana, 27 novembre 2019-1° marzo 2020), raccoglie studi che si propongono di recuperare, contestualizzare e penetrare criticamente la parola di argomento artistico dello scrittore. Naturalmente a partire da quella consegnata ai sei libri delle Lettere, che tanto spazio hanno concesso agli artisti e ai dibattiti in materia di arte. Una parola notoriamente sonora e di grande efficacia, in grado di attivare dialoghi ininterrotti sia con i protagonisti della pittura e della scultura del pieno Rinascimento (da Michelangelo a Tiziano, a Sansovino, da Sebastiano del Piombo a Giulio Romano, da Tintoretto a Vasari ...) sia con i loro prestigiosi committenti (i papi Medici e Farnese, Francesco I, Carlo V e Filippo II, il doge Gritti, i duchi di Firenze e di Urbino, il marchese di Mantova). I dialoghi che ne risultano e che sono qui ripercorsi danno vita a una cronaca affidabile dei fatti d'arte del secolo prima che le opere e gli autori diventassero oggetto delle sistemazioni storiche e critiche di Vasari. Riflettere su una parola come quella di Aretino, interessata e di parte come poche altre ma mai scontata e tanto meno banale, vuol dire non solo seguire da vicino nel loro svolgimento i grandi dibattiti artistici del Cinquecento, ma poterlo fare da un punto di vista privilegiato, celebrato da subito per acutezza e perentorietà e confermato nella sua autorevolezza dalla fiducia garantita allo scrittore da artisti di primissimo piano. I saggi ricostruiscono rapporti, verificano affermazioni, discutono categorie estetiche e di poetica, recuperano un lessico critico rimasto in piú di un caso definitivo e destinato sempre a grande fortuna. Di fatto disegnano il profilo di un protagonista della civiltà italiana della prima modernità che per questo specifico aspetto della sua attività non ha subito la damnatio nominis et memoriae che ha colpito invece lo scrittore e l'uomo pubblico: cioè quell'altro Aretino che per secoli ha visto negata la sua grandezza e che è stato indicato all'opinione pubblica di tutta Europa, fino a tempi non lontani, come l'incarnazione del negativo del suo e di ogni tempo.
Pietro Aretino e l'arte nel Rinascimento. Catalogo della mostra (Firenze, 26 novembre 2019-1 marzo 2020)
Libro: Libro rilegato
editore: Giunti Editore
anno edizione: 2019
pagine: 288
Dipinti, sculture, oggetti di arte applicata, arazzi, miniature e libri a stampa, restituiscono un ritratto composito di Pietro Aretino (1492-1556), grande intellettuale, caustico provocatore, attore non secondario sulla scena diplomatica del Cinquecento. Una mostra e un catalogo che, a più voci, attingendo all’italianistica e alla storia dell’arte, restituiscono la sfaccettata identità di un protagonista il cui rilievo storico va ben oltre la fama, pur innegabile, di autore licenzioso. Nell’epoca che vede l’affermazione di Michelangelo e Raffaello a Roma e la diffusione oltre confine della cultura maturata nello sfarzo della corte di Giulio II, Leone X e Clemente VII, l’Aretino vive da par suo fra Arezzo, Perugia, Roma, Mantova e Venezia. Amico di Raffaello e Sebastiano del Piombo come del Sansovino e di Tiziano, protetto di Giulio de’ Medici, compagno di Giovanni dalle Bande Nere, a Venezia trova infine una patria ideale. Spregiudicato e riottoso nei rapporti con il potere, mentre primeggiano in Europa Francesco I e Carlo V, il favore dei quali godrà in fasi diverse, ne tesse le trame con grande abilità. Al contempo alimenta la satira popolare dando voce al Pasquino, ed è un virtuoso cultore delle lettere, che declina in chiave parodistica e salace così come di temi d’argomento religioso. Provocatore nato, blasfemo e ricattatore per alcuni, è innanzitutto un eccezionale interprete del suo tempo. Il tempo anche del Bembo e dell’Ariosto, che nel suo poema ricorda «il flagello de’ principi, il divin Pietro Aretino». La mostra "Pietro Aretino e l’arte del Rinascimento" è dedicata a un artista, ma innanzitutto a un uomo, vissuto al centro delle cose nel pieno della “Maniera moderna”, secondo la definizione di Giorgio Vasari nelle sue Vite, pubblicate nel 1550 e nel 1568. Il catalogo, come la mostra, è scandito in cinque sezioni che illustrano i principali momenti della vicenda di Pietro, e l’avvicendarsi di scenari che vanno dagli esordi tra Arezzo e Perugia, all’approdo alla corte pontificia e al trasferimento nel Nord Italia, dapprima a Mantova e, infine, a Venezia. L’iconografia della pubblicazione è particolarmente ricca, le schede di catalogo si avvalgono delle competenze di 50 autori di diversa estrazione.
