Libri di Aldo Accardo
Maggio 1906. Cagliari tra moti e camarilla
Aldo Accardo
Libro: Libro in brossura
editore: Gaspari
anno edizione: 2025
pagine: 288
I moti popolari cagliaritani del maggio 1906 segnarono in modo repentino la fine di un acuto scontro per il potere, interno ai gruppi moderati liberali, i cui esponenti si compattarono contro la nascente organizzazione socialista di cui avvertivano il pericolo. Due acerrimi avversari, Ottone Bacaredda e Francesco Cocco Ortu, divennero alleati e diedero vita ad un sistema di potere che durò a lungo.
La Sardegna nella Grande Guerra
Libro: Libro in brossura
editore: Gaspari
anno edizione: 2020
pagine: 800
È nota la fondamentale importanza che la Grande Guerra ha avuto nella storia della Sardegna contemporanea, in primo luogo per il grande tributo di sangue e di mobilitati offerto dall'Isola alla causa nazionale: sui 870.000 abitanti che annoverava allora l'Isola, i mobilitati furono 98.142, ossia il 12% circa della popolazione complessiva, mentre i caduti e i dispersi furono circa 18.000, oltre il 17% dei richiamati e il 2% dell'intera popolazione. Al di là del grande tributo di sangue, non meno significative furono le conseguenze politiche, culturali e identitarie che la Grande Guerra determinò nella coscienza collettiva del popolo sardo. Il dopoguerra, anche in virtù delle gesta eroiche dei suoi soldati, in particolare dei fanti della Brigata Sassari, segnò in modo irreversibile la coscienza identitaria sarda. La partecipazione alla guerra aveva consolidato la maturazione di una profonda coscienza autonomistica nei confronti dello Stato centralizzato, che si era comportato nei confronti della Sardegna come colonizzatore. Tale coscienza, che il ventennio fascista non riuscì a scalfire, rivive nello Stato repubblicano come patrimonio condiviso di tutte le forze politiche. La coscienza autonomistica maturata nella Grande Guerra dalle masse contadine che avevano partecipato al conflitto costituisce il filo rosso della storia della Sardegna contemporanea, nel cui alveo la cultura identitaria e la politica regionale continuano a muoversi ancora oggi.
Trincee profonde del Novecento. Storia e memoria del 1914-18
Aldo Accardo
Libro
editore: Gaspari
anno edizione: 2019
pagine: 95
Le trincee scavate in Europa nel 1914-1918 non sono ancora state colmate. La Grande Guerra è finita molto tardi: solo ai più miopi può essere sembrato che si sia conclusa nel novembre 1918. L'età di sconvolgimenti cominciati con l'attentato di Sarajevo (ma preparati dalla Guerre balcaniche del 1912-1913) si conclude con la caduta del muro di Berlino, la ne dell'Unione Sovietica e il crollo del comunismo. L'esperienza tragica del 1914-18 - i milioni di morti e di mutilati tra i soldati, i milioni di vittime civili - hanno segnato molte generazioni, arrivando no a noi. Alla storia il compito di ricostruire con rigore, acribia, filologia eventi e processi; alla memoria di custodirne con fedeltà il significato e i valori: una eredità culturale e morale, un impegno politico e civile. Chi, per età, non è stato nelle trincee può però essere fedele alle generazioni che combatterono raccontandone e ricordandone in tutti i modi il sacrificio e l'epopea. Anche attraverso l'arte e la poesia.
Scegliere la patria. Classi dirigenti e risorgimento in Sardegna
Aldo Accardo, Nicola Gabriele
Libro
editore: Donzelli
anno edizione: 2011
pagine: 302
Oltre la parentesi. Fascismo e storia d'Italia nell'interpretazione gramsciana
Aldo Accardo, Gianni Fresu
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2009
pagine: 177
Il fascismo è il tema politico della storia d'Italia che ha dato luogo alla maggiore quantità di studi, che hanno posto la propria attenzione ora su questo ora su quell'aspetto - storico, economico, sociale o morale - del fenomeno. Il lavoro ripercorre i temi della costituzione e dello sviluppo del fascismo nell'opera di Gramsci, in rapporto al ruolo delle classi dirigenti nella storia d'Italia, evidenziando le debolezze del nostro paese che affondano le radici nell'arresto dello sviluppo capitalistico della civiltà comunale, nella natura cosmopolita dei ceti intellettuali, nella mancata formazione di uno Stato unitario moderno.