Libri di Piergiorgio Welby
Ocean terminal
Piergiorgio Welby
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2016
pagine: 169
"Ocean Terminal" ripercorre la vita di Piergiorgio Welby dall'infanzia cattolica alla scoperta della malattia, fino all'immaginario hippy e alla tossicodipendenza. Un libro fitto di echi e di rimandi che si giustificano e si dilatano tra loro secondo un'alchimia psichedelica che non può essere spiegata né riprodotta. Molto somigliante ai concept album degli anni Sessanta, l'opera si accorda e si orchestra brano dopo brano, facendo proprie le sonorità di un'epoca intera. La vitalità dirompente del sesso, l'invettiva politica e l'iconografia del villaggio globale fanno assumere al romanzo postumo di Welby le dimensioni di un classico destinato a rimanere, che amalgama soluzioni formali e istanze contenutistiche molto diverse tra loro. In Ocean Terminal nulla è inventato, si vive e si muore per davvero.
Ocean terminal
Piergiorgio Welby
Libro: Libro rilegato
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2009
pagine: 176
In una sala di rianimazione, nel luglio del 1997, Piergiorgio Welby inizia a scrivere "Oceano terminal": un abbandono progressivo di tutte le speranze, un inno alla vita nonostante tutto. Interrotto nel gennaio del 2006 - dieci mesi prima della morte - quel romanzo viene ora alla luce. L'oceano terminale è un insieme di prose spezzate che si riannodano a distanza, o si interrompono proprio quando sembrano preannunciare altri sviluppi: dall'infanzia cattolica alla scoperta della malattia, fino all'immaginario hippy e alla tossicodipendenza, passando attraverso gli squarci di una Roma vissuta nelle piazze, o nel chiuso di una stanza. In un continuo susseguirsi di toni lucidi e febbrili, poetici e volgari, Welby "riavvolge il nastro" della sua vita. Postuma, per volontà dello stesso autore, l'opera avrebbe dovuto ripercorrere l'intera esistenza dell'uomo Welby.
Lasciatemi morire
Piergiorgio Welby
Libro: Copertina rigida
editore: Rizzoli
anno edizione: 2006
pagine: 146
"Non supererà i vent'anni." È la sentenza del medico che, nel 1963, diagnostica a Piergiorgio Welby la distrofia muscolare progressiva. Ma si sbaglia. Piergiorgio attraversa gli anni Sessanta e Settanta abbandonandosi a ogni sorta di eccesso per dimenticare il proprio destino. Si sposa e aspetta, la fine, che non arriva. Negli anni Ottanta perde l'uso delle gambe. Poi l'ultimo stadio: insufficienza respiratoria. Va in coma. Si risveglia nel reparto rianimazione dell'ospedale Santo Spirito, tracheostomizzato, immobilizzato. Da allora respira con l'ausilio di un ventilatore polmonare, comunica mediante un computer. Soffre. E chiede il diritto di morire. Anche in un appello diretto al presidente della Repubblica, il 22 settembre 2006. È uno scandalo nazionale. Negli ultimi anni, ha fatto sentire la sua voce sul sito dei Radicali italiani, dove ha aperto un forum dedicato all'eutanasia, che oggi conta più di 17.000 interventi. Lucidità, cinismo e poesia sono le scialuppe di salvataggio a cui si affida nella sua quotidianità di "condannato a vita". Sono anche gli ingredienti di questo libro che è diario, testimonianza, denuncia dei luoghi comuni alimentati dall'opportunità politica e dal dogmatismo religioso. E che non rinuncia all'attualità, ricordando le strumentalizzazioni che hanno segnato le vicende recenti: Terri Schiavo in America, Vincent Humbert in Francia, e in Italia il caso ancora aperto di Eluana Englaro.