Archilet. Per uno studio delle corrispondenze letterarie di età moderna. Atti del seminario internazionale (Bergamo, 11-12 dicembre 2014)
Libro
editore: QuiEdit
anno edizione: 2016
pagine: 550
Autografi dei letterati italiani. Il Cinquecento. Volume Vol. 2
Libro: Libro rilegato
editore: Salerno
anno edizione: 2014
pagine: 224
Avviato nel 2006, il progetto degli "Autografi dei letterati italiani" intende realizzare un censimento delle carte autografe dei principali letterati attivi tra le Origini e la fine del Cinquecento. L'opera è articolata in tre serie divise cronologicamente (Le Origini e il Trecento; Il Quattrocento; Il Cinquecento), curate da un'equipe di studiosi, per uno sviluppo complessivo di otto tomi. I tomi sono costituiti da una serie di schede monografiche, redatte da specialisti. Ogni scheda si apre con una ricostruzione della storia dei manoscritti dell'autore (con indicazione delle linee di indagine per eventuali ampliamenti), seguita da un elenco di tutti gli autografi noti, con sezione autonoma riservata ai postillati, elenco redatto nella forma agile di uno short-title e corredato da riferimenti bibliografici essenziali. La scheda è completata da un dossier di immagini, commentato in una Nota sulla scrittura. illustrate e ragionate, le riproduzioni intendono mettere in luce i tratti distintivi della grafia dell'autore e tracciarne, laddove possibile, le linee di evoluzione, offrendo uno strumento primario, e dalla funzionalità immediata, per il riconoscimento dell'autografia. Ogni volume, infine, è corredato di ampi indici: dei nomi, dei manoscritti, dei postillati. Cosi impostata, l'opera è frutto del contributo di storici della letteratura, filologi italiani e romanzi, paleografi, storici della lingua e dell'arte.
Autografi dei letterati italiani. Il Cinquecento. Volume Vol. 1
Libro: Libro rilegato
editore: Salerno
anno edizione: 2009
pagine: 400
Le carte autografe di tutti i protagonisti della letteratura e della cultura cinquecentesca. Più di trenta autori: da Bembo al Vasari, Castiglione e Guarini, Machiavelli e Guicciardini. Con il primo volume, dedicato al Cinquecento, prende avvio il progetto degli Autografi: in tre volumi (Dalle origini al Trecento, il Quattrocento e il Cinquecento) un censimento completo delle carte autografe - documentate da un ricco corredo fotografico - di tutti i piú importanti letterati italiani, dalle origini al Cinquecento. Il primo volume, come i successivi, è costituito da schede monografiche redatte da specialisti dei singoli autori di volta in volta oggetto d'indagine, ciascuna completata da un'appendice fotografica commentata e da una Nota sulla scrittura utile ad individuare i tratti peculiari e distintivi della grafia dei letterati. L'opera complessiva si propone come strumento di base per le ricerche letterarie, linguistiche, filologiche e paleografiche.