Libri di Sandro Chirizzi

Germogli (Voci in Versi) è una silloge in cui è possibile riscontrare i risultati della predisposizione di un ambiente di apprendimento all'interno del quale la Poesia è stata collocata al centro e i giovani autori costantemente esposti ad essa. Ne è scaturita una riflessione che li ha indotti ad accostarsi alla Poesia, a provare a fare Poesia, abbandonando la strada più agevole della pagina di diario e del testo descrittivo per far parlare in versi la propria voce interiore e per dare vita a una serie di immagini liriche e oniriche scaturenti dall'emozione del momento e dalla riflessione sulla loro condizione di adolescenti, con tutte le vicissitudini ad essa connesse. Un progetto pioneristico, indubbiamente, sviluppatosi in seno alla Scuola Media Statale "Giulio Cesare" di Brindisi, sempre aperta a nuovi scenari formativi.

Spesso ci si chiede se dei versi poetici possano spezzare i ritmi convulsi della quotidianità e indurci a riflettere su come la Poesia può donare all'individualità della coscienza l'universalità del sentire. In quest'ottica, Chirizzi affida, con abilità e maestria, alla poesia la ricerca delle più profonde verità spirituali della sua esistenza. I versi inanellati, intensi e profondi racchiudono in sé il tentativo di cogliere i temi esistenziali svelandone il senso più nascosto. Ed è così che l'autore appare e si delinea concentrato sul proprio io, foriero di sensazioni, segreti, emozioni, dilemmi, risuonatori dei propri paesaggi interiori. Luce/ombra/pessimismo/speranza/illusioni/delusioni si rincorrono in tutte le loro dualità, esprimendosi in forme elaborate e complesse, con un forte valore simbolico e una energica vibrazione emotiva. I componimenti appaiono essere scarni di spiegazioni e descrizioni, ma colmi di significati sottesi e profondi; una consecutività di versi che in maniera netta svela pensieri e stati d'animo complessi.

"Terre. A sud del tempo" è una raccolta di versi plurale, sia per il significato duale dell’opera, sia per la varietà delle tematiche trattate. Due sono, infatti, le terre a cui il titolo fa riferimento: la prima, fisica, reale, con i paesaggi, le atmosfere, le nature e gli elementi visionari; la seconda, metafisica, ideale, quasi onirica, con le reminiscenze, le suggestioni, le nostalgie e la propensione dell’io verso tutto ciò che è ormai perduto. Entrambe si collocano, come esplicitato dal sottotitolo, “a sud del tempo”, ovvero in una dimensione spazio-temporale lontana dal centro e dal presente. La terra fisica, difatti, è un estremo lembo di meridione - come si evince dal componimento che porta lo stesso titolo della raccolta - che si colloca ai margini del tempo e che persiste nella sua staticità e inviolabilità. Al contrario, la terra metafisica altro non è che una proiezione del passato che, sebbene lontano, si contraddistingue per la sua dinamicità e per il suo ricorrere quasi ossessivo.