Libri di Roberto Caforio

Seconda metà degli anni Settanta: sono gli anni della Saturday Night Fever, del divertimento folle, delle discoteche celebri. Lo “Sudio 54” a New Yotk, il “Palace” a Parigi e l’ “Easy Going” a Roma. I Bee Gees… imperversano con la loro musica. Ma sono anche i cosiddetti “Anni di piombo”, anni di terrorismo e violenza. Alessio è un giovane studente appassionato di arte che si trasferisce a Roma e non vuole rinunciare alla spensieratezza e alla gioia di vivere. Tanti gli incontri che lasceranno traccia. Un viaggio di formazione sempre in bilico tra entusiasmo e solitudine.

Una storia misteriosa e una narrazione fitta di eventi che si incatenano, si sovrappongono, si aggrovigliano. Questo è Il messaggio a rovescio, romanzo accattivante che non si allontana molto dalla realtà, pur raccontandone degli aspetti poco conosciuti. Ambientato tra l'Italia e Gerusalemme, la storia si sviluppa infatti in un convento, dove si trama la distruzione della tradizione cristiana, e in una stazione di polizia. Sì, perché l'intera vicenda prende le fila dall'uccisione di un gruppo di frati in circostanze poco chiare per mano di ignoti. Il protagonista Riccardo dispiega il mistero con le sue scoperte o i suoi racconti e porta avanti la storia, ma le narrazioni parallele tra personaggi e i salti temporali catturano all'interno dello scorrere degli eventi. Ciò è garantito anche dal ritmo serrato della lingua. Alla fine il mistero degli omicidi si svela, ma questo non è più importante agli occhi del lettore perché la storia ha preso un'altra piega. Nel finale si raggiunge un picco di curiosità e si completa l'aura di mistero che è presente fin dalle prime pagine.

La storia comincia con un omicidio in una località del Garda che avviene quasi in concomitanza con un altro omicidio, accaduto a Verona; all’inizio sembra che non ci sia nulla in comune tra i due casi. Sul delitto indaga un commissario trasferitosi dalla Sicilia il quale scoprirà che l’omicidio è collegato a un giro di prostituzione legato al modo della moda. Intanto la moglie del commissario diventerà amica della figlia di un ambiguo finanziere, con un passato non proprio limpido...

Verona, 5 febbraio 1993, notte profonda, di solito di notte la gente dorme, o lavora, a differenza di qualche buontempone goliardico che di sera fa le ore piccole, mentre qualcuno guarda la televisione fino a tardi: un uomo, invece di dormire, era immerso nei suoi pensieri, nei suoi ricordi e nei suoi... rimorsi.

Sette racconti ognuno dei quali è un universo concentrato, un momento in cui tutto accade, che duri un secondo o sia proiettato all’infinito, e i colori che ne scandiscono titoli e contenuti non ne sono un semplice per quanto suggestivo sfondo, ma l’essenza stessa. Identificazione assoluta, perché a ciascuno di quei momenti non potrebbe abbinarsi un colore diverso. Sono una cosa sola, la loro essenza coincide. Impossibile non immaginare gialla-arancione la luce di un pomeriggio di settembre, e non può che essere verde il colore dell’inverno, nonostante la nudità degli alberi, se la casetta nel parco, meta della passeggiata mattutina, è ancora lì a riaprire un vecchio scrigno di cose preziose. È del colore delle violette l’armonia siderale che unisce gli spazi tra le stelle e il letto di una ragazza che indugia nel dormiveglia. Blu il mantello sulle spalle nude della regina d’Africa, come il colore della goccia che cadendo guarisce le aride crepe della terra. E tanti altri colori ci sono, e miriadi di tonalità...