Libri di Vincenzo Di Oronzo
La rosa di Gerico
Vincenzo Di Oronzo
Libro
editore: MC
anno edizione: 2025
pagine: 76
Dopo Il giallo violino della fenice, edito in questa stessa collana nel 2023, Vincenzo Di Oronzo approda con «La rosa di Gerico» a una raccolta poetica in cui traspare la grana di una voce ricca di inflessioni originali, vibratile ed errabonda, attenta ad attingere alle più svariate occasioni di un'inimitabile joie de vivre. Tali inflessioni sono improntate al recupero di un'affabulazione di taglio onirico, anche se mai avulsa da una realtà spesso affrontata con le armi di un attualissimo engagement. Studioso di psicologia junghiana, Di Oronzo radicalizza rispetto al precedente libro la tendenza a una spiccata visionarietà ereditata da autori ermetici o post-ermetici (Gatto, Sinisgalli, l'incantevole Bodini dei Poeti surrealisti spagnoli) che, insieme alla lezione di qualche outsider come Ripellino, diviene uno dei tratti distintivi della sua poetica. In realtà la visionarietà di Di Oronzo, contestualizzata da precise reminiscenze storiche, aspira a una quête di natura ontologica, nonostante l'insistito ricorso a una deformazione di tipo espressionista. La raccolta va letta come una singolare messinscena in cui sfilano personaggi ricorrenti, dove convivono il ripelliniano «clown che piange in stracci di gioia» e «i figuranti del teatro del Nō», Odisseo e Nefertiti, Leonor Fini e il «Samuel imitatore di uccelli». Questi «funamboli della dimenticanza» hanno un alcunché di patetico e indissolubile che li caratterizza, relegando il cammeo dei loro profili al verso di monete irrimediabilmente fuori corso. (p.d.p.)
Il codice di farfalla
Vincenzo Di Oronzo
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni Giuseppe Laterza
anno edizione: 2018
pagine: 76
Questa silloge di poesie segna un'ulteriore tappa del percorso letterario dell'autore, studioso di psicologia junghiana e di semiotica letteraria.
La città allucinata
Vincenzo Di Oronzo
Libro
editore: Edizioni Giuseppe Laterza
anno edizione: 2015
pagine: 96
I fuochi di Dioniso
Vincenzo Di Oronzo
Libro: Copertina morbida
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2012
pagine: 137
Dioniso è, nella mitologia greca, l'unico dio che totalmente contiene in sé l'uomo, in tutte le sue passioni e sembianze. Il fuoco immateriale è l'inesauribile energia, che lo possiede e lo fa esplodere in infinite personalità - in moltitudini di io deliranti - che attraversano il suo inconscio, e balenano come specchi nascenti l'uno dall'altro, e insieme coesistendo e moltiplicandosi. Allora, la sua anima diventa mille anime, abitate da mille dèmoni, ed egli è simultaneamente il maschile e il femminile, il singolo e la folla, l'estasi e la crudeltà, l'oscurità e la luce. Di continuo abbaglia e grida in ogni personalità e la sua apparizione genera un infinito teatro, in cui recita tutti i ruoli cangianti: e ha ogni volto, ha ogni nome. È l'ardore dell'essere, che è in noi, o il sogno di darci la vita da soli, passando - in istantanei salti della temporalità - dall'ominide spaventato e danzante al superuomo di Nietzsche, che crea se stesso nell'attimo eterno che ruota nel divenire, fino a David Bowman, l'astronauta superstite di 2001: Odissea nello spazio di Kubrick. È "l'uomo-oltre", Ubermensch, che oltrepassa i suoi limiti d'argilla: o il "Bambino delle stelle", in cui si riflettono gli astri. Dioniso è l'inconscio dell'uomo, che invia se stesso sul palcoscenico dell'io e dei mondi. È lui il doppio e il nudo, sempre bisognoso di travestirsi e di apparire, mentre si nasconde e si mostra, crea e distrugge, ama e uccide.
Le lune di Jung
Vincenzo Di Oronzo
Libro: Libro in brossura
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2009
pagine: 118
"Le lune di Jung" sono specchi di Psiche che viaggiano nell'inconscio, si rifrangono in durate viventi, gemono in fulgide entità erotiche, assumono l'ansito del vento, il palpito di pneuma o spirito. Esse vibrano nel "corpo-alito", che Jung interpreta come essenza e metamorfia dell'uomo, in cerca della sua individuazione, dell'identità duplice nell'uno. Infatti, la figura che guarda gli occhi dell'Altro, il suonatore che si riflette in un flauto, "Les amants" di R. Magritte, incatenati nell'avvento dell'invisibile, sono Animus-Anima, l'enigma della bellezza divisa, che tenta di ricongiungersi nella sigizia divina. Così l'emblema della luna si snoda nella fenomenologia di Edmund Husserl, come linea argentea, che - dalle profondità dell'io - si innalza nella lucente verticalità della coscienza, si accende nell'ambiguo "Narciso" di Salvador Dalì, si oscura in "Lilith" - la Luna Nera - o si pensa e si sogna in "Isthar", mentre declina nei giardini di Babilonia. Ma qual è il tempo dell'odissea, qual è l'arco di Eros nella ricerca della sua totalità, la statua perfetta, che aspetta nel fogliame alieno? È quello della sillaba "om", che per l'Oriente racchiude l'immateriale, la verità, il sigillo di Brhaman; è quello quantico e simultaneo di Heisenberg e di Einstein o l'inafferrabile de "Gli orologi molli" di Salvador Dalì?
Mimi e sonnambuli
Vincenzo Di Oronzo
Libro
editore: Edizioni Empiria Ass. Cult.
anno edizione: 2007
pagine: 96
Il giallo violino della fenice
Vincenzo Di Oronzo
Libro: Libro in brossura
editore: MC
anno edizione: 2023
pagine: 112
Nemmeno nei momenti più duri la poesia di Vincenzo Di Oronzo riesce a staccarsi da un andamento misurato, simboleggiato dal chagalliano "violino giallo" del titolo. Le sequenze si cadenzano intorno ai motivi di un sottofondo musicale variegato, che alterna i ritmi estrosi del blues e del jazz alle riflessioni di un manipolo di musicisti di ascendenza felliniana. Ricorrente è l'uso di una tavolozza cromatica, correlata a una joie de vivre che compensa alcune tematiche controverse, come quella riguardante il suicidio della drammaturga Sarah Kane, rievocato attraverso l'opera teatrale 4:48 Psychosis, o il disarmante autobus blu di Dachau (vedi i frequenti richiami al mondo ebraico). Non si può d'altronde prescindere dal retaggio psicanalitico dell'autore, studioso di taglio junghiano, che si affianca a quello di un poeta atipico che riesce, con la stessa sapiente simmetria dell'analista, a districarsi lungo una matassa di immagini che si inscrivono sul foglio con la delicatezza delle nervature di una foglia. Il «cane della parola» si cristallizza ora «nell'allucinazione dell'orologio» ora in una fuggevole "coscienza" equorea. Quest'antologia, comprendente oltre tre lustri di lavoro poetico, rimanda, sin dal titolo, all'indimenticabile magistero di Ripellino, cui, non a caso, è dedicata una poesia intitolata come una sua importante raccolta di saggi. Ma il dettato visionario di Di Oronzo richiama soprattutto gli stilemi surrealisti, in virtù della spiccata propensione ad associare parole (e concetti) dai significati contrastanti: «la gola gialla dell'usignolo, / bruciata da aghi di canto» sembra descrivere così il suo singolarissimo timbro di voce. (p.d.p.)

